Con la settimana dal 18 al 24 agosto sono finite le vacanze per nove italiani su dieci, in un’estate “pazza” fortemente condizionata dal maltempo che ha cambiato destinazioni, durata e budget. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè, dalla qual si evidenzia peraltro che una maggioranza del 60% degli italiani quest’anno non ha trascorso neanche una notte di vacanza fuori casa. Le vacanze degli italiani nell’estate 2014 sono state comunque low cost per effetto soprattutto dei risparmi nell’alloggio, nella scelta della località ma anche nella durata, che il 30% ha ridotto.
Il risultato è che, tra chi è andato in vacanza, il 43% lo ha fatto per meno di una settimana, il 33% da una a due settimane, il 15% da due a tre settimane e solo il 9% per più di 3 settimane. Tra le destinazioni gli italiani quest’estate hanno continuato a preferire il mare dove si sono recati il 71% dei vacanzieri, ma complice il clima un corposo 18% ha scelto la montagna, il 6% le città, il 5% il lago e il 3% la campagna. Meno di un italiano in vacanza su tre ha alloggiato in albergo (28%) mentre più gettonate sono state le abitazioni in affitto (19%), di proprietà (14%) o di parenti e amici (17%). A seguire i villaggi turistici (7%), i bed & breakfast (7%) e gli agriturismi (3%).
Il risultato delle scelte al risparmio dettate dalla crisi è quest’anno un taglio del 25% del budget familiare delle vacanze estive rispetto al 2008 con una spesa media per persona pari 665 euro. In particolare, secondo Coldiretti/Ixè, tra quanti sono partiti il 44% ha speso meno di 500 euro a persona, il 35% delle famiglie ha speso tra i 500 e i mille euro a persona, il 9% tra i mille e i 2mila, mentre solo una minoranza del 4% oltre i 2mila euro, con l’8% che invece preferisce non rispondere.
Un andamento che ha avuto un impatto devastante dal punto di vista economico ed occupazionale che ha coinvolto tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture turistiche come cuochi, camerieri, addetti all’accoglienza, all’informazione, ai servizi e all’assistenza alla clientela, ma a causa dell’impatto sui consumi anche la filiera agroalimentare dalla tavola al campo dove sono tradizionalmente impegnati i lavoratori stagionali nella raccolta della frutta e nella vendemmia, con perdite complessive stimate pari a ben oltre il miliardo di euro.