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Vacanze finite per 9 italiani su 10 Il 60% è rimasto a casa per la crisi

Una maggioranza del 60% degli italiani quest’anno non ha trascorso neanche una notte fuori casa. Le vacanze 2014 degli italiani sono state comunque low cost e di durata ridotta anche a causa del maltempo. Un andamento che ha avuto un impatto devastante dal punto di vista economico ed occupazionale

25 agosto 2014 | 10:59
Vacanze finite per 9 italiani su 10 
Il 60% è rimasto a casa per la crisi
Vacanze finite per 9 italiani su 10 
Il 60% è rimasto a casa per la crisi

Vacanze finite per 9 italiani su 10 Il 60% è rimasto a casa per la crisi

Una maggioranza del 60% degli italiani quest’anno non ha trascorso neanche una notte fuori casa. Le vacanze 2014 degli italiani sono state comunque low cost e di durata ridotta anche a causa del maltempo. Un andamento che ha avuto un impatto devastante dal punto di vista economico ed occupazionale

25 agosto 2014 | 10:59
 

Con la settimana dal 18 al 24 agosto sono finite le vacanze per nove italiani su dieci, in un’estate “pazza” fortemente condizionata dal maltempo che ha cambiato destinazioni, durata e budget. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè, dalla qual si evidenzia peraltro che una maggioranza del 60% degli italiani quest’anno non ha trascorso neanche una notte di vacanza fuori casa. Le vacanze degli italiani nell’estate 2014 sono state comunque low cost per effetto soprattutto dei risparmi nell’alloggio, nella scelta della località ma anche nella durata, che il 30% ha ridotto.



Il risultato è che, tra chi è andato in vacanza, il 43% lo ha fatto per meno di una settimana, il 33% da una a due settimane, il 15% da due a tre settimane e solo il 9% per più di 3 settimane. Tra le destinazioni gli italiani quest’estate hanno continuato a preferire il mare dove si sono recati il 71% dei vacanzieri, ma complice il clima un corposo 18% ha scelto la montagna, il 6% le città, il 5% il lago e il 3% la campagna. Meno di un italiano in vacanza su tre ha alloggiato in albergo (28%) mentre più gettonate sono state le abitazioni in affitto (19%), di proprietà (14%) o di parenti e amici (17%). A seguire i villaggi turistici (7%), i bed & breakfast (7%) e gli agriturismi (3%).

Il risultato delle scelte al risparmio dettate dalla crisi è quest’anno un taglio del 25% del budget familiare delle vacanze estive rispetto al 2008 con una spesa media per persona pari 665 euro. In particolare, secondo Coldiretti/Ixè, tra quanti sono partiti il 44% ha speso meno di 500 euro a persona, il 35% delle famiglie ha speso tra i 500 e i mille euro a persona, il 9% tra i mille e i 2mila, mentre solo una minoranza del 4% oltre i 2mila euro, con l’8% che invece preferisce non rispondere.

Un andamento che ha avuto un impatto devastante dal punto di vista economico ed occupazionale che ha coinvolto tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture turistiche come cuochi, camerieri, addetti all’accoglienza, all’informazione, ai servizi e all’assistenza alla clientela, ma a causa dell’impatto sui consumi anche la filiera agroalimentare dalla tavola al campo dove sono tradizionalmente impegnati i lavoratori stagionali nella raccolta della frutta e nella vendemmia, con perdite complessive stimate pari a ben oltre il miliardo di euro.

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26/08/2014 09:31:21
1) vacanze finite... ma per la crisi!
Buongiorno, finalmente abbiamo aperto gli occhi su ciò che è veramente e non sul maltempo. Già! La mancanza di turismo nazionale per molti è colpa del maltempo; in parte vero ma in gran parte non lo è. Da almeno il 2010 che gli Italiani hanno cambiato il modo di fare le vacanze. Meno giorni di ferie fuori casa, budget dimezzati per mangiare, scelte sulle località last minutes.....Insomma la crisi continua e non è finita. Se i turisti stranieri aumentano e quelli italiani diminuiscono il gap è sempre troppo alto.....Il ministro Franceschini se deciderà di fare qualcosa, lo dovrà fare con l umiltà di fare un tavola rotonda con le grandi compagnie alberghiere e decidere come fare "promozione" in Italia e all estero rilanciando l Italia come destinazione turistica numero UNO al mondo. Inoltre sarebbe utile rivedere le regole sugli agriturismi, sopratutto quelli finti, quelli che sono diventati alberghi di lusso in campagna con tanto di piscine e centri benessere con sauna e bagni turchi e dove il povero agricoltore NON lavora più la terra, dove il personale è assunto come bracciante ma riordina le camere, lavora in cucina e serve a tavola, non produce più 80/100 di prodotti della terra, quindi NON puo chiamarsi AGRITURISMO.
enrico cipolletta
albergatore



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