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Barolo Docg - SCHEDA TECNICA

 
06 novembre 2014 | 16:23

Barolo Docg - SCHEDA TECNICA

06 novembre 2014 | 16:23
 

La zona di produzione
La zona di produzione del Barolo comprende i territori comunali di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba, tutti sotto la provincia di Cuneo, in Piemonte.



Il vitigno
Vino in purezza ricavato dalle uve Nebbiolo.

Caratteristiche

  • Aspetto: Rosso granato a volte anche intenso, con riflessi aranciati che nel corso della sua evoluzione si accentuano.
  • Profumo: Profumo intenso e netto con sentori floreali che ricordano la rosa e la viola nei vini giovani; col tempo prevalgono sentori di frutta quali la ciliegia sciroppata e la prugna cotta, poi profumi vegetali di sottobosco e terre bagnate che ricordano il tartufo e i funghi, infine aromi speziati di pepe, cannella e vaniglia, che evolvono verso profumi animali come il cuoio quando invecchiato.
  • Gusto: Spiccatamente tanninico quando è giovane, ricco di corpo, dal sapore asciutto, pieno, robusto, ma anche vellutato, armonico, avvolgente. In bocca si percepisce la bacca rossa della ciliegia e della mora, la liquirizia e la vaniglia, il tabacco e il caffé.
  • Gradazione alcolica: Circa 13°.
  • Età ottimale: Questo vino importante richiede almeno 3 anni di invecchiamento, di cui almeno 2 in botti di rovere o castagno. Diventa Barolo Riserva se invecchiato per un periodo minimo di 5 anni, di cui almeno 2 in botti di rovere o castagno.
  • Calice e servizio: Servire in ampi bicchieri, in modo da dare ai profumi la possibilità di evolversi con l’ossigenazione del vino. Temperatura di servizio ideale intorno ai 18°C.
  • Abbinamento con i cibi: Si abbina a carni rosse brasate e arrostite, e a formaggi stagionati o a pasta dura.

Cenni storici
Camillo Benso Conte di Cavour ebbe il merito di aver fatto arrivare in zona un famoso enologo francese per "costruire" un vino secco, importante, "alla moda di Bordeaux". Il risultato trovò un immediato riscontro presso Casa Savoia e presso le corti di tutta Europa. La leggenda popolare narra che la notorietà del vino Barolo è arrivata fino a Casa reale grazie alla Marchesa di Barolo. Re Carlo Alberto chiese alla Marchesa perché “non gli avesse mai fatto gustare quel suo famoso vino del quale tanto aveva sentito parlare”. Qualche giorno dopo i torinesi assistettero ad una strana processione: videro passare per via Nizza a Torino una lunga fila di carri, ciascuno con il suo carico di vino. I carri erano diretti a Palazzo Reale, sede della Corte. I carri e le relative carrà erano trecentoventicinque, uno per ogni giorno dell’anno, sottratti i quaranta giorni di quaresima. Questo vino piacque moltissimo al Re, tanto che ne divenne anch’egli produttore nelle sue terre di Verduno, dirette dal generale Staglieno, già impiegato presso il Cavour. I Falletti divennero molto amici dei regnanti, oltre che del Vino Barolo, tanto che ne regalarono parecchio ai Savoia, lo offrivano ai loro invitati nel loro salotto torinese, ne rifornivano con liberalità gli amici.

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