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Vino italiano tra luci ed ombre +3,8% per vendite, -9% per volumi

 
26 novembre 2018 | 15:49

Vino italiano tra luci ed ombre +3,8% per vendite, -9% per volumi

26 novembre 2018 | 15:49
 

Ha parlato anche il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio all’apertura di Wine2Wine per fare il bilancio del mondo del vino che vive di luci e ombre, tra ottima produzione e difficoltà nella promozione. L’intenzione è quello di valorizzare wine e food in modo sinergico per sfruttare tutto il potenziale.

«Oggi - ha detto Centinaio - il problema nel fare business all'estero è che l'Italia si presenta con troppi interlocutori che dicono cose e hanno esigenze diverse: servono nuove regole di ingaggio valide per tutti con strumenti di comunicazione e promozione univoci. Domani parlerò con i colleghi ministri dello Sviluppo economico e degli Esteri per istituire un tavolo che costruisca una promozione unica del Wine&Food italiano».

(Vino italiano tra luci ed ombre  3,8% per vendite, -9% per volumi)

Al convegno, cui ha partecipato tutta la filiera del settore, le stime di chiusura 2018 dell’export enologico del Belpaese. «Ci apprestiamo a registrare per il 9° anno consecutivo un nuovo record nelle esportazioni di vino - ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - con una crescita stimata per il 2018 più che doppia rispetto all’export globale del prodotto Italia. Ma dall’analisi dei dati del nostro Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sono di più i motivi per rimboccarsi le maniche che per gioire: fatichiamo nei mercati chiave come Usa, Regno Unito, Canada, registriamo perdite in piazze storiche come la Germania e la Svizzera e cresciamo poco in Asia».

Le stime export presentate dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor (a fonte dogane) prevedono una crescita delle vendite sui 12 mesi 2018 del 3,8%, a quasi 6,2 miliardi di euro di prodotto tricolore esportato. Una variazione positiva che non trova riscontro nei volumi, in calo del 9%, dovuto principalmente dovuto alla scarsa vendemmia dello scorso anno. Ma la crescita, rileva l’analisi illustrata oggi al ministro Centinaio, è interamente da imputare all’ennesima performance positiva degli sparkling (prosecco in primis) che hanno contribuito a mantenere in timido segno positivo mercati decisivi come Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Russia e Svezia e a limitare parzialmente i trend negativi di Giappone e Svizzera. Crisi strutturale invece del partner Germania, dove la perdita tocca il 4,1% con un calo sia dei fermi imbottigliati che degli spumanti.

Gian Marco Centinaio (Vino italiano tra luci ed ombre  3,8% per vendite, -9% per volumi)
Gian Marco Centinaio

«Chiudiamo un export 2018 a luci e ombre - ha aggiunto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - in un anno in cui il vino italiano ha ricevuto straordinari posizionamenti nelle guide di settore a livello internazionale. È evidente che stiamo assistendo a un cambiamento delle polarità nel mercato del vino, per questo serve un’armonizzazione delle politiche di promozione: oggi serve un salto di qualità come a metà degli anni ’80, dove erano forti le bandiere di aggregazione del made in Italy. Dal canto nostro il nuovo piano industriale prevede un ulteriore sviluppo di Vinitaly sui mercati esteri».

Giovanni Mantovani (Vino italiano tra luci ed ombre  3,8% per vendite, -9% per volumi)
Giovanni Mantovani

Nel confronto diretto con i principali competitor, l’Italia realizza trend inferiori rispetto alla leader Francia (a 9,54 miliardi di euro, +4,8% a valore) e della Spagna, che supera la soglia dei 3 miliardi di euro (+5,2%). Male i produttori del nuovo mondo, che nonostante gli accordi bilaterali favorevoli sul fronte dei dazi virano complessivamente in negativo. Con l’Australia a +0,1% che stacca il Cile, a -5,4%, gli Usa (-6,8%) e la Nuova Zelanda a -4,4%.

Il consueto exploit degli spumanti (+16,3%), evita la crescita zero del made in Italy enologico. I fermi imbottigliati, destinati a chiudere a +1,2%, sono in sofferenza in particolare nei 3 principali Paesi buyer - Usa (-1,9%), Germania (5,4%), Regno Unito (-4,1%) -, ma anche in Giappone, Canada, Svizzera e Russia.

Denis Pantini (Vino italiano tra luci ed ombre  3,8% per vendite, -9% per volumi)
Denis Pantini

«Dall’analisi dei numeri - ha detto il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini - quello che sembra emergere è che al di là di tutto, l’Italia cresce ma soprattutto grazie agli spumanti. Si tratta di un trend che va avanti ormai da alcuni anni e che nel 2018 si è maggiormente accentuato in alcuni Paesi come Usa e Germania dove nel primo caso sono i vini fermi francesi, in particolare i rosé, a togliere spazio di mercato ai nostri prodotti, mentre in Germania sono i domestic wine a crescere maggiormente».

Il dettaglio sui top 10 Paesi importatori (Usa, Uk, Germania, Cina, Canada, Giappone, Svizzera, Russia, Svezia, Brasile), che da soli valgono i 2/3 degli scambi globali di vino, segnala una perdita a volume dell’export italiano in tutte le aree considerate a eccezione degli Usa (+0,9%). Diverso lo scenario a valore, con decrementi in Germania, Giappone e Svizzera mentre sono positivi ma contenuti i trend nelle altre piazze, con Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Svezia e Russia destinati a crescere non oltre i 2 punti percentuali. Diverso il discorso sulla Cina, che ha chiuso da 6 mesi le proprie fonti doganali e dove l’Italia, secondo i principali partner commerciali, cresce del 3,8%.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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