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Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa

 
17 novembre 2017 | 17:23

Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa

17 novembre 2017 | 17:23
 

La Fondazione Birra Moretti, costituita da Heineken Italia e Partesa, ha presentato la 2ª ricerca dell’Osservatorio Birra dal titolo “La birra piace sempre di più agli italiani”. L’indagine è stata condotta da Althesis .

Nei mesi scorsi sono stati pubblicati i dati di un primo rapporto, sempre a cura di Althesis, che ha analizzato il valore condiviso creato dall’industria della birra in Italia. Nel 2015 era stato di circa 7,8 miliardi di euro, pari allo 0,48% del Pil italiano, 4,16 volte il fatturato delle aziende produttrici di birra e 4,25 euro di valore condiviso creato per litro di birra venduta. Un settore che produce quasi 2 miliardi di euro di salari lordi, pari allo 0,19% dei consumi delle famiglie. Sommando questi numeri alla crescita dei consumi degli ultimi due anni (31,5 litri/anno procapite nel 2016 rispetto ai 30,8 del 2015) e alla crescente immagine della birra che vede l'Italia essere la nazione europea dove il livello di reputazione è più alto (78,2 punti contro una media europea di circa 65,5) viene confermato il fatto che oggi nel nostro Paese il settore sta vivendo quella che può essere definita “La Primavera della Birra”.

Alessandro Marangoni, Luciano Sbraga, Alfredo Pratolongo e Søren Hagh (Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa)
Alessandro Marangoni, Luciano Sbraga, Alfredo Pratolongo e Søren Hagh

Di questa tendenza in atto ne hanno parlato a Milano Søren Hagh, amministratore delegato Heineken Italia, Alfredo Pratolongo, presidente Fondazione Birra Moretti, Luciano Sbraga, direttore Ufficio studi Fipe e Alessandro Marangoni, amministratore delegato Althesys.

«La birra cresce - ha annotato Alfredo Pratolongo - perché piace sempre di più agli italiani. E il primo indicatore arriva dal fronte consumi, che nel 2016 ha espresso un complessivo +1,6% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 19 milioni di ettolitri a livello nazionale». Un mercato anticiclico che ha retto in tempo di crisi. «Dal 2012 al 2016 - ha sottolineato Alessandro Marangoni - a fronte di una significativa diminuzione della spesa media, soprattutto di quella relativa ai generi alimentari, il consumo di birra è cresciuto dell'8,9%. Ma è dal 2010 che in Italia la crescita della produzione di birra batte quella dei beni di consumo e dal 2013 ha accelerato con decisione». Un trend confermato anche a inizio 2017: a gennaio l'indice della produzione di birra è aumentato di 3,5 punti rispetto allo stesso mese del 2016, il più elevato d’Europa, a quota +0,9%, a fronte del calo generalizzato della produzione industriale del 2,3%. Dati che si vanno ad agganciare alla voce di spesa relativa consumi in servizi di ristorazione.

Alfredo Pratolongo (Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa)
Alfredo Pratolongo

Per le famiglie italiane nel 2015 è stata pari a circa 76,4 miliardi di euro, cifra che ha inciso per il 7,6% sull'ammontare complessivo dei consumi e per ben il 34,6% sul totale dei consumi per generi alimentari e bevande. L’universo Horeca rispetto alla crisi si è mosso in controtendenza. La congiuntura economica negativa ha inciso sui consumi di generi alimentari facendo registrare un -18,7 miliardi di euro tra il 2007 e il 2015, un impatto che ha colpito quasi esclusivamente i consumi domestici (-18,3 miliardi di euro, il 98,2% del calo complessivo).

Alessandro Marangoni (Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa)
Alessandro Marangoni

Il “fuori casa” è un comparto molto frammentato (48 punti di consumo ogni 10mila abitanti) che nel nostro Paese è rappresentato da un elevato numero di imprese dalle dimensioni ridotte. Oltre la metà degli esercizi commerciali è composta da ditte individuali mentre il 32,4% da società di persone. È dunque una gestione tendenzialmente familiare quella che caratterizza le imprese del settore Horeca italiano: il titolare e i suoi più stretti parenti vi sono direttamente coinvolti, godendone in prima persona i frutti. Un mercato che nella sua globalità (dipendenti e famiglie titolari) conta 1 milione di addetti. La famiglia, d’altro canto, ribaltando la visuale dal versante produttivo a quello dei consumi, è anche uno dei principali target di riferimento per i servizi offerti dagli operatori dell’intero comparto della ristorazione fuori casa. E in questo contesto la birra gioca un ruolo decisivo.

(Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa)
The Blade

In Italia, dati 2015, ne sono stati venduti circa 7,8 milioni di ettolitri, l’equivalente di quasi 6 miliardi di euro per gli esercenti, circa il 7,8% dei loro ricavi complessivi. Volumi che rappresentano circa il 41,5% dei consumi complessivi di birra in Italia (fonte Assobirra) e, seppur inferiori a quelli riconducibili alle vendite del circuito off-trade (supermercati e ipermercati), generano quasi il 75% dei ricavi totali del mercato birrario italiano. Il valore aggiunto realizzato annualmente dall’intera filiera della birra destinata all’oudoor è di oltre 2 miliardi di euro: l’80% è imputabile alla vendita finale.

Luciano Sbraga (Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa)
Luciano Sbraga

La ricerca dell’Osservatorio Birra ha stimato il peso che la vendita di birra ricopre in termini di ricavi per i due segmenti più significativi: quello dei bar e quello dei ristoranti. Sono stati circa 222.900 gli esercizi considerati (di cui il 51,5% bar e il 48,5% ristoranti) con un fatturato complessivo di 51,3 miliardi di euro. Per i 114.720 bar presi in considerazione, i ricavi da vendita di birra sono stati stimati in 1,962 miliardi di euro, pari all’11% delle loro vendite totali. Per i 108.163 ristoranti in 2,339 miliardi di euro, il 7% delle vendite totali. «L’universo Horeca - ha sottolineato Luciano Sbraga, direttore Ufficio studi Fipe - in Italia è costituito da oltre 325mila aziende e fa registrare numeri molto importanti. Il modello di consumo nazionale, del resto, è fondato sulla convivialità più che sulla necessità. Durante gli anni della crisi, infatti, sono calati i consumi a pranzo, non quelle serali, di puro piacere. Le famiglie non si sono chiuse in casa. Per quanto riguarda i pubblici esercizi, nei prossimi anni la vera sfida sarà investire sulla propria capacità di innovazione».

Søren Hagh (Famiglie e birra Spina dorsale dei consumi fuori casa)
Søren Hagh

Una strada da percorrere che vede Heineken Italia già da tempo al fianco degli operatori professionali. «Il mercato italiano - ha puntualizzato l’amministratore delegato Søren Hagh - non è propriamente un mercato. È un ricchissimo insieme di identità, regionali, comunali, cittadine, caratterizzate da punti consumo diversi, ognuno con esigenze proprie. Il complesso di queste realtà dà vita però a uno tra i più dinamici mercati del mondo. In crescita del 3-4%». A questo universo segmentato di pubblici esercizi Heineken Italia sta offrendo nuove specialità, differenti formati e una galassia di sistemi di spillatura in grado di assicurare sempre la freschezza e il gusto della birra. Per ogni tipologia di locale e volumi di consumo. Dal grande impianto all’innovativo The Blade, studiato per i punti vendita più piccoli che non vogliono rinunciare all’opportunità di spillare una birra a regola d’arte.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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