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Rimini sa valorizzare le sue tipicità Esempio da seguire in tutta Italia

La rete di promozione “Rimini tipica”, cui fanno capo più di 100 hotel e alberghi, deve diventare un modello per tutto il Paese per farci tornare a guadagnare quelle posizioni perse nel settore turistico e gastronomico

di Guerrino Di Benedetto
 
17 maggio 2014 | 10:47

Rimini sa valorizzare le sue tipicità Esempio da seguire in tutta Italia

La rete di promozione “Rimini tipica”, cui fanno capo più di 100 hotel e alberghi, deve diventare un modello per tutto il Paese per farci tornare a guadagnare quelle posizioni perse nel settore turistico e gastronomico

di Guerrino Di Benedetto
17 maggio 2014 | 10:47
 

Carissimi amici lettori, finalmente voglio segnalare un bell’esempio di rete di impresa che valorizza territorio ed enogastronomia. Sono stato invitato, dopo il successo del Piadina Day di Milano, dall’architetto Emanuele Semprini a conoscere la loro realtà di imprenditori che lottano contro l’omologazione gastronomica e culturale ormai inevitabile in molti hotel, bar e ristoranti della riviera romagnola. Conosco la riviera romagnola palmo a palmo per avervi trascorso anni di vacanze e mai dimenticherò la vecchia pensione turchese, ora residence, dove la signora Pacassoni tutte le mattine preparava la pasta fresca e il marito andava al porto a prendere i sardoncelli freschi per fare gli spiedini e il vino dai contadini.

Da anni però sono rimasto deluso dalle pseudo formule buffet che riciclano il cibo per soddisfare il desiderio atavico di abbuffate per turisti che cercano solo il prezzo e la quantità e non la qualità. Assaggiando però le paste fatte in casa da Carla, la titolare dell’hotel Doremi, capofila della rete di impresa “Rimini tipica” e degli “Hotel tipici romagnoli” di Rimini, mi sono tornati alla mente e al palato quei cappelletti di 35 anni fa, la piadina fatta a mano e tirata con il mattarello, la colazione al mattino con la ciambella e i bomboloni freschi e le torte fatte in casa, ma soprattutto i menu di una volta, la domenica la lasagna e la sera i passatelli in brodo.

Ma la cosa bella è che grazie alla rete “Rimini tipica” (cui fanno capo più di 100 hotel e alberghi) negli hotel si promuovono escursioni sul territorio con guide esperte che raccontano le migliaia di aneddoti sulla storia dei piccoli centri storici dell’entroterra riminese, ci hanno portato a visitare una cantina di Sant’Arcangelo di Romagna, dove ho degustato un ottimo Sangiovese e a visitare le grotte del paese e la rocca, alcune trasformate in ottimi ristoranti tipici. La cosa bella per me è stata vedere in questi imprenditori il desiderio di conservare le loro tradizioni, i loro piatti tipici e il loro territorio da uno sfruttamento turistico che spesso li dimentica creando solo un “divertimentificio” asettico e omologato ai desideri della grande distribuzione.

Penso che questo sia un bell’esempio da seguire anche per noi milanesi in chiave Expo 2015. Ricordo ancora una frase di una famoso economista americano che invitava gli italiani a copiare il modello economico della riviera romagnola per uscire dalla crisi. Forse non aveva torto. Certo rimangono i soliti problemi burocratici e politici tipici della nostra nazione, ma “Rimini tipica” mi ha dato speranza e penso ad un modello “Italia tipica” che sia in grado di farci tornare a guadagnare quelle posizioni perse nel settore turistico e gastronomico. Forse una buona lasagna e un bel piatto di cappelletti, se comunicati bene, con le bellezze del territorio possono far evocare al turista un’Italia vera, alla portata di tutti.

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