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Un Prosecco con una storia millenaria Collalto e il legame saldo con il territorio

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
27 novembre 2018 | 11:09

Un Prosecco con una storia millenaria Collalto e il legame saldo con il territorio

di Gabriele Ancona
vicedirettore
27 novembre 2018 | 11:09
 

Quando parla di legame con il territorio Isabella Collalto de Croÿ lo fa a ragion veduta. La sua famiglia è radicata a Susegana (Tv) dal 958, dal tempo in cui l’antenato Rambaldo I era il Signore della Contea di Lovadina.

Prati, pascoli, boschi e vigneti fanno da cornice al Castello di San Salvatore, costruzione risalente al 1245 e oggi nucleo centrale dell’Agricola Conte Collalto, la più grande azienda vitivinicola per estensione vitata nell’area Docg del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene.

(Un Prosecco con una storia millenaria Collalto e il legame saldo con il territorio)

«La nostra - sottolinea Isabella Collalto de Croÿ, alla guida dell’azienda dal 2007 - è una lunghissima storia, come una storia d’amore. Quella di una famiglia legata da oltre un millennio a un territorio che ha dato moltissimo e che continua a dare molto. Una longevità che si compone di terra, persone e tradizione».

La tenuta si sviluppa su 380 ettari, di cui 164, a corpo unico, coltivati a vigneto (100 a uva Glera). Dalla cantina, edificata in cemento armato nel 1904, escono ogni anno 850mila bottiglie, di cui oltre 550mila di Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg. La linea di produzione si articola in 9 spumanti tra Prosecco Superiore Docg, Prosecco Doc Treviso, Manzoni Moscato e 12 vini fermi. Uno dei punti di forza della cantina è quello dei vitigni Incrocio Manzoni, uve nate dalla ricerca di Luigi Manzoni, preside dell’Istituto di viticoltura e di enologia di Conegliano dal 1933 al 1958.

(Un Prosecco con una storia millenaria Collalto e il legame saldo con il territorio)

Innovazione e tradizione che qui vanno sempre di pari passo. I vini tendono a valorizzare, senza forzature, la tipicità delle uve, mirando a far esprimere al meglio le potenzialità del territorio. Uno stile enologico improntato a un’eleganza discreta e a una decisa identità. E così è stato per gli ultimi due nati: il Ponte Rosso Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Nature Millesimato, sul mercato dallo scorso marzo, e la novità “Isabella” Rive di Collalto Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato, presentato nelle sale del Castello di San Salvatore il 22 novembre.

«È un Brut secco ottenuto da uve Glera in purezza - spiega l’enologo di Collalto Andrea Affili - presenta perlage sottile, cremoso. Un vino fruttato, minerale, fresco, lieve, delicato ed elegante. Abbiamo voluto dedicare questo Prosecco metodo Martinotti-Charmat alla principessa Isabella Collalto de Croÿ, a cui ci siamo ispirati. Anche la bottiglia, che porta il suo nome, è speciale, satinata e impreziosita da un bollino rosso che ne evidenzia l’unicità».

(Un Prosecco con una storia millenaria Collalto e il legame saldo con il territorio)

Una dedica dovuta. Le Rive sono le pendenze più scoscese delle colline di Conegliano-Valdobbiadene. Le uve da cui si ottiene questo Prosecco provengono da un vigneto in cima alla collina di Collalto, dove oltre mille anni fa si sono insediati gli antenati di Isabella Collalto de Croÿ costruendo il primo castello.

Alla presentazione è seguita una cena-degustazione con le ricette di Renzo Dal Farra, una stella Michelin della Locanda San Lorenzo di Puos d’Alpago (Bl). “Isabella” Rive di Collalto Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato è stato abbinato a Crema di cavolfiore, burrata e puntarelle e al Baccalà e scampo crudo. Al Ponte Rosso Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Nature Millesimato Dal Farra ha abbinato Riso, ostriche e porcini e Ravioli maialino con salsa al peperone.

Per informazioni: www.cantine-collalto.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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