I dati parlano chiaro: agli italiani, la Germania piace un sacco. Negli ultimi cinque anni le presenze tricolori in terra tedesca sono infatti aumentate del 13,5% con preferenza per la Baviera, Berlino e il Baden-Württemberg. Merito di una ricchezza di un’offerta articolata che va a colpire un target, diciamo così, globale. Città d’arte, foreste e aree verdi, gastronomia e birra, ma anche vigneti. Insomma, la Germania ha molte carte da giocare in mano.
Un quadro così positivo per il turismo è emerso a margine della conferenza stampa organizzata qualche giorno fa a Palazzo Parigi a Milano dall’Ente nazionale germanico per il turismo (www.germany.travel) in collaborazione con l’Internationale Bodensee Tourismus e il Tourist-Information Konstanz. L’incontro con i giornalisti era finalizzato nello specifico a promuovere la città di Costanza e il suo magnifico lago in occasione dei 600 anni del Concilio di Costanza, l’unico concilio ecclesiale che si sia mai tenuto a nord delle Alpi.
Al di là dell’importanza storica della ricorrenza è il fascino di questo grande lago, non a caso chiamato anche “mare svevo”, ad aver tenuto banco. Cuore “liquido” dell’Europa continentale, il lago di Costanza bagna ben tre diverse nazioni: la Germania ovviamente, ma anche l’Austria e la Svizzera. La città ha attraversato indenne la seconda guerra mondiale e oggi offre innumerevoli prospettive di visita al turista. La parte naturalistica è garantita dalle placide acque e dal verde diffuso un po’ ovunque, quella culturale è offerta dai castelli, dalle chiese e da un centro storico che porta con immutato splendori tutti i suoi anni.
I dintorni sono rinomati per le possibilità sportive e a tavola non manca occasione per celebrare una gastronomia autentica e saporita, accompagnata possibilmente dalle favolose birre locali e pure dai vini frutto dei vigneti della zona. Insomma, le acque del lago di Costanza possiedono da sempre un sincero magnetismo per l’essere umano. Lo sapevano gli uomini del Neolitico che sulle sue sponde costruivano palafitte, oggi ricostruite e visitabili, e lo sanno i nostri contemporanei, ben consapevoli della bellezza del luogo in cui vivono.