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La grappa si orienta a donne e giovani Tre produttrici trentine spiegano i trend

Anna Marzadro, Camilla Lunelli e Livia Bertagnolli, produttrici trentine di grappa, hanno incontrato la stampa al Park Hyatt di Milano per delineare le nuove tendenze nel settore e i nuovi sbocchi del mercato

 
29 ottobre 2014 | 17:27

La grappa si orienta a donne e giovani Tre produttrici trentine spiegano i trend

Anna Marzadro, Camilla Lunelli e Livia Bertagnolli, produttrici trentine di grappa, hanno incontrato la stampa al Park Hyatt di Milano per delineare le nuove tendenze nel settore e i nuovi sbocchi del mercato

29 ottobre 2014 | 17:27
 

Promuovere la grappa presso un pubblico relativamente nuovo, fatto di donne e giovani. È questo l’obiettivo principale che orienta l’attività dell’associazione Donne della grappa, come hanno spiegato tre illustri esponenti trentine come Anna Marzadro, Camilla Lunelli e Livia Bertagnolli, che nei giorni scorsi hanno incontrato la stampa di settore al Park Hyatt Hotel di Milano. La proposta attuale dei produttori, in generale, è cercare di slegare la grappa dalle abituali occasioni di consumo e dai tradizionali target di riferimento. Esiste infatti un tale ventaglio di possibilità e di nuovi spunti di utilizzo che chiunque ormai può degustare un prodotto di qualità in qualsiasi occasione. Uno degli ultimi trend, ad esempio, è l’utilizzo della grappa come ingrediente per la preparazione di originali cocktail al bar e nei locali notturni.

da sinistra: Camilla Lunelli, Livia Bertagnolli e Anna Marzadro
Nella foto, da sinistra: Camilla Lunelli, Livia Bertagnolli e Anna Marzadro

La grappa trentina viene dunque affidata alle donne perché trovino nuovi sbocchi di mercato. «La donna - ha spiegato Anna Marzadro (nella foto, a destra) della Distilleria Marzadro di Nogaredo (Tn) - è molto attenta in quella che è magari la parte olfattiva, del sapore, quindi sa cogliere veramente con attenzione le caratteristiche della grappa, aspetto che tante volte l'uomo non è in grado di individuare».

Per questo, quindi, si tende a proporre grappe più morbide e più aromatiche. «Morbidezza - si è domandata Anna Marzadro - cosa vuol dire? Vuol dire piacere, vuol dire non troppa spiritosità, il suo non essere troppo spigolosa? Quello che ci ripromettiamo di fare è regalare emozioni e piaceri: questo è uno degli scopi della grappa. La grappa dev’essere la conclusione del pasto, dev’essere il completamento della serata, non di certo un digestivo o un prodotto riscaldato. Dev’essere puro piacere, esattamente come quando si mette in bocca un buon cioccolatino: così dev’essere anche con la grappa».

La grappa, soprattutto quella trentina, cerca nuovi sbocchi di mercato, soprattutto verso determinati Paesi in cui oggi è più facile esportarla dopo il vino. «Credo sia necessario lavorare su due canali», ha affermato Camilla Lunelli (nella foto, a sinistra), responsabile della comunicazione e dei rapporti esterni del Gruppo Lunelli, che comprende le Cantine Ferrari e la grappa Segnana. «Uno è sicuramente quello geografico, quindi andare oltre confine. Sicuramente ciò in questi ultimi anni sta dando più soddisfazione in particolare ai produttori di vino rispetto al mondo domestico. Un secondo canale poi che credo importante può essere il lavorare sulle occasioni di consumo. Faccio un esempio. Noi col Trentodoc stiamo lavorando per portare il nostro prodotto a tutto pasto; dall'altra parte, con la grappa trentina, quello che facciamo è sdoganarla dalla sua tradizione di prodotto maschile, prodotto duro, da montagna. Grazie ad un grosso lavoro che abbiamo svolto in distilleria, con nuovi metodi di distillazione e con nuove metodologie di invecchiamento, abbiamo ottenuto un prodotto molto più morbido, più sinuoso, più affascinante, quindi molto più adatto a tipologie di consumatori diversi - penso ai giovani e alle donne - ma anche ad occasioni di consumo diverse. Insomma, una grappa che entra nel salotto da protagonista».



Tra le ragioni per le quali la grappa trentina viene promossa maggiormente come prodotto di qualità, c'è sicuramente l’attenzione alla materia prima e alla qualità stessa. «La grappa trentina - ha sottolineato Livia Bertagnolli (nella foto, al centro) della Distilleria Bertagnolli di Mezzocorona (Tn) - ha un disciplinare molto rigido, che abbiamo creato nel 1964. Mio padre è stato uno degli artefici di questo Istituto, era consapevole del bisogno di fare la differenza. Ecco allora che nel regolamento dell’Istituto di tutela della grappa trentina troviamo un disciplinare molto ferreo, che postula come un prodotto debba essere assolutamente distillato in Trentino e non possa avere aromaticità che non siano naturali, quindi alcun tipo di aromatizzante. Conferma poi che il prodotto vinaccia venga distillato in pochissimo tempo, ecco quindi che le vinacce da uva rossa vengono distillate immediatamente, quelle da vinaccia bianca a breve, dopo pochissimi giorni. La qualità delle vinacce dev’essere veramente di prima scelta, devono essere grondanti di mosto, una componente importantissima che porta molta aromaticità in più. Inoltre - ha concluso Livia Bertagnolli - abbiamo degli alambicchi a metodo discontinuo a bagnomaria, e questi fanno la differenza: viene fatta una distillazione in maniera molto morbida, molto rigorosa nella sua procedura; tutte le vinacce vengono portate a ebollizione con un sistema di vapori ben preciso, affinché non subiscano scottature e, di conseguenza, venga mantenuto inalterato l’aspetto organolettico della grappa, la sua aromaticità».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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