L'87% degli italiani in vacanza nell'estate 2013 quando mangia fuori cerca un menu locale a chilometri zero e di questi ben il 29% è disposto a pagarlo di più. È quanto afferma la Coldiretti sulla base sui dati Ipr marketing nel sottolineare che si tratta di una scelta favorita dalla crisi che spinge ad ottimizzare il rapporto prezzo-qualità.
La percentuale è infatti in crescita rispetto all'estate scorsa quando erano comunque l'82% gli italiani in cerca di menu locali per gustare sapori autentici del territorio che si sta visitando e che non devono subire lunghi trasporti che fanno aumentare i costi e ne compromettono la freschezza.
Complessivamente tra il consumo di pasti nella ristorazione (13,9 miliardi) e l'acquisto di prodotti alimentari nei negozi e nei mercati (10,1 miliardi), i turisti italiani e stranieri nel 2012 hanno speso per cibo e bevande circa 24 miliardi di euro su un totale di 72,2 miliardi del fatturato turistico complessivo. La gran parte dei risultati economici e delle opportunità di lavoro del turismo in Italia nell'estate 2013 dipende quindi dalle scelte dei turisti a tavola che condizionano i bilanci di ristoranti, agriturismi, mercati, pizzerie, negozi, bar e gelaterie.
Il mangiare e bere è però anche il vero valore aggiunto delle vacanze made in Italy. Tra tutti gli elementi della vacanza, dall'alloggio ai trasporti, dai servizi di intrattenimento a quelli culturali, la qualità del cibo in Italia è quella che ottiene il più alto indice di gradimento trai i turisti.
Se la crisi riduce le partenze e costringe a tagliare la durata e il budget delle vacanze delle famiglie per far quadrare i conti, il 33% degli italiani rinuncia ai divertimenti (cinema, parchi giochi, discoteche) e il 25% al livello dell'alloggio (meno stelle e più pensioni che alberghi) ma appena l'11% limita gli acquisti di prodotti tipici.
È probabilmente questo il segreto del successo in Italia degli agriturismi dove prevedono di recarsi ben il 9% degli italiani in vacanza nell'estate 2013. Tra gli elementi che garantiscono un agriturismo di qualità spicca infatti l'utilizzo di prodotti propri e/o tipici locali indicato dal 69% degli ospiti mentre tra quelli che scoraggiano, per ben il 31%, c'è l'impiego di cibi surgelati, convenzionali o industriali.
Non è quindi un caso che tra le attività preferite degli italiani durante il soggiorno in agriturismo si consolidino quelle collegate all'alimentazione con il 10% che segnala il mangiare tra le attività preferite, il 9% l'imparare a cucinare cibi tipici e il 3% addirittura che impiega il proprio tempo per imparare a coltivare.