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Al bar solo un caffè veloce? Meglio una sana spremuta a 1 euro

Alcuni agricoltori siciliani hanno suggerito di proporre un’aranciata fresca al costo di un euro ai clienti dei bar, dove in genere ci si accontenta di un caffè veloce, in piedi, o di un cornetto surgelato e riscaldato

di Claudio Riolo
 
31 dicembre 2013 | 09:51

Al bar solo un caffè veloce? Meglio una sana spremuta a 1 euro

Alcuni agricoltori siciliani hanno suggerito di proporre un’aranciata fresca al costo di un euro ai clienti dei bar, dove in genere ci si accontenta di un caffè veloce, in piedi, o di un cornetto surgelato e riscaldato

di Claudio Riolo
31 dicembre 2013 | 09:51
 

Dopo Natale un’inchiesta ha rivelato che il 70% degli italiani sarebbe favorevole all’elezione diretta del capo dello Stato; il 30% potrebbe rinunciare alla democrazia rappresentativa. Ma che c’entra tutto ciò con una rivista che tratta di cibi e vini? C’entra, c’entra. Noi italiani abbiamo le idee ben chiare sulla politica e pensiamo di affidarci a un solo uomo che sappia salvarci. Bé, non è proprio un’idea nuova, in tempi anche recenti non ha funzionato ed è un po’ controcorrente rispetto all’Europa. In più questa aspirazione non è proprio coerente con il modo di vivere quotidiano.

Ormai va di moda affermare che viviamo nel Paese più bello del mondo: per l’arte, per l’artigianato, per l’ambiente, per la cucina. Ma i musei del Bel Paese - oltre 4mila - non sono mai troppo affollati, salvo nei casi più pubblicizzati e malgrado la gratuità per giovani e anziani. Fra tutti segnalo il Museo Nazionale Romano, diviso in 4 sedi, con biglietto cumulativo a € 7, valido 3 giorni; la visita è entusiasmante, credetemi, e il mondo classico romano dovrebbe piacere a chi si lamenta della troppa libertà di oggi.



Dal museo passiamo al bar, altro luogo di contraddizioni. Come mai l’italiano che aspira a una miglior qualità della vita si accontenta di un caffè veloce, in genere in piedi, di un cornetto surgelato e riscaldato? Come possiamo creare un’economia e dare lavoro ai figli se non comprendiamo che gli artigiani al forno e in pasticceria, acqua e farina per intenderci, sono l’origine del benessere in un’Italia che non ha industrie?

Alcuni produttori agricoli siciliani hanno suggerito di proporre ai clienti dei bar un’aranciata fresca al costo di un euro. Che meraviglia riabilitare questa sana e goduriosa abitudine visto che nel Sud Italia, parte integrante del territorio nazionale, gli agrumi si raccolgono undici mesi all’anno. Arance bionde o sanguigne, vaniglia, navel, valencia, tarocco, moro, sanguinello; limoni verdello, femminello, interdonato, monachello; mandarini avana, paternò, tardivo, clementina; pompelmi gialli e rosati. Il costo all’ingrosso è minimo. Chissà che al prossimo sondaggio, invece di votare l’Uomo Nuovo per sempre, si scelga un succoso tarocco al giorno.

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03/01/2014 15:19:55
1) "Le arance a litro"
Buon'anno! Essendo un agrumicultore siciliano, questi problemi li vivo in prima persona, perché se la gente non ha più tempo per una sana spremuta di arance fresca ,succede che le arance più piccole non si vendono. Allora cosa fare? Mi è venuta in mente questa idea; perché non vendere le arance direttamente ai consumatori invece che a chilo ,a litro. Posso dirvi che è stato un successo, tutt'oggi in piazza Verga al mercato di campagna amica di Catania ,ogni domenica mattina, riesco a vendere , a 2 euro il litro , succo spremuto fresco d'arancia in bottiglia sigillata con un buon successo. Speriamo che il fenomeno si allarghi.Distinti saluti e ancora tanti auguri.
vincenzo ragusa
agricoltore
Campanito



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