Sembra che ci sia una relazione tra i tatuaggi e la cura dei tumori della pelle. L’avvertimento arriva da Humanitas.it: ricoprire il corpo con disegni molto estesi e colorati, può causare dei ritardi nella diagnosi di melanoma e quindi nella possibilità di intervenire in tempo per la cura dei tumori della pelle.
Riportiamo per intero, da Humanitassalute.it, il parere di un esperto, Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e docente di Dermatologia all’Università di Milano.
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I tatuaggi estesi, dal punto di vista dermatologico, sono un autolesionismo. Il ritardo di diagnosi di un melanoma perché mascherato dal disegno scuro del tatuaggio è solo uno dei problemi sanitari legato a questa discutibile moda. Ci sono poi le infezioni trasmesse durante il disegno, le reazioni allergiche ai colori iniettati e lo sviluppo di malattie come la sarcoidosi (malattia che insorge fra i 20 e i 40 anni di età e che interessa i tessuti connettivi).
Esistono poi altri aspetti legati ai tatuaggi che spesso rimangono oscuri e sui quali è bene iniziare a fare luce. Quando si esegue un tatuaggio solo il 30% del pigmento rimane nella pelle per comporre il disegno. Il resto viene riassorbito dal sistema linfatico e dai vasi sanguigni. Poiché le particelle di colore non possono essere metabolizzate, queste vanno a depositarsi nei tessuti e a occludere i vasi più piccoli del corpo come quelli del rene e del cervello.
Ancor peggio quando si tenta di eliminare con il laser il tatuaggio: le micro particelle di pigmento che scompaiono dalla pelle finiscono tutte nel sangue creando ulteriori danni. Dunque è bene sempre ricordarsi che fare i tatuaggi è male, toglierli è peggio.
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