La nona edizione di
Radici del Sud, la manifestazione dedicata ai vini ottenuti dai vitigni autoctoni del Mezzogiorno d’Italia, si chiude con la soddisfazione delle 173 cantine presenti, degli produttori, della giuria (nazionale e internazionale), e dei semplici appassionati, che hanno potuto godere della qualità indiscussa dei prodotti presentati.
«L'obiettivo - commenta
Nicola Campanile (
nella foto accanto), organizzatore e ideatore della manifestazione - è di migliorare la nostra presenza sui mercati internazionali e l'incremento delle aziende partecipanti dà fiducia in una costante crescita del settore, anche e soprattutto al Sud».
«I premi - continua Campanile - se pur importanti, non sono di certo il fine della manifestazione, ma rappresentano uno stimolo per i produttori, affinché si possano raggiungere sempre nuovi traguardi. Portare all'estero sempre il meglio del Sud, questa è la nostra missione».
L'obiettivo sembra vicinissimo dall'essere raggiunto, dato che, visti i giudizi della giuria internazionale, si può affermare che anche livello internazionale si percepisce il vero valore dell'enologia italiana che è quello della diversità.
«Quello di quest'anno è un risultato promettente - dichiara
Francesco Muci (
nella foto accanto), coordinatore per la Puglia della guida Slow wine - per la crescita qualitativa di tutte le aziende, anche delle più grandi. A tal proposito, la differenza di valutazione tra la guiria nazionale e internazionale è un paramentro utile, per comprendere come anche dall'estero provenga un forte interesse per i prodotti di qualità».
Si parla dell'edizione della consacrazione, per le cifre da record che riguardano non solo le cantine presenti, ma anche i consensi espressi da chiunque abbia partecipato e degustato i vini protagonisti dei banchi d'assaggio con i produttori.
«I vini presentati - sostiene
Ole Udsen (
nella foto accanto), membro della giuria internazionale - sono di un livello molto alto; si è assistito ad una crescita notevole negli ultimi 5-10 anni. Il format aiuta a far capire soprattutto agli imprenditori straniericosa sono i vitigni autoctoni, cosa rappresentano e quanto valgono».