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I tacchi alti calpestano la salute? Meglio indossare scarpe comode

Indossare i tacchi alti può provocare danni alla salute se ci sono già problematiche al sistema circolatorio, in tal caso bisogna seguire qualche precauzione, come evitare di indossare i tacchi per un periodo prolungato

 
26 ottobre 2014 | 12:24

I tacchi alti calpestano la salute? Meglio indossare scarpe comode

Indossare i tacchi alti può provocare danni alla salute se ci sono già problematiche al sistema circolatorio, in tal caso bisogna seguire qualche precauzione, come evitare di indossare i tacchi per un periodo prolungato

26 ottobre 2014 | 12:24
 

È scientificamente provato che indossare una scarpa con tacco alto non faccia bene alla salute? Sembra che ci siano dei casi e delle situazioni in cui l’uso è sconsigliabile, quando per esmpio si soffre di disturbi al sistema circolatorio. Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare II in Humanitas, parla dei rischi alla salute causati dai tachi alti  e dei modi per prevenire il problema. Riportiamo i suoi consigli tratti da Humanitasalute.it.




È vero che i tacchi alti fanno male alla salute?
«Non è vero, è una leggenda metropolitana anche se ha una base di verità, ma poi lo sviluppo che ne deriva diventa falso. In generale bisognerebbe sempre andare cauti sui temi che riguardano la salute, e in questo caso è essenziale capire prima di tutto come funziona la gamba, dato che nel caso specifico si parla di danni al sistema circolatorio. Il sangue per raggiungere le gambe e i piedi è sospinto lungo le arterie dal cuore, il problema nasce nel momento in cui lo stesso sangue deve per così dire “fare un’inversione”, per tornare verso l’alto attraverso le vene, dove non c’è più il cuore che lo sospinge. In questo caso “il cuore periferico” che spinge il sangue verso l’alto, quindi dalle vene periferiche verso il cuore, è il movimento delle gambe.

Se la gamba è ferma, il sangue ovviamente risale più lentamente e con difficoltà, mentre se la gamba deambula l’appoggio stesso del piede a terra e la muscolatura del polpaccio svolgono il ruolo di veri e propri motori. Il meccanismo quindi è sempre lo stesso, solo che in fase di andata, quando il sangue scende verso il basso, viene preso in carico dal cuore, in fase di ritorno a svolgere lo stesso ruolo è la pompa muscolare che si attiva camminando.

Pertanto se è vero che il motore periferico è dato dall’appoggio del piede e dal movimento del polpaccio, ogni cosa che ne facilità il movimento fisiologico è favorente in caso di disturbi venosi, tutto ciò che invece è di ostacolo al movimento e all’appoggio del piede, diventa un ostacolo al ritorno venoso. Quindi ogni calzatura che rende più difficile o più impacciata la deambulazione, in qualche modo rende meno fluido il ritorno venoso.

Se una donna indossa un paio di scarpe strette che limitano il movimento del piede e rendono rigido il suo appoggio, per forza di cose il ritorno venoso subisce un rallentamento. Dunque il tacco alto, in tal senso, mette il piede in condizione di non avere un appoggio del tutto fisiologico, ma anche il tacco zero però è imputato dello stesso problema, perché l’appoggio del piede senza supporto del calcagno è difficile e faticoso. Diciamo che il migliore tacco è quello da 3/4 centimetri».

Esiste un modo “salutare” di indossare il tacco o casi in cui se ne sconsiglia l’uso?

«Come regola generale la calzatura comoda è quella migliore. Paradossalmente se una donna si sentisse molto comoda con un paio di scarpe con un tacco dodici, non avrebbe probabilmente nessun tipo di ripercussione circolatoria. Per cui le donne che non avvertono scomodità nel passeggiare con i tacchi alti non risentono probabilmente di alcun tipo di effetto negativo sulla circolazione, viceversa là dove ci si sente impacciati e scomodi e si avverte fatica a camminare, è molto probabile che il nostro sistema venoso ne risenta.

Tutto ciò non è causa di malattie o particolari patologie connesse all’uso dei tacchi, è soltanto un elemento che può aggravare i sintomi in caso di predisposizione o familiarità con problematiche del sistema circolatorio. Se una donna è perfettamente in salute e non ha sintomi di insufficienza venosa non ha motivo di preoccuparsi. Con l’unico accorgimento, però, di fare attenzione a non far sottostare eccessivamente la propria comodità alle esigenze del look.

Viceversa una donna che abbia già avuto sintomi o qualche avvisaglia di insufficienza venosa, come ad esempio gambe gonfie e pesanti, arrossamento cutaneo nei mesi caldi o addirittura presenza di vene varicose e capillari, che possano testimoniare una predisposizione - quasi sempre su base ereditaria -, allora in questi casi certamente le condizioni cambiano, e forse questa persona è meno adatta a indossare tacchi alti per un periodo prolungato.

Ma in ogni caso continuo a pensare che non ci siano controindicazioni se una donna indossa i tacchi per una serata, ma mi sentirei di sconsigliarne l’uso per il lavoro, poiché indossarli per un tempo prolungato metterebbe decisamente sotto sforzo l’intero sistema circolatorio, là dove di fondo esiste già una problematica. Una conclamata sofferenza di tipo circolatorio anche non grave ma accertata, inoltre, suggerisce l’uso costante delle calze elastiche a compressione graduata, che in questi casi possono procurare sollievo e limitare eventuali effetti collaterali».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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