Il 2013 si è chiuso con un saldo positivo per le imprese turistiche italiane: con il 42,5% di camere vendute in media nell’anno, la crescita rispetto al 2012 è dell’1,9%, trend determinato soprattutto dall’andamento del secondo semestre dell’anno. L’inversione di una tendenza critica registrata nei primi mesi del 2013, infatti, avviene a partire da luglio fino al picco del +4,8% a novembre, rispetto al 2012.
Quali le forze che muovono tale dinamica? In primis - spiega Impresa Turismo - l’andamento nei due comparti, alberghiero ed extralberghiero. Entrando nel merito delle dinamiche interne ai comparti ricettivi si svelano le due facce di tale trend scandito dai semestri: tra gennaio e giugno, il comparto extralberghiero risente della stagionalità del turismo con picchi negativi che arrivano al -8% a maggio, contro la stabilità e la crescita del comparto alberghiero; nel secondo semestre, invece, i risultati si riequilibrano permettendo alle strutture extralberghiere di allinearsi alla media degli alberghi.
In media, quindi, il 2013 si chiude con il +3,5% di vendite per le imprese alberghiere (tasso di occupazione del 47,5%) rispetto al 2012, forti dei traino di alcune tipologie ricettive che ottengono risultati particolarmente virtuosi: gli alberghi a 4-5 stelle in termini sia di vendite che di trend (i 4 stelle occupano il 55% delle camere e crescono del +4,6%) e gli alberghi ad 1 stella per la crescita registrata (+4,9%). Si sottolinea, inoltre, che le gestione della leva del prezzo da parte delle strutture alberghiere ha giocato un ruolo favorevole: nonostante le tariffe aumentino rispetto al 2012 (+3,9%), risultano ancora al di sotto dei prezzi applicati nel 2008 (-2,1%).
A ciò si accosta la stabilità delle imprese extralberghiere che non si spostano dal 36,6% di camere vendute nel 2012. Nel caso delle imprese complementari, inoltre, un risultato come quello dei villaggi con quasi il -7% di camere vendute non può che pesare sui risultati complessivi del comparto.
Poi c’è lo scenario territoriale e di prodotto. Le dinamiche di occupazione camere a livello geografico vedono la dinamicità del Nord Est, scontrarsi con una sostanziale stabilità delle altre aree. Se nel Nord Est con il 45,6% di camere occupate nel 2013 la crescita delle vendite si attesta sul +3,4%, il Centro, il Sud e le Isole si spingono verso il +1,6%/+1,8%, mentre il Nord Ovest mostra segnali di lieve instabilità (-0,6%). In termini di prodotto, poi, generano ripercussioni sul trend generale, da un lato, il balzo in avanti delle città di interesse storico-artistico (50,4% di camere occupate; +4,3%) e, dall’altro, l’instabilità delle destinazioni lacuali (-2,1%) e termali (-1,4%). Tuttavia, le imprese delle destinazioni lacuali ottengono buoni risultati di vendita che permettono comunque di posizionarsi come secondo prodotto turistico (45,2%) dopo le città.
Se, quindi, il 2013 è da considerare un anno di consolidamento per il turismo italiano rispetto al 2012, è d’obbligo contestualizzare tale dinamica all’interno degli ultimi 3 anni per orientare anche le strategie future.