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I vini Bellavista e la cucina di Lorusso alla “Cena dei colori” di Trani

Presso il ristorante “Le Lampare al Fortino” di Trani (Ba) si è svolta un’ottima “Cena dei colori”, preparata dallo chef Giovanni Lorusso, accompagnata dai vini dell’azienda Bellavista di Erbusco (Bs), in Franciacorta

di Sandro Romano
 
17 aprile 2014 | 10:14

I vini Bellavista e la cucina di Lorusso alla “Cena dei colori” di Trani

Presso il ristorante “Le Lampare al Fortino” di Trani (Ba) si è svolta un’ottima “Cena dei colori”, preparata dallo chef Giovanni Lorusso, accompagnata dai vini dell’azienda Bellavista di Erbusco (Bs), in Franciacorta

di Sandro Romano
17 aprile 2014 | 10:14
 

Trani è una città meravigliosa e l’invito che ho ricevuto è di quelli a cui non si può dire di no. Presso Le Lampare al Fortino, ristorante situato all’interno di una chiesa del XII secolo e sconsacrata sin dalla fine del 1400, si tiene “La cena dei colori”, pensata dal patron Antonio Del Curatolo insieme all’amico Vittorio Cavaliere, per far conoscere le bollicine metodo classico prodotte in Franciacorta dall’azienda Bellavista.



La location è di quelle da ”sballo” e lo staff, sia di cucina che di sala, è giovane e motivato. Insomma, gli ingredienti per una serata davvero interessante ci sono proprio tutti. Appena entrato rimango incantato dalla bellezza del luogo.

Poi incontro amici che, come me, arrivano da fuori Trani, come Davide Gangi direttore di Vinoway, il fotografo Rocco Lamparelli di Passalaparola e Antonio Gelormini capo redattore di Affari Italiani, mentre l’appassionata wine writer di Apulia Magazine, Francesca De Leonardis, tranese purosangue, gioca in casa e, vedendomi colpito da tanta bellezza, mi rassicura dicendomi: ”Amico mio, la mia Trani è tutta così bella!”

Ci accomodiamo e la Chiesa sconsacrata di Sant’Antonio Abate, inglobata nel Fortino, si mostra in tutto il suo splendore, tra archi in pietra, volte a botte e colonne che ne delimitano le navate. È sera e l’affaccio sulle luci del porto è mozzafiato, con la bellissima sagoma illuminata della famosa Cattedrale, meraviglioso esempio di architettura romanico pugliese, che si staglia prepotente sullo sfondo.



Si dà il via alla cena con quattro ostriche freschissime, poggiate su di uno schiumoso letto azzurro che serve a richiamare il colore del mare e la nuova veste del Bellavista Pas Operè 2007, vino elegante di grande struttura da Chardonnay e Pinot Nero, affinato per sei anni in cantina prima di essere commercializzato.

Abbinamento più che classico, ma sempre perfetto con le ostriche, tutte diverse e di pregio: la Gilardeau 1, ostrica dal gusto persistente; la concava Perle Noir, dolce e delicata; la piatta delicatissima Belon du Belon 000, con sentori di nocciola e spiccatissima mineralità; la Fine de Carantect 1, quest’ultima selezionata dal patron perché, a differenza delle altre, che non sono al top in ogni stagione, mantiene costanti durante tutto l’anno le sue caratteristiche di grassezza e gusto.

Si prosegue con Il Mosaico di tartare, quattro quadrati di pesce pregiato accostati fra loro e formati da un mix di sarago e dentice, tonno rosso al naturale, gamberi rossi marinati per osmosi a freddo, salmone al fumo di legno di faggio e marinato con mozzarella affumicata. Su questo piatto abbiamo bevuto il Bellavista Alma Cuvée Brut, ottenuto da 80% Chardonnay, 20% Pinot Nero e 1% Pinot Bianco, 4 anni di affinamento in cantina e una particolare tecnica di vinificazione.



Davvero notevole, poi, la Zuppa di calamaretto spillo, scampo, gambero rosso e gambero grigio, servitaci subito dopo, nella quale ho potuto davvero apprezzare la mano dello chef Giovanni Lorusso, capitano della Nazionale Italiana Cuochi Junior: grande rispetto della materia prima, esaltata con cotture brevissime e un elegantissimo impiattamento. Ancora bollicine in abbinamento, in questo caso Bellavista Brut 2008.

A seguire il Risotto di carnaroli Acquerello al bianco di canocchie, zucca e tartufi di mare con quenelle di ricotta e polvere di liquirizia; quest’ultima ha messo in leggera difficoltà il pur ottimo Bellavista Rosè 2009, un po’ penalizzato dalla spinta aromatica del piatto.



Si è passato poi all’Astice al cuore, panzanella e orto fiorito abbinato allo strepitoso Bellavista Vittorio Moretti 2006, metodo classico dall’intenso bouquet floreale e note fruttate con ben 7 anni di riposo sui lieviti, mentre la chiusura è affidata al complesso dessert Purple rain, che, tra cioccolato bianco, nocciole, pistacchio, mirtilli, mandorle, menta e lavanda si è un po’ contrapposto all’eccezionale Bellavista Saten 2009, blanc de blanc da Chardonnay in purezza e almeno 5 anni di riposo sui lieviti.

In sintesi, direi che Le Lampare al Fortino è ristorante in cui il patron ha giustamente puntato su giovani emergenti, come il venticinquenne chef Lorusso e il bravo sommelier Alessandro Francesco Coletti, già al servizio dello stellato Claudio Sadler a Milano, creando una squadra affiatata che, con i giusti stimoli, potrà dare grandi soddisfazioni; grandissimo merito, inoltre, per il rispettoso recupero di un bene culturale abbandonato e chiuso al pubblico per oltre venti anni, altrimenti destinato a diventare un rudere.

In questo caso, la lungimiranza di un avveduto imprenditore, che ha messo mano al proprio portafoglio, ha permesso alla Chiesa di Sant’Antuono Abate, sia pur reinterpretata in forma di ristorante, di assurgere a nuova vita e, in virtù di un accordo con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, il patron Antonio Del Curatolo, con giusto orgoglio, consente l’accesso anche a chiunque voglia solo visitare questo gioiello di architettura medievale.

Foto: Rocco Lamparelli


Le Lampare al Fortino

Via Tiepolo s.n. - Molo Sant'Antonio (c/o Fortino) - 70059 Trani (Ba)
Tel 0883 480308 - Fax 0883 488239
www.lelamparealfortino.it
info@lelamparealfortino.it

Cantina Bellavista
via Bellavista 5, 25030 - Erbusco (Bs)
Tel 030 7762000
www.bellavistawine.it
info@bellavistawine.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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18/04/2014 10:24:38
1) La cena dei colori
Solo poche parole, se si lasciasse da parte il ridicolo e fazioso interesse sarebbe meglio per tutti. Le sinergie funzionano, l'ottusità di pochi compromette l'impegno di tanti.
vittorio cavaliere



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