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Nestlè interessata al gruppo Ferrero? La smentita da entrambe le società

Il lancio della notizia che voleva Nestlè interessata ad acquisire il gruppo Ferrero ha suscitato non poco clamore. Da entrambe le società è arrivata prontamente una smentita: nessuna trattativa economica in corso

 
17 ottobre 2013 | 15:58

Nestlè interessata al gruppo Ferrero? La smentita da entrambe le società

Il lancio della notizia che voleva Nestlè interessata ad acquisire il gruppo Ferrero ha suscitato non poco clamore. Da entrambe le società è arrivata prontamente una smentita: nessuna trattativa economica in corso

17 ottobre 2013 | 15:58
 

È fresca di stampa la notizia riportata dai quotidiani nazionali, Repubblica in primis, che vuole il colosso svizzero Nestlè interessato ad acquisire le azioni di maggioranza del gruppo Ferrero. Stando alle recenti “indiscrezioni”, la multinazionale con sede a Vevey (Svizzera), starebbe pensando di assumere il controllo di una delle maggiori società del nostro Paese, l’ultima delle sue “conquiste” italiane, dopo le acquisizioni di Motta, Buitoni, Perugina, San Pellegrino, Panna e Levissima.

Dopo un iniziale “scompiglio” però Nestlè ha smentito la notizia, dichiarandosi non intenzionata ad acquisire Ferrero, almeno per il momento. Il giornale economico tedesco Handelsblatt, ha commentato la notizia, sostenendo che la multinazionale svizzera sarebbe interessata solo a società che non superino un valore di mezzo miliardo di euro l’anno, mentre il gruppo Ferrero è nettamente più imponente.

Anche Ferrero dissente dalla segnalazione, tanto che un portavoce del gruppo dolciario piemontese afferma che «Ferrero non è in vendita nel modo più tassativo e assoluto - e che - la notizia che da parte di altri gruppi del settore siano pervenuti richieste di acquisto è del tutto priva di fondamento e inventata di sana pianta».

Un’analisi della Coldiretti in merito evidenzia che sono già pari ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi, che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del made in Italy agroalimentare. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998).

La stessa Nestlè possiede già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina. Nel 2013 rischia così di accelerare ulteriormente il fenomeno che sta vedendo pezzi pregiati del made in Italy agroalimentare, e non solo, finire in mani straniere. Nel luglio scorso era stata annunciata la decisione della società Averna di cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz in Turchia che è il maggior produttore mondiale di nocciole.

Un’operazione che segue da vicino l’acquisizione da parte della multinazionale del lusso Lvmh di una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova proprietaria della società Cova Montenapoleone srl, che gestisce la nota pasticceria milanese, mentre l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. Nel 2013 si è verificato il passaggio di mano del 25% della proprietà del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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