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La moda green è sempre di tendenza Sì all'eleganza, con un occhio alla salute!

Quante le creazioni che, portate in passerella durante la Settimana della moda milanese, potranno definirsi rispettose della salute? Esperti del settore pensano che non esistano ancora collezioni al 100% green

 
23 febbraio 2014 | 10:46

La moda green è sempre di tendenza Sì all'eleganza, con un occhio alla salute!

Quante le creazioni che, portate in passerella durante la Settimana della moda milanese, potranno definirsi rispettose della salute? Esperti del settore pensano che non esistano ancora collezioni al 100% green

23 febbraio 2014 | 10:46
 

Dopo New York e Londra, ha preso il via la Settimana della moda di Milano, in scena dal 19 al 24 febbraio. Le passarelle faranno da palcoscenico alle collezioni autunno/inverno 2014 dei più grandi stilisti del made in Italy, ma anche giovani designer emergenti sul panorama italiano.

La qualità degli abiti, le loro linee, i colori e i tessuti lasciano sempre senza fiato, soprattutto per chi questi spettacoli se li gode dal vivo. Ma tendenze a parte, ci chiediamo se questi abiti rispettino una filosofia “green”, in perfetta sintonia con l’ambiente.



Riportiamo i commenti e gli approfondimenti, tratti da Humanitasalute.it, della stilista e ambasciatrice etica della moda in Italia, Marina Spadafora, direttore creativo della linea Auteurs du Monde di Altromercato, di Lidia Rota, responsabile del centro trombosi di Humanitas e presidente di Alt, Associazione per la lotta alla trombosi, e di Paolo Parenti, dell’unità operativa di riabilitazione e recupero funzionale di Humanitas.


Al momento - dichiara Marina Spadafora - sulle passerelle milanesi non ci sono collezioni 100% green. Da anni mi batto per promuovere prodotti sostenibili, realizzati con materiali biologici nel rispetto dei criteri ambientali. Tutto l’abbigliamento che noi indossiamo dovrebbe essere colorato con tinture libere da agenti chimici, le cosiddette “Azo free”. Spesso, invece, le grandi distribuzioni, utilizzano materiali cancerogeni per riuscire a tenere bassi i costi e aumentare i guadagni. Il consumatore dovrebbe essere più informato ed esigente, richiedendo ad esempio le “etichette parlanti” che dichiarino con onestà la provenienza dei prodotti e la loro composizione. Nei paesi scandinavi è quasi una prassi. Da noi purtroppo no.

Una delle tendenze di questa Settimana della Moda - continua la stilista - sarà sicuramente il colore, aspetto che ritengo molto importante per la grande influenza che ha sulla salute. Ne è un esempio la cromoterapia. Vestirsi di un colore piuttosto che di un altro può, infatti, influenzare l’umore ma anche la salute. Le scuole steineriane, ad esempio, promuovono l’uso di colori pastello per le pareti delle stanze perché influenzerebbero positivamente sulla salute di chi vive all’interno.

Cuore e moda, si può fare di più
Basta digitare su Google le parole “cuore” e “moda” - afferma Lidia Rota - per rendersi conto di quanto si potrebbe fare con questa accoppiata. La moda, infatti, soprattutto in vista della “Milano fashion week” in cui tutti i riflettori sono puntati sulle passerelle, potrebbe essere un’importante occasione per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte anche in Italia, dove ogni anno 600mila persone vengono colpite da infarto, ictus, embolia: un numero spaventoso, che potrebbe ridursi di un terzo grazie alla prevenzione).

L’Nih (National Institute of Health) negli Stati Uniti - continua Lidia Rota - ha lanciato un’iniziativa in grande stile su questo tema, chiamata “Red dress”, sostenuta anche da American Hearth Association, un colosso della prevenzione cardiovascolare attiva da molti decenni. A chi decide di condividere la campagna viene chiesto di indossare un abito o un golf o un qualunque indumento rosso oppure una spilla da acquistare per 2 dollari da Macy’s (una delle più grandi catene di distribuzione americane: i due dollari andranno interamente a sostegno di iniziative di prevenzione cardiovascolare) per sollecitare l’attenzione dei media e della popolazione sull’allarme rosso contro un male terribile ma anche evitabile: sarebbe magnifico se iniziative come questa potessero essere replicate con la medesima potenza di fuoco anche in Italia: potremmo salvare ogni anno almeno 200mila persone da malattie devastanti come infarto ictus cerebrale e trombosi.

Occhio agli abiti troppo attillati
Trombosi è un coagulo di sangue che si forma in un una vena o in un’arteria, in un punto e in un momento nel quale non si sarebbe dovuto formare: rallenta o blocca la circolazione del sangue e fa soffrire o morire le cellule che da quei vasi traevano nutrimento. La trombosi che si verifica nelle arterie coronarie causa l’infarto, se si forma nelle arterie cerebrali causa l’ictus, se si forma nelle vene delle gambe provoca trombosi venosa o tromboflebite.

Abiti o biancheria troppo stretti provocano un effetto elastico che rallenta o blocca la circolazione del sangue nelle vene: quando il sangue rallenta la sua corsa verso il cuore tende a coagulare più velocemente del normale, e a formare trombi, soprattutto quando sono contemporaneamente presenti altri fattori che sappiamo rappresentare un rischio per trombosi, quali fumo, sovrappeso, pillola contraccettiva, grasso soprattutto sull’addome, e gravidanza in corso o recente. Evitare indumenti troppo stretti, come i jeans stretti dentro gli stivali, può ridurre la probabilità di andare incontro a una trombosi o a un’embolia polmonare. Semplice come bere un bicchier d’acqua (tre litri di acqua al giorno aiutano il sangue a rimanere più fluido)”.  

Attenzione ai tacchi troppo alti
Paolo Parenti, dell’Unità Operativa di Riabilitazione e Recupero Funzionale di Humanitas guidata da Stefano Respizzi suggerisce di fare attenzione ai tacchi alti perché fanno in modo che tutto il peso corporeo si sposti in avanti sbilanciando la funzione stabilizzante del piede nella ripartizione del peso.

Il peso, infatti, va a posizionarsi su un’area più piccola rispetto alla pianta completa e i piedi tendono ad assumere una posizione ruotata verso l’interno che, fra l’altro, favorisce la distorsione della caviglia durante la camminata. A ogni passo, inoltre, il cuscinetto posto sotto il tallone dovrebbe assorbire l’urto con il terreno, ma, se si portano i tacchi alti, questo non avviene con conseguente indolenzimento delle ginocchia, ma, soprattutto, di schiena e collo. In particolare sono decisamente frequenti le sofferenze della colonna vertebrale (addirittura alcuni tipi di cefalea) provocate dalle calzature scomode. Per approfondimenti sull'argomento "Tacchi alti e salute", clicca qui.

Tessuti e accessori che provocano allergie
Il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia all’Istituto Clinico Humanitas e docente di Dermatologia all’Università di Milano, invita a fare attenzione all’uso di accessori fashion, spesso causa di irritazioni o allergie. I nemici nascosti si chiamano nichel solfato e cobalto cloruro. Il primo si nasconde nei metalli da bigiotteria e il secondo nel pellame degli accessori.

Queste due sostanze sono forti allergizzanti e provocano la cosiddetta "dermatite allergica" con prurito, vescicole e gonfiore. Per evitare l’allergia al nichel l’unico modo è utilizzare solo oggetti d’oro, argento, platino e metalli che non allergizzano. Per l’allergia al cobalto, invece, occorre evitare il cuoio e sostituirlo con oggetti in tessuto o gomma.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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