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Pirateria, con le nuove leggi strumenti più efficaci contro l’illegalità

 
13 febbraio 2019 | 09:39

Pirateria, con le nuove leggi strumenti più efficaci contro l’illegalità

13 febbraio 2019 | 09:39
 

Il business della pirateria è in mano alla criminalità organizzata, ma con il nuovo anno crescono i controlli e l’attività di contrasto. Ora guardare il calcio illegalmente sarà ancora più rischioso.

La pirateria televisiva è un fenomeno che ha ripreso piede nel nostro Paese, come testimoniano anche i sempre più frequenti casi di cronaca. È proprio la cronaca recente a dimostrare che la lotta all’illegalità sta crescendo sempre più con l’intensificarsi delle attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto grazie all’introduzione di nuove norme da parte del Governo.

(Pirateria, con le nuove leggi strumenti più efficaci contro l’illegalità)

L’ultima operazione in ordine di tempo della Guardia di Finanza è stata condotta a fine anno in Salento e ha portato a iscrivere 15 persone nel registro degli indagati. Da un blitz dei finanzieri è infatti emerso che un’azienda di servizi informatici con sede a Carmiano, in provincia di Lecce, dava la possibilità ai suoi clienti di accedere tramite una Iptv pirata ai servizi di pay tv per soli 10 euro al mese usando dei codici illegali. L’inchiesta è destinata ad allargarsi ulteriormente e porterà presto all’identificazione degli utilizzatori finali. Dalle perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza si ipotizza infatti che il servizio possa essere stato fornito non solo in Puglia ma anche in altre parti d’Italia, con un volume significativo di “clienti”.

Il fenomeno quindi va ben oltre i confini del classico abusivismo. Ora si è di fronte a pirateria informatica vera e propria, che con l’uso del famigerato “pezzotto” coinvolge sia utenti residenziali sia i locali pubblici. Quello delle Iptv pirata è un business dell’illegalità su cui la criminalità organizzata ha subito allungato i suoi tentacoli. Questo spiega perché a tutti i livelli si stiano intensificando gli sforzi per contrastare il fenomeno. Le stesse società sportive hanno iniziato a sensibilizzare i tifosi contro la pirateria. È il caso ad esempio del Milan, che lo scorso dicembre ha lanciato una campagna con protagonista il portiere Pepe Reina. «Guardare illegalmente eventi sportivi distrugge la passione di tutti quelli che amano il calcio», il monito lanciato dall’estremo difensore rossonero.

In questa direzione vanno anche le nuove norme anti-pirateria introdotte dal Governo con la nuova Legge di Bilancio, che, modificando parte della “Legge Melandri”, forniscono nuovi strumenti per rendere più efficace l’attività di contrasto all’illegalità, aggiungendosi alle leggi preesistenti che già da anni puniscono abusivismo e pirateria. La visione delle pay tv in ambito pubblico senza un adeguato abbonamento rappresenta infatti un reato penale perseguibile ai sensi della Legge 633/1941 sul diritto d’autore e dell’articolo 14.1 della Legge 248/2000 che punisce la diffusione indebita di servizi criptati con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa fino a 15.493 euro.

Ora, in caso di violazione dei diritti, oltre alla Lega Serie A anche gli operatori tv sono legittimati ad agire nei confronti sia di chi offre i servizi pirata sia di chi ne fruisce. Il giudice, inoltre, potrà prendere decisioni più tempestive e durature rispetto a quanto avveniva fino a oggi. Potrà impedire, ad esempio, che gli utenti pirata utilizzino sistematicamente i servizi illegali attraverso una sorta di “Daspo digitale” anche per tutta la stagione sportiva. Ma non è tutto. Infatti d’ora in poi, in ogni giudizio promosso dagli operatori tv, la Lega Serie A sarà sempre chiamata in causa e dovrà quindi agire necessariamente con più determinazione, anche mettendo in campo una task force dedicata al contrasto della pirateria, come avviene in Inghilterra e in Germania. In questo modo, in sede civile, gli utenti pirata dovranno risarcire sia gli operatori tv truffati sia la Lega Serie A.

(Pay tv, dilagano pirateria e abusivismo Sempre più controlli nei locali pubblici)

Che l’attenzione del Governo nella lotta alla pirateria sia alta è confermato anche dalle parole di Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a informazione ed editoria, che si è recentemente espresso sul tema. Secondo Crimi, le Iptv illegali «uccidono un mercato virtuoso, bloccano lo sviluppo delle aziende che realizzano i prodotti che guardiamo in tv, fanno perdere migliaia di posti di lavoro».

Tutti questi elementi evidenziano come nella lotta alla pirateria vi sia stato di recente un deciso cambio di passo. È bene quindi essere consapevoli della natura penale del reato e dei rischi che corre l’utente finale, vista la tracciabilità degli indirizzi IP in cui arrivano i contenuti pirata trasmessi da queste Iptv illegali.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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