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Precisione e creatività, il mix perfetto che fa del barman un professionista

Un barman non deve essere solo meticoloso o solo creativo, un vero barman deve essere un mix perfetto di tutti questi elementi, che si rispecchiano nei cocktail che prepara. Lo racconta Luca Azzolina di Abi Professional. Sapersi relazionare con il cliente è fondamentale per essere un barman professionista

 
22 gennaio 2016 | 09:47

Precisione e creatività, il mix perfetto che fa del barman un professionista

Un barman non deve essere solo meticoloso o solo creativo, un vero barman deve essere un mix perfetto di tutti questi elementi, che si rispecchiano nei cocktail che prepara. Lo racconta Luca Azzolina di Abi Professional. Sapersi relazionare con il cliente è fondamentale per essere un barman professionista

22 gennaio 2016 | 09:47
 

Abi Professional, l’Associazione barman italiani, è una realtà che copre l’intero territorio nazionale e si sta preparando per la fase finale del suo primo concorso nazionale, dopo le preselezioni di Palermo, Roma e Milano. Ma questo è solo uno degli eventi che hanno reso così forte l’associazione dopo solo un anno dalla sua fondazione. I progetti realizzati da Abi Professional sono stati tanti e per il futuro si pensa in grande. A confermare l’entusiasmo della giovane associazione, Luca Azzolina (nella foto), coordinatore Abi Professional per la Lombardia.

Luca Azzolina

«Lavorare con Abi Professional - sostiene Luca Azzolina - per me significa creare un gruppo compatto, aiutarlo a crescere, per quanto mi compete qui in Lombardia, e per farlo mi dedico a tanti progetti. Ricordo ad esempio il Campari Campus, organizzato a settembre scorso all’istituto Carlo Porta con giovani studenti motivati. Il mio obiettivo era quello di calarli in un’ottica professionale, in modo da dar loro un’immagine del futuro che gli si prospetta fuori dall’aula. Penso anche alla realizzazione delle master-classes con maestri del calibro di Ezio Falconi e Fiorenzo Colombo, con svariate sedi in tutta la Lombardia. Le preselezione del concorso nazionale sono solo un tassello prima della sfida finale a Roma, che decreterà il miglior barman d’Italia. Sono tutti progetti interessanti che stimolano, permettono di mettersi in gioco e danno la possibilità di imparare di più intorno a questo mestiere».

«Io sono beverage manager al Lido di Cernobbio (Co), tra Villa Este e Villa Erba - continua Azzolina - e mi occupo della formazione di giovani barmen; gestisco inoltre per una grande società quattro locali, districati sul territorio lariano: uno a Grandate, uno, appunto il Lido di Cernobbio, uno ad Appiano Gentile, e un altro che per ora preferisco tenere per me, ma che rivelerò entro breve tempo».

L’esperienza non manca a Luca Azzolina e nemmeno la voglia di fare. Dalle sue attività e dai suoi anni passati “sul campo” ha imparato come ci si comporta dietro al bancone, sa come muoversi nel mondo del beverage, conosce i prodotti migliori, è ormai un esperto nell’accostare gli ingredienti. Azzolina non ha dubbi nemmeno riguardo alle giuste componenti che, in equilibrio tra loro, formano un barman ideale.

«Un barman non deve essere meticoloso, non deve essere preciso, né creativo e neppure folle: un barman deve essere un mix perfetto di tutti questi elementi, proprio come i cocktail che prepara. Quello che abbiamo visto al Carlo Porta durante le preselezioni del concorso nazionale, è l’esempio della bravura, della capacità e del talento dei nostri associati, ma non è solo la partecipazione ai concorsi che rende tale un vero barman. La qualità di un professionista la si vede ogni giorno dietro al bancone, quando è chiamato a svolgere il suo compito più importante: relazionarsi con le persone, socializzare, creare per loro un cocktail, che nasce e prende forma anche in base a chi ti sta di fronte. La comunicazione è alla base del nostro lavoro: per quanto si possa avere talento, non si sarà mai un vero barman senza riuscire a comunicare con chi beve il tuo drink».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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