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Parmigiano Reggiano Dop, export al 38% Consumi per 2,2 miliardi di euro

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
23 aprile 2018 | 16:51

Parmigiano Reggiano Dop, export al 38% Consumi per 2,2 miliardi di euro

di Gabriele Ancona
vicedirettore
23 aprile 2018 | 16:51
 

Il 2017 è stato un anno record per la produzione della Dop Parmigiano Reggiano che cresce complessivamente del 5,2% rispetto all’anno precedente. Oltre 3,65 milioni le forme prodotte, circa 147mila tonnellate.

I dati economici del comparto sono stati presentati a Milano dal presidente del Consorzio Nicola Bertinelli, accompagnato dal vicepresidente Guglielmo Garagnani. Presente anche il viceministro alle Politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero.

(Parmigiano Reggiano Dop, export al 38% Consumi per 2,2 miliardi di euro)

Un giro d’affari al consumo pari a 2,2 miliardi di euro per la Denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato. Negli ultimi tre anni ha registrato una crescita del 10%.

L’Italia rappresenta il 62% del mercato, contro una quota export del 38% (+3,9% rispetto all’anno precedente). La Francia è il primo mercato (9.800 tonnellate), seguita da Germania (9.460 tonnellate), Stati Uniti (9.075 tonnellate), Regno Unito (6.163 tonnellate) e Canada (2.380 tonnellate). Se Francia, Germania, Canada e Regno Unito corrono (rispettivamente +11,3%, + 3,2% , +8,1%, +6,6%), gli Stati Uniti frenano (-9,3%) a causa del rapporto euro/dollaro e della concorrenza dei prodotti similari. Al contrario, cresce il Canada che, grazie agli accordi Ceta, conferma le previste opportunità di sviluppo.

Luigi Chiarello, Nicola Bertinelli, Andrea Oliviero, Guglielmo Garagnani (Parmigiano Reggiano Dop, export al 38% Consumi per 2,2 miliardi di euro)
Luigi Chiarello (caposervizio a Italia Oggi), Nicola Bertinelli, Andrea Oliviero e Guglielmo Garagnani

Ma Parmigiano Reggiano sta vivendo un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel 2016 il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2017 la quotazione media si è attestata a 9,81 euro con un incremento del 14%.

La sfida è quella di collocare il prodotto sul mercato a un prezzo remunerativo: nel 2018 si prevede infatti un ulteriore incremento della produzione che porterà il numero delle forme a superare quota 3,7 milioni. Per sviluppare la domanda in Italia e all’estero, il bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a 20 milioni di euro (12 in Italia e 8 all’estero): 7 milioni in più rispetto all’anno precedente.

«La strategia del Consorzio - ha sottolineato il presidente Bertinelli - si basa su quattro pilastri: distintività di prodotto, incremento dell’export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici. Il primo, e il più importante, riguarda la distintività di prodotto. Ci sono 3,5 milioni di famiglie fedelissime al Parmigiano Reggiano, 3,9 milioni al Grana Padano e 14 milioni di famiglie che comprano indistintamente uno o l’altro. Per aumentare le vendite, abbiamo messo in campo azioni di riposizionamento della marca, rafforzando la comunicazione con l’obiettivo di far percepire al consumatore i plus che rendono il Parmigiano Reggiano Dop un formaggio unico al mondo. Un prodotto che si distingue dai competitor per la selezione degli ingredienti migliori e naturali, la completa assenza di conservanti e additivi, il rispetto della stessa ricetta da mille anni».

(Parmigiano Reggiano Dop, export al 38% Consumi per 2,2 miliardi di euro)

Sul fronte export il Consorzio si pone l’obiettivo di crescere di 2-3 punti percentuali l’anno e di arrivare nel 2021 a quota 1,6 milioni di forme esportate. Per quanto riguarda la lotta alla contraffazione, dal 2017 il Consorzio ha potenziato i programmi di sorveglianza delle ditte di grattugia e dei laboratori di porzionatura (ora al 100%) così da garantire al consumatore l’autenticità del prodotto. Quarto pilastro lo sviluppo delle vendite dirette, che il Consorzio sostiene e promuove. «I Caseifici - ha sottolineato Bertinelli - devono avere sempre più accesso al mercato senza mediazioni, non solo attraverso gli spacci aziendali, ma anche con le vendite online, i rapporti diretti con le piccole catene di supermercati e il canale Horeca. L’obiettivo è quello di aumentare la quota di vendita diretta fino a raggiungere un terzo della produzione complessiva».

Da annotare, in merito ad artigianalità e distintività, che 137 caseifici su 335 hanno certificazioni aggiuntive alla Dop per rispondere alle diverse esigenze di mercato. Ci sono il Parmigiano Reggiano Biologico, quello di Vacca Bianca Modenese, di Vacca Rossa Reggiana, di Vacca Bruna, e ancora il Prodotto di Montagna, il Kosher, l’Halal e le lunghissime stagionature “da meditazione”. Oltre 360mila forme che si collocano a prezzi al consumo stabilmente superiori alla media.

«Essere qui oggi - ha annotato il vinistro Andrea Olivero - vuol dire non solo celebrare il successo di un prodotto italiano Dop,  ampiamente riconosciuto e premiato dai consumatori  in Italia e all’estero, ma riconoscere il lavoro fatto da tutta la filiera che ha saputo raccontare le caratteristiche intrinseche di un'eccellenza italiana. Come Governo continueremo a impegnarci per contrastare l’italian sounding e perché le indicazioni geografiche diventino un valore globale».

Per informazioni: www.parmigianoreggiano.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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