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In tempi di crisi, la passione vince A Torino l’arte incontra la buona cucina

La passione è alla base del progetto di due giovani galleristi torinesi che, dopo aver lavorato per anni in vari ambiti, hanno deciso di aprire uno spazio dedicato all’arte e alla buona cucina, inseguendo i loro sogni

di Alessandro Allocco
 
01 gennaio 2014 | 12:32

In tempi di crisi, la passione vince A Torino l’arte incontra la buona cucina

La passione è alla base del progetto di due giovani galleristi torinesi che, dopo aver lavorato per anni in vari ambiti, hanno deciso di aprire uno spazio dedicato all’arte e alla buona cucina, inseguendo i loro sogni

di Alessandro Allocco
01 gennaio 2014 | 12:32
 

Per realizzare un sogno non è sufficiente formularlo in modo corretto e con tutti i crismi del caso. Sono necessari altri ingredienti, ingredienti interiori, personali. Il primo tra questi è la “motivazione”. Se dovessimo utilizzare la metafora di un’auto, la “motivazione” è il carburante. Qualcuno la confonde con il motore. Con una metafora culinaria la motivazione è il forno o la cucina a gas, la fonte d’energia che ti consente di concretizzare un piatto e che ti spinge a scendere dal letto ogni mattina e intraprendere tutte le attività della giornata. Per un artista (compreso lo chef) è il colore o l’idea di una composizione, è un elemento chiave e determinante. Non a caso un’auto con il serbatoio vuoto non va da nessuna parte!

Realizzare un sogno, qualunque sogno, richiede molta energia quindi la motivazione deve essere costantemente alimentata. Non è sufficiente cucinare o dipingere per avere un buono stipendio o per sentirsi dire “bravo” appagando così il proprio ego e ottenendo affetto e ammirazione da chi ci sta intorno, perché, quando l’elemento motivante viene meno, ci si ritrova soli e magari “a piedi”. Bisogna decidere di dedicarsi a occupazioni che siano in armonia con le proprie corde o aspirazioni perché solo in questo modo potremo autoalimentare le nostre passioni per effetto del piacere di farle. Sicuramente non si rimane a piedi, perlomeno fino a quando quell’attività continuerà a piacere.

È il caso di tutti quegli chef che, da anni, sono sulla cresta dell’onda, stellati, famosi e che a domande del tipo “cosa ci vuole per diventare uno chef stellato?” rispondono costantemente “PASSIONE”. È il caso di artisti di ingegno che vincono premi e vivono della loro arte. La passione è quello che li conduce nel loro percorso.



La passione è anche quello che accomuna due giovani galleristi torinesi che, dopo aver lavorato per anni negli ambiti più disparati, a volte solo per sentirsi dire “bravo”, hanno deciso di aprire uno spazio dedicato all’arte e alla buona cucina: si tratta di GSP Art Gallery, che si trova a Torino in via Morosini 16. Certo, la motivazione è molto forte. Non lo fanno per uno stipendio astronomico o per appagare il proprio ego. Lo fanno innanzitutto per passione, perché hanno capito che in questo periodo in Italia, con la crisi economica imperante, annessi e connessi, lavorare facendo il proprio piacere è il modo migliore per approcciare la realtà. Hanno capito che spesso le persone tendono a pensare che “si stava meglio prima” che “si stava meglio quando si stava peggio”, occhieggiando il passato e i ricordi come luogo felice.

Loro hanno scelto di guardare avanti proiettandosi verso il domani inseguendo sogni, realizzando progetti, fissandosi obiettivi irraggiungibili secondo il pubblico sentore, consci di andare controcorrente, consci che non è vero che si debba obbligatoriamente operare come forsennati per realizzare i propri sogni, perché coloro che sono riusciti a realizzarli l’hanno fatto “essendo” qualcosa e non “facendo” qualcosa.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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