L’articolo 17 della legge comunitaria, approvato dal Parlamento lo scorso ottobre, che prevede l’innalzamento al 20% di succo nelle bibite a base d’arancia o altra frutta, difficilmente entrerà in vigore. È quanto afferma Il Fatto Alimentare nel sostenere che si tratta ancora di un testo al vaglio dell’Unione europea. Il provvedimento verrà attuato solo dopo la conferma della Commissione europea, e in tal caso entrerà in vigore solo dopo maggio 2016.
Italia a Tavola punta ancora i riflettori su una vicenda che da anni sta interessando il settore delle bevande a base di frutta, e che merita di essere sostenuta in nome della qualità dell'agroalimentare Made in Italy.
Il Fatto Alimentare aggiunge che, come si può verificare sul sito ufficiale, il periodo di standstill della norma (intervallo in cui la legge rimane sospesa al vaglio della Commissione e dei 28 Stati Membri) è stato prorogato al 1° maggio 2015. Dopo questa data, la proposta di legge concede 12 mesi dal perfezionamento di tale procedura per l’applicazione della norma.
Nel frattempo, non si sono fatte attendere le reazioni degli Stati membri che hanno inviato commenti o relazioni sulla vicenda. L’incremento della percentuale di succo nelle bibite a base d’arancia riguarderebbe infatti solo i produttori nazionali, ma si tratta comunque di una norma pur sempre discriminatoria che metterà i produttori italiani in una condizione di svantaggio competitivo: negli altri Paesi le stesse bevande continueranno ad essere prodotte con il 12% di succo e anche meno.
Inoltre, sempre rifacendoci alle parole de Il Fatto Alimentare, un elemento importante da considerare è che per i progetti di legge nazionali potenzialmente in conflitto con il diritto Ue i tempi burocratici si allungano, ed è quello che sta avvenendo, dato anche che 6 Stati europei hanno avanzato commenti e quattro (Repubblica Ceca, Irlanda, Olanda e Polonia) hanno presentato una relazione circostanziata sulla proposta.
Per questi motivi non è il caso di cantare vittoria prima del tempo, la pratica è molto delicata e ancora in fase di perfezionamento; ai produttori italiani non resta che attendere per conoscere l'esito di questa condizione incerta.