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Da Venchi il cioccolato è "solidale" grazie al lavoro delle famiglie Kichwa

Una volta sinonimo di cioccolato superiore e di prelibatezze, oggi il marchio Venchi continua a scegliere le migliori materie prime, attraverso un progetto solidale di collaborazione con produttori di cacao dell'Ecuador

di Armanda Capeder
 
08 novembre 2013 | 12:55

Da Venchi il cioccolato è "solidale" grazie al lavoro delle famiglie Kichwa

Una volta sinonimo di cioccolato superiore e di prelibatezze, oggi il marchio Venchi continua a scegliere le migliori materie prime, attraverso un progetto solidale di collaborazione con produttori di cacao dell'Ecuador

di Armanda Capeder
08 novembre 2013 | 12:55
 

Oggi è possibile che il cioccolato, largamente disponibile a prezzi discreti, inserito in una miriade di merendine e di biscotti fantasiosi, non sia più al culmine dei desideri dei bambini golosi, mentre intorno agli inizi del secolo scorso, quando le industrie dolciarie italiane si contavano sulle dita di una mano, e le poche specialità dolciarie non erano una presenza quotidiana, il marchio Venchi, considerato sinonimo di cioccolato superiore, rappresentava un simbolo di prelibatezze e un’immagine di festa.

La pubblicità, affidata a esperti della comunicazione, ha in seguito offerto notorietà a numerose altre aziende del settore, ma per noi, bambini di una volta, le cose buone avevano un solo nome: Venchi, che per la mia generazione era seguìto dall’altro che ritenevamo un cognome: Unica.

Intorno alla metà del 1800 Silvano Venchi, piemontese sedicenne con un’innata passione per la pasticceria, cominciò a sperimentare nella cucina della propria casa una varietà di piccoli dolci, soprattutto confetti e caramelle, rielaborati da tradizioni locali e francesi, coltivando un grande sogno: diventare un pasticciere famoso, finché, convinto dai primi risultati positivi, nel 1878 aprì a Torino un laboratorio col proprio nome, dove le sue specialità incontrarono presto largo favore.

La Venchi continuò a svilupparsi, aggregandosi in seguito con aziende dello stesso settore tra le quali Talmone, notissima azienda nata nel 1850, che nel ‘34 entrò nel gruppo divenuto Venchi-Unica, dove apportò la propria esperienza, contribuendo ad accrescerne la già diffusissima fama: conquistarono larga notorietà in particolare le “Nougatine”, caratterizzate dall’immagine di un sorridente negretto con ampio turbante impressa sulla carta degli involucri.

Il nome proviene dal francese nougat, torrone, a sua volta probabilmente derivato dalla fusione dei due termini latini nux e nucatus, il suo aggettivo; tuttavia le “Nougatine” piemontesi erano diverse dalle altre, tradizionalmente a base di mandorle o noci, poiché contenevano un trito di nocciole, vanto della regione, caramellate e addolcite con miele, con la copertura di cioccolato extra fondente. Accanto alle “Nougatine” erano apprezzatissimi i “Gianduiotti”, che si richiamavano a Gianduia, la maschera teatrale tipica del Piemonte, e i “Cuneesi al rhum”, un involucro di cioccolato fondente ripieno di deliziosa crema al rhum.

La notorietà fu favorita da una pubblicità che moveva i primi passi sotto forma d’immagini accattivanti, sull’esempio messo in atto a suo tempo da Talmone attraverso le figure rassicuranti e familiari di due vecchietti che si rifocillavano con una tazza di cioccolata corroborante, impressa sulle scatole di latta in cui era contenuto il cacao, inizialmente venduto nelle drogherie e perfino nelle farmacie, mentre aumentarono presto i negozi a marchio “Venchi-Unica” in cui era presente tutta la gamma della produzione, in costante crescita con nuove specialità.

Nel 1978, al compimento di un secolo di magnifici risultati subentrarono tuttavia difficoltà dovute a intromissioni economico- politiche, e l’attività si bloccò, finché nel 1998 l’azienda, conservando il nome “Venchi” fu acquisita da un gruppo d’investitori che apportando freschi capitali s’impegnarono nel rilancio iniziando una nuova fase di sviluppo, fino ad approdare nel 2007 a un’iniziativa collaterale, la “Venchi-Gelati”, impegnata nella produzione di prodotti distinti da un gusto tipicamente italiano ottenuto con ingredienti purissimi, continuando una tradizione che fu nostra fin dai tempi più lontani, quando il palermitano Francesco Procopio dei Coltelli aprì nel 1686 a Parigi la prima gelateria, il Cafè Procope, regno di sorbetti e gelati, subito divenuto emblema d’italianità.

L’attuale sede della Venchi si trova a Castelletto Stura (Cn) e produce 350 referenze di specialità a base di cioccolato fondente di qualità superiore, in assenza garantita di glutine, grassi vegetali idrogenati, additivi, aromi artificiali ed edulcoranti chimici. L’esportazione raggiunge ottimi risultati, soprattutto verso i Paesi in cui la stima dei prodotti italiani è elevata: la maggior parte dei Paesi europei, Russia, Usa, Giappone e Paesi Arabi.

L’impegno sociale di Venchi
Proseguendo nella medesima tradizione che aveva assicurato il pieno successo alla Venchi, la rinata azienda ha continuato a scegliere le migliori materie prime per ottenere i massimi risultati nella produzione, dotandosi di macchinari di ultima generazione e impegnandosi nella ricerca di nuove combinazioni di sapori, così da distinguersi presso i consumatori più esigenti.

A questa strategia commerciale si è unito recentemente un progetto di solidarietà di alto valore sociale e di nobile contenuto umanitario rivolto ai produttori delle materie prime di provenienza esotica, che vivevano in condizioni disagiate ed erano rimasti ancorati a sistemi di lavorazione ormai divenuti obsoleti.

Alla ricerca dei migliori semi di cacao, gli esperti di Venchi sono giunti in Ecuador, dove nella Foresta Amazzonica una delle più antiche popolazioni locali si dedica da tempi lontanissimi alla produzione di alcuni dei più pregiati cacao del mondo, nella categoria “Fino Aromatico”. Tuttavia, a causa dell’arretratezza, i sistemi primitivi di produzione penalizzavano il reddito economico, e producevano uno sfruttamento da parte degli acquirenti, che approfittavano dell’inesperienza dei produttori per mantenere i prezzi bassi.

È qui che si è messo in luce il progetto di Venchi, che ha stipulato un contratto a base sociale e ambientale con 850 famiglie Kichwa, garantendo un prezzo equo e solidale e la tutela per la salute dei lavoratori, con un’assistenza di esperti per innovare le tecniche della lavorazione dei semi, migliorandone l’eccellenza.

La cooperazione ha portato ottimi risultati su tutta la filiera, introducendo tra l’altro un arricchimento del terreno attraverso sistemi rispettosi dell’ambiente, mentre sapienti incroci tra le varietà arboree ne stanno migliorando la produttività e le qualità organolettiche.

Da questa innovazione stanno traendo beneficio non solo le popolazioni locali ma anche i consumatori, che possono disporre di cioccolati di qualità eccezionale, sottoposti a sperimentazioni raffinate in cui il gusto scopre nuove eccellenze e inediti sapori in quello che è giustamente considerato il cibo degli dei.


Venchi Spa
via Venchi, 1 - 12040 Castelletto Stura (Cn)
Tel 0171 791611
info@venchi.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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