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Si rinnova il Blu Cafè di Pisa Dove l'arte è servita in un piatto

Il Blu Cafè di Pisa riapre e inaugura una stagione ricca di eventi culturali che uniranno cibo e arte. Pietro Vattiata propone una cucina innovativa, che parte dalla semplicità della tradizione e si riempie di colori

di Alberto Lupini
direttore
 
08 giugno 2015 | 14:15

Si rinnova il Blu Cafè di Pisa Dove l'arte è servita in un piatto

Il Blu Cafè di Pisa riapre e inaugura una stagione ricca di eventi culturali che uniranno cibo e arte. Pietro Vattiata propone una cucina innovativa, che parte dalla semplicità della tradizione e si riempie di colori

di Alberto Lupini
direttore
08 giugno 2015 | 14:15
 

Il connubio tra arte e cibo è la tendenza indiscutibile del momento, ma è anche un’ottima unione che porta alla valorizzazione di due punte di diamante della cultura italiana. Il Blu Cafè di Pisa non si limita a organizzare eventi che abbiano come protagonisti l’enogastronomia e la pittura o la scultura. Al contrario rappresenta un luogo in cui questi due elementi convivono quotidianamente. In una città dove Palazzo Blu è diventato in poco tempo un centro espositivo di rilevanza nazionale, elevando l'attrattività della città simbolo del turismo italiano, il ristorante presente all'interno del museo recupera un senso alto di ristorazione che negli ultimi anni a Pisa si era un po' smarrito.



Il Blu Cafè infatti è situato nell'ambito del complesso immobiliare di Palazzo Blu, il museo nel cuore del centro storico di Pisa, che tra le altre ha ospitato fino allo scorso febbraio anche la mostra di Amedeo Modigliani, e oggi è sede di una delle più interessanti mostre italiane sulla prima guerra mondiale. Oggi il Blu Cafè rilancia con una nuova gestione e uno chef creativo ed esperto, Pietro Vattiata (nella foto).

«Stiamo puntando su una cucina innovativa - dichiara Vattiata, - difficile da inserire in una città dal sapore antico come Pisa, ma stiamo avendo dei buoni risultati. Quella che io definisco cucina innovativa è caratterizzata da una semplicità di base arricchita da un pizzico di stravaganza. Significa giocare con i colori, come mi sto divertendo a fare, quasi ad omaggiare i grandi pittori che abbiamo ospitato e che ospiteremo al museo».

Pietro Vattiata«La mia origine trapanese - continua Pietro Vattiata - influisce moltissimo sulle mie creazioni culinarie. L'istinto siciliano emerge in ogni cosa che faccio. Propongo una cucina italiana con piatti tipici toscani e pisani, ma con la giusta dose di ironia siciliana. Anche se ormai - come si dice a Pisa - sono un pisese, ovvero un pisano aggiunto, e devo ringraziare la città per quello che mi ha dato».

Le prossime novità al Blu Cafè riguarderanno l'allestimento, che in particolare a settembre sarà curato dalla Fondazione Cerratelli. Presto sarà allestita una mostra di Henri de Toulouse-Lautrec, artista francese dallo spirito bohémien. Non mancheranno delle piacevoli novità a livello enogastronomico; «Ospiteremo tante aziende vinicole italiane e non - conclude Vattiata - per della serate di degustazione di alto livello. Ci sarà da divertirsi».

La cucina di Vattiata si svolge sui registri della ricercatezza per restituire semplicità ed emozioni. Lo chef siculo-toscano anna muoversi fra i due territori che caratterizzano la sua vita e un piatto presentato nei giorni scorsi ne è l'esempio: la Panzanella di mandorle pizzate d'avola con sarde all'arancia. Un tipico piatto toscano si integra con prodotti che sono l'anima della Sicilia (mandorle, sarde e arance) e il risultato è sorprendente per il connubio che sa creare. Freschezza e palabilità sono caratteristiche che rendono davvero interessante questo piatto.



Ma ovviamente Vattiata sa cimentarsi con bravura ed eleganza sia per piatti tradizionali (i suoi spaghetti alle vongole sono fra i migliori che abbiamo assaggiato negli ultimi anni, per precisazione e immediatezza), sia per quelli creativi, come il Risotto Carnaroli al melone estivo e mazzancolle, o invece il Calamaro Mirò (vedi foto sopra) esplicito riferimento ad una mostra di Palazzo Blu.

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