Sono circa 250mila i vacanzieri che hanno scelto di trascorrere il ferragosto in agriturismo all'insegna della buona tavola e del relax all'aria aperta. È quanto stima la Coldiretti sulla base delle indicazioni di Terranostra nel sottolineare che si registra una sostanziale tenuta rispetto allo scorso anno. A far scegliere l'agriturismo rispetto alle altre forme di ristorazione è certamente l'opportunità di conciliare la buona tavola con la possibilità di stare all'aria aperta avvalendosi anche delle comodità e dei servizi offerti.
Se la buona tavola è una delle ragioni principali per scegliere l'agriturismo, sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l'equitazione, il tiro con l'arco, il trekking, ma non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. I motivi della preferenza sono per una maggioranza del 30% il buon rapporto prezzo/qualità, per il 23% la garanzia di riposo e tranquillità e per il 21% il contatto con la natura.
Dalla caponata di melanzane, tipicamente siciliana, alle frittole di maiale calabresi, dalla pastasciutta al sugo di papera che sono un cavallo di battaglia dell'Umbria agli zitoni di ferragosto tipica pasta caratteristica della Costiera Amalfitana condita con pomodori freschi e secchi, dal coniglio all'ischitana tipico dell'Isola del golfo di Napoli alle lumache di Belluno, sono solo alcuni dei menu tipici della tradizione che gli italiani riscoprono nel giorno di Ferragosto negli agriturismi.
Per scegliere l'agriturismo il 46% degli si rivolge ad internet dove sono attivi siti come www.terranostra.it o www.campagnamica.it, ma è arrivata per il 2013 anche la nuova App di Terranostra scaricabile gratuitamente che fornire tutte le informazioni sull'agriturismo prescelto. Tra chi non si rivolge alla rete va ancora forte il passaparola o il consiglio di aprenti e amici che viene seguito dal 32% degli agrituristi mentre un buon 9% lo sceglie quasi a caso sul posto.
Vacanze e caro benzina
Quasi un italiano in vacanza su tre (32%) ha scelto per risparmiare località più vicine anche per effetto del costo de trasporti che rappresentano una voce di spesa rilevante delle famiglie. È quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Ipr Marketing nel commentare positivamente le ispezioni della Guardia di Finanza su oltre mille distributori di carburante ispezionati che dall'inizio del mese di agosto hanno evidenziato oltre il 14% di irregolarità.
Le frodi su carburanti determinano in realtà un effetto valanga sull’intera spesa degli italiani in un Paese dove l’88% delle merci viaggia su strada. ll costo del pieno per una automobile media (50 litri) anche senza le truffe è già attorno ai 90 euro per con il prezzo della benzina che è in media superiore del 55% a quello di un litro di birra, del 40% di quello di un litro di latte fresco e del 30% a quello di un litro di vino in brik. Un rapporto di cambio che non è eticamente ed economicamente sostenibile e che mette a rischio la ripresa del Paese.