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La città turisticamente più sostenibile? Su tutte vince Milano

Secondo l'Osservatorio nazionale spesa pubblica e turismo sostenibile Milano è il Comune-Capoluogo turisticamente più sostenibile per il 2012. Seguono Firenze (2ª), Torino (3ª) e Napoli (4ª), prima delle città del Sud

di Clara Mennella
vicedirettore
 
19 dicembre 2012 | 10:06

La città turisticamente più sostenibile? Su tutte vince Milano

Secondo l'Osservatorio nazionale spesa pubblica e turismo sostenibile Milano è il Comune-Capoluogo turisticamente più sostenibile per il 2012. Seguono Firenze (2ª), Torino (3ª) e Napoli (4ª), prima delle città del Sud

di Clara Mennella
vicedirettore
19 dicembre 2012 | 10:06
 

È Milano il Comune-Capoluogo turisticamente più sostenibile per il 2012. È quanto emerge dalla ricerca effettuata per il terzo anno consecutivo dall'Osservatorio nazionale spesa pubblica e turismo sostenibile, promosso dall’Ente bilaterale nazionale del  turismo (Ebnt) e dall’Istituto di Ricerche economiche e sociali (Ires) nazionale, con la partecipazione dell’Unione province  italiane (Upi) e della Provincia di Rimini.

Per stilare la graduatoria sono stati presi in esame diversi parametri, tra i quali: gli Indicatori di contesto che tematizzano la caratterizzazione occupazionale e demografica locale, la ricettività turistica, l’accessibilità in termini di infrastrutture, il rischio e la qualità ambientale; l’attrattività naturalistica e storico-paesistica e, infine, l’aspetto economico con la caratterizzazione delle imprese turistiche locali.

Questa la classifica: Milano ottiene il primo posto, Firenze (2ª), Torino (3ª) e Napoli (4ª), prima delle città del Sud. A seguire, troviamo Rimini (5ª), Avellino (6ª), Bergamo (7ª), Pescara (8ª), Verbania (9ª) e Como (10ª). Inoltre: Bologna al quattordicesimo posto, Palermo al sedicesimo posto e Roma al ventisettesimo posto.

Per spiegare meglio questi risultati è giusto riportare le cinque tipizzazioni nelle quali è stata suddivisa l’Italia del turismo nel corso dell’analisi che sono:

  • I Poli della competitività turistica tra cui rientrano le prime quattro città classificate, la cui posizione in graduatoria è spiegata da un’alta domanda turistica e da una significativa vitalità socio-demografica a fronte di un’economia turistica ad alta intensità territoriale. Tale caratterizzazione va sostenuta però con politiche a sostegno della dimensione ambientale del loro sviluppo che presenta valori mediamente più bassi degli altri gruppi.
  • Le città verdi che presentano una densità abitativa a basso rischio industriale e sismico, un’alta offerta ambientale e una spiccata attrattività naturalistica. Politiche adeguate potrebbero far leva su questi aspetti qualitativi per lo sviluppo sostenibile e la competitività dell’economia locale.
  • Le città con offerta turistica non corrisposta che presentano alte potenzialità nella infrastrutturazione ricettiva e nell’offerta ambientale ma che non hanno sviluppato politiche adeguate per la competitività turistica.
  • I Poli dell’economia turistica, tra cui troviamo città come Roma, Cagliari, Genova, Verona, Trieste, città d’arte che, pur mostrando caratteristiche socio-economiche e ambientali positive significative, stentano a sviluppare dinamiche di un’economia turistica competitiva a livello territoriale.
  • Le città ad alta domanda turistica tra cui troviamo capoluoghi come Venezia, Mantova, Siena, Rimini la cui significativa competitività turistica va sostenuta con politiche mirate ad attenuare gli impatti del turismo sulle comunità stanziali.

Durante il Convegno di presentazione nei giorni scorsi a Roma gli interventi di Lucia Anile, vice presidente Ebnt: «Elemento fondamentale nel percorso verso la sostenibilità è la consapevolezza ambientale dei cittadini. Sapere che la spesa pubblica locale è, in molti casi, inversamente proporzionale al raggiungimento di obiettivi fondamentali per lo sviluppo del turismo non può che appagare gli sforzi degli amministratori e le aspettative dei residenti», e di Alfredo Zini, presidente: «Siamo coscienti che il miglioramento delle prestazioni ambientali e il contenimento degli impatti sul movimento turistico nazionale, comporta importanti investimenti. Con questa ricerca vogliamo lanciare una sfida e dimostrare invece che risultati apprezzabili si possono raggiungere anche con le buone pratiche limitando gli interventi delle pubbliche amministrazioni».  

L’Ebnt è l’organismo nato nel 1991 formato dalle organizzazioni sindacali nazionali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative nel settore del Turismo (Fipe, Federalberghi, Fiavet, Faita, Federetti, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil). Alfredo Zini, già vicepresidente Fipe, ne ha assunto la presidenza lo scorso anno, diventando il più giovane presidente di Ebnt con l’intento di proseguire il percorso già avviato in precedenza: la gestione economica, la trasparenza delle informazioni e il coinvolgimento dell’intero sistema territoriale quali capisaldi dello sviluppo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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