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Il Wellbeing Factor di Dolomiti Superski pensa allo sci come fattore di benessere

Per misurare gli aspetti benefici e salutari dello sci, Dolomiti Superski ha studiato un indicatore di benessere legato alla prestazione sciistica del singolo utente; si tratta di Wellbeing Factor, novità della stagione

 
24 dicembre 2013 | 12:43

Il Wellbeing Factor di Dolomiti Superski pensa allo sci come fattore di benessere

Per misurare gli aspetti benefici e salutari dello sci, Dolomiti Superski ha studiato un indicatore di benessere legato alla prestazione sciistica del singolo utente; si tratta di Wellbeing Factor, novità della stagione

24 dicembre 2013 | 12:43
 

Sciare è uno sport che fa bene al corpo e alla mente, generando benefici in termini di benessere e di umore, è questo in sintesi quanto emerge dagli studi scientifici più recenti, pubblicati dall’università di Salisburgo. Il comprensorio sciistico Dolomiti Superski propone come novità per la stagione invernale 2013-14 il “Wellbeing Factor” all’interno del servizio “Performance Check”, che consente di verificare la propria prestazione sciistica in termini di benessere.



Per misurare gli aspetti benefici e salutari dello sci, il comprensorio sciistico più grande al mondo, sempre aperto a nuove tecnologie applicabili a diversi servizi per la clientela, ha studiato un indicatore di benessere legato alla prestazione sciistica del singolo utente.

All’interno del già noto e molto apprezzato “Performance Check”, che consente di visualizzare quotidianamente il numero di impianti utilizzati, i km di pista percorsi e i metri di dislivello superati sugli sci durante una giornata sugli sci nel Dolomiti Superski, vengono visualizzati quattro possibili livelli di benessere, che possono essere raggiunti dallo sciatore, a seconda del numero di metri di dislivello superati.

I valori adottati si basano su raccomandazioni della WHO e sullo studio clinico Hambrecht et al., Ornish et al.: partendo da un range di consumo calorico generale settimanale predefinito, il tutto viene convertito in metri di dislivello (hm) da percorrere sugli sci. Ne risultano così le seguenti cinque categorie:

  1. meno di 7.700 hm superati nell’arco di 6 giorni sulle piste hanno solo un debole effetto positivo sul benessere dello sciatore.
  2. tra 7.700-11mila hm superati sciando nell’arco di 6 giorni consecutivi, si hanno già buoni effetti sul benessere.
  3. tra 11mila -19mila hm percorsi sulle piste in 6 giorni è il livello ottimale con il maggior beneficio in termini di benessere per chi scia.
  4. tra 19mila -23mila hm percorsi in 6 giorni di sci sono super-ottimali, per i quali si consiglia un regime di allenamento controllato per persone molto allenate
  5. oltre i 23mila hm la prestazione equivale a sovraffaticamento, che andrebbe evitato.

I valori per la singola giornata sci si hanno, dividendo per 6 i valori settimanali. Il “Wellbeing Factor” dello sciatore verrà visualizzato con l’apposito simbolo, all’interno del proprio “Performance Check. La feature “Wellbeing Factor”, per il momento, si basa su dati medi e si riferisce ad un soggetto maschio mediamente in forma, dal peso di 70 kg, che scia ad un’intensità fisica media su pista di media difficoltà (rossa), e rispettivamente ad un soggetto femmina mediamente in forma, del peso di 50 kg, che scia ad un’intensità fisica media su pista di media difficoltà (rossa).

La scienza lo dimostra
Il tema era già stato analizzato nello studio clinico-scientifico Amas (Austrian Moderate Altitude Study), pubblicato nel 2000 dal professor Egon Humpeler dell’università di Innsbruck, che dimostrava scientificamente i benefici di un soggiorno in montagna, a quote moderate tra i 1400 e 2mila metri di quota. A oltre 10 anni di distanza, sono emersi nuovi elementi, analizzando la disciplina dello sci e i suoi effetti sulla salute. E i risultati sono a dir poco strabilianti: lo sci è un importante fattore di benessere , che influenza positivamente corpo e mente, rivelandosi una vera e propria panacea.

Lo sci è un fattore di benessere
Infatti, lo studio Sases dell’istituto di scienze sportive e motorie dell’università di Salisburgo, pubblicato nell’agosto 2011 sullo “Scandinavian Journal of medicine and science in sports”, attribuisce allo sci, se praticato con una certa regolarità, innanzitutto la capacità di influenzare in maniera positiva i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e per l’Alzheimer. Nelle persone testate è calato infatti il livello di colesterolemia, l’ipertensione si è attenuata, il peso in eccesso è calato grazie ad un aumentato consumo calorico.

Inoltre, come già dimostrato dallo studio Amas del 2000, trattenersi per più giorni ad una quota anche solo moderatamente alta, agisce sul quadro ematico generale. Le condizioni di ossigenazione alterate innescano un meccanismo di aumentata produzione di globuli rossi e di emoglobina nel sangue. Ciò velocizza il rinnovamento del sangue e migliora il rifornimento di ossigeno nei tessuti. Essendo la maggior parte delle zone sciistiche delle Dolomiti situate oltre i 1500 m di quota, chi scia beneficia degli effetti positivi sulla salute generati a quest’altezza.



Sciare allena muscoli e cuore

Le analisi svolte sulle piste hanno evidenziato, che la maggior parte di chi pratica lo sci, si muove in un range che varia tra il 60-80% della propria frequenza cardiaca massima (HFmax) in termini medico-sportivi. Secondo l’ente mondiale per la sanità Who, questo intervallo di frequenza è proprio quello che più aiuta a mantenere in allenamento e in salute il proprio apparato cardio-circolatorio.

E ciò non solo durante la sciata in sé, oltre il 40% delle persone testate mantiene una frequenza cardiaca entro questo intervallo anche durante la seguente corsa in seggiovia o cabinovia, sottoponendo il cuore ad un vero e proprio allenamento prolungato. L’alternanza tra frequenze cardiache più elevate e fasi di normalizzazione dà vita ad un allenamento intervallato, molto efficace nell’aumentare lo stato di forma fisica e della resistenza alla fatica. Inoltre, il tutto favorisce l’aumento della tonicità e della massa muscolare, il che, a sua volta, protegge le articolazioni e sostiene l’apparato legamentoso delle stesse.

Sciare mette di buon umore
Ed infine, c’è anche l’aspetto psicologico e mentale dello sci. Infatti, un ramo dello studio Sases si è occupato dell’umore delle persone testate. Tutti i benefici fisici che derivano dalla pratica dello sci e dal potersi intrattenere all’aria aperta, in montagna, in mezzo alla natura, influenzano positivamente anche lo stato d’animo. La quasi totalità del campione ha dichiarato di vivere uno stato mentale molto positivo durante e dopo le sciate, dichiarando di sentire la stanchezza in modo marginale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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