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Proiettare gli studenti nel futuro lavoro è un'ottima strategia di formazione

All'Università di Milano Bicocca gli studenti vivono in prima persona le problematiche del turismo, immedesimandosi nel ruolo di operatori professionali e pianificando degli ipotetici itinerari per Expo 2015

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
 
14 giugno 2014 | 17:48

Proiettare gli studenti nel futuro lavoro è un'ottima strategia di formazione

All'Università di Milano Bicocca gli studenti vivono in prima persona le problematiche del turismo, immedesimandosi nel ruolo di operatori professionali e pianificando degli ipotetici itinerari per Expo 2015

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
14 giugno 2014 | 17:48
 

Proseguiamo nel percorso lungo le scuole collegate al turismo ed alla ristorazione, ma questa volta saliamo di un gradino, recandoci nelle aule dell'Università di Milano Bicocca. Convinti sempre di più che la formazione sia uno dei percorsi più importanti per valorizzare e contribuire a dare futuro ai nostri giovani, certi che sapranno cogliere l’opportunità di studiare e lavorare per proteggere e migliorare il nostro grande patrimonio turistico e culturale.

L’incontro con il professor Nicolò Leotta (nella foto in basso) ci ha permesso di assistere e dare personalmente alcuni contributi ad un gruppo di studenti che frequentano il corso di laurea triennale in Scienze del turismo. Leotta è docente di Turismo urbano e Sociologia visuale, presso la facoltà di Sociologia alla Bicocca di Milano, autore di diversi saggi sull’argomento tra cui, Approcci Visuali di Turismo Urbano, il Tempo del Viaggio il Tempo dello Squardo.



Il percorso degli studi analizza, la posizione di chi mette al centro della riflessione “il Grand Tour Romantico” o “il Grand Tour Tradizionale” un analisi del turismo moderno, del quale l’Italia grazie alla ricchezza culturale e artistica si pone sullo scenario mondiale come leader. Ma Leotta pone al centro del suo insegnamento l’obiettivo che gli studenti vivano in prima persona le problematiche del Turismo, partendo da ciò che li circonda, ed appunto in uno di questi laboratori, il sottoscritto è stato chiamato a “ raccontare la propria esperienza di cuoco, con particolare riferimento al territorio della Brianza Sud e della Martesana” riferimenti all’utilizzo del cibo locale, alla opportunità di valorizzazione delle identità culturali e storiche di un territorio che appare una parte sconosciuta della provincia di Milano.

Comunicazione televisiva applicata al turismo, il lavoro con cui gli studenti hanno dovuto misurarsi. Partendo dalle risorse culturali, paesaggistiche, enogastronomiche di Milano e della sua area metropolitana è stato sviluppato per un ipotetico incarico di Expo 2015, il percorso Milano e i Navigli, la Martesana e l’Adda. L’inizio è dalla Conca dell’Incoronata con i portoni in legno, detti porte vinciane, perché identici a quelli disegnati da Leonardo da Vinci nel 1496, la Conca immetteva le acque della Martesana nella cerchia interna dei navigli milanesi.

Nicolò LeottaConca detta poi delle Gabelle perché li si esigeva il pagamento delle tasse delle merci e sul trasporto delle persone. La Martesana riceve l’acqua a Trezzo percorreva, anche se oggi parzialmente coperto, 38 km, arrivando alla Cassina de Pomm in Melchiorre Gioia, per dare origine al Tombon de San Marc, immergendosi infine nei Navigli milanesi.

Un percorso ricco di bellissime ville, soprattutto a Crescenzago dove le sponde erano chiamate la Riviera di Crescenzago, dove tuttora esiste tra le tante, Villa Parravicini, che nel 1815 ospitò l’imperatore Francesco 1 d’Austria, senza dimenticare altre ville ancora esistenti, tra cui, Villa Uboldo a Cernusco, Villa Cazzaniga a Vimodrone, Palazzo Pirola a Gorgonzola, e Villa Borromeo a Cassano adattata e rifinita da Giuseppe Piermarini, per finire, senza far torto ai tanti luoghi di fantastica bellezza, al Castello Visconteo sempre a Cassano, passaggio obbligato per eserciti e condottieri da Federico Barbarossa a Napoleone I a Vittorio Emanuele II.

Il percorso di Nicolò Leotta, appunto, ha permesso agli studenti di costruire, quasi da veri operatori turistisci, diversi itinerari, tra ville, paesaggi e gastronomia. Due studentesse per esempio hanno sviluppato un’ipotetica quanto realistica piccola crociera sull’Adda, sviluppando un menu tipico, Gamberi di Fiume, Asparagi rosa di Mezzago, fritto di trote e lavarelli ed altro ancora.

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