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Nuova tassa sui rifiuti, Silb non cederà «Cifre spropositate per i locali»

Stando alla nuova legge sui rifiuti, secondo un calcolo ipotetico effettuato dal Silb, un locale di 600 m² andrebbe a pagare fino a 17mila euro. Il presidente Maurizio Pasca dichiara il dissenso del sindacato dei locali

 
13 novembre 2013 | 17:26

Nuova tassa sui rifiuti, Silb non cederà «Cifre spropositate per i locali»

Stando alla nuova legge sui rifiuti, secondo un calcolo ipotetico effettuato dal Silb, un locale di 600 m² andrebbe a pagare fino a 17mila euro. Il presidente Maurizio Pasca dichiara il dissenso del sindacato dei locali

13 novembre 2013 | 17:26
 

Maurizio PascaMaurizio Pasca (nella foto), presidente del Silb, l’associazione che riunisce gestori e proprietari di discoteche e locali serali aderente a Fipe-Confcommercio, interviene in merito alla nuova regolamentazione relativa al valore della Tari, la nuova tassa sui rifiuti. La protesta esplosa a Rimini non si ferma certo nella riviera romagnola, ma rimbalza a Roma per essere rilanciata a livello nazionale.

«Attenzione - commenta Pasca - a scherzare con il fuoco. E la Tari, nuova tassa sui rifiuti, è un argomento assai scottante per le imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo. Già in passato abbiamo fatto ricorso al Tar del Lazio contro l’imposta sui rifiuti applicata a Roma e abbiamo avuto ragione. Se non saranno modificati i parametri, non ci faremo certo pregare per contestare nelle sedi opportune anche questa nuova disposizione».

In base alle nuove disposizioni, secondo un calcolo a spanne effettuato dal Silb, un locale di 600 m² andrebbe a pagare fino a 17mila euro. La cifra è considerata spropositata soprattutto se viene messa in relazione con la produzione ridotta di spazzatura, infrangendo anche il principio ispiratore del Governo di far pagare di più a chi sporca di più. Nel divertimento serale, infatti, non c’è produzione di umido, né di plastica e ancor meno di carta.

Il materiale, per così dire, più inquinante è il vetro che però è riciclabile. Anche per quanto riguarda l’indifferenziata, i volumi di produzione sono ridotti al minimo rispetto ad altre tipologie di attività economiche commerciali e industriali. «Non vorremmo ritrovarci - ricorda Pasca - come nel paradosso di Roma, dove una discoteca si era vista recapitare da parte della municipalizzata un bollettino con un importo superiore a quello pagato per l’affitto».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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