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Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
06 dicembre 2018 | 10:38

Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut

di Gabriele Ancona
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06 dicembre 2018 | 10:38
 

Uva aromatica, con grappoli compatti, densi, dal colore blu purpureo. Un vitigno autoctono che prospera tra i 200 e 500 metri sul livello del mare, al 45° parallelo. L’uva Brachetto dà origine a un vino prezioso.

La produzione del Brachetto d’Acqui Docg è sotto il controllo del Consorzio che ne tutela la qualità. A sud est del Piemonte, dove si trovano le “colline degli aromatici”, su 1.200 ettari che si estendono su 26 comuni tra Alessandria e Asti, 850 produttori assicurano una produzione di circa 4 milioni e 300mila bottiglie. La resa per ettaro, da disciplinare di 80 quintali con una potenzialità pari a circa 10 milioni di bottiglie, oggi è di 40 quintali.

(Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut)

Nato negli anni ’50 dall’intuizione di un produttore lungimirante come Arturo Bersano, che mise a punto un Brachetto spumante elaborato in autoclave con metodo Martinotti, il Brachetto d’Acqui ha ottenuto la Docg nel 1996 grazie all’impegno del Consorzio di tutela oggi presieduto da Paolo Ricagno.

(Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut)

Al Consorzio, nato nel 1992, aderiscono 18 aziende produttrici, 18 cantine cooperative e 24 aziende di imbottigliamento. «Il Consorzio di tutela vini d’Acqui - ha ricordato Ricagno - ha rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, sollecitando inoltre la coesione fra aziende vecchie e nuove, piccole e grandi. È così che consolidate abitudini sono diventate una comune strategia per il successo qualitativo».

Alberto Lazzarino (Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut)
Alberto Lazzarino

«Accanto al tradizionale gusto dolce del Brachetto d’Acqui - ha annotato Alberto Lazzarino, enologo e vicepresidente del Consorzio - l’Acqui Docg Rosé brut, nelle versioni anche dry ed extra dry, è una novità che ha debuttato con la vendemmia 2017. Una declinazione che si rifà alla tipologia secca già nota nel 1873 e diffusa soprattutto nei primi anni del Novecento, apprezzata tanto come vino da aperitivo che da bevanda a tutto pasto».

(Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut)

La presentazione ufficiale è stata fatta nelle sale dell’Enoteca Regionale di Acqui Terme (At) di fronte a giornalisti e importatori provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Estremo Oriente. Un parterre esclusivo che ha potuto anche degustare le bottiglie di una ventina di produttori in prima fila per celebrare il debutto internazionale.

L’Acqui Docg Rosé Spumante è ottenuto con metodo Martinotti con la fermentazione che, in questo caso, viene portata a termine. Giovane e fresco, morbido e profumato, con bouquet floreale, piacevole retrogusto di piccoli frutti rossi e finale elegante, è adatto a tutte le stagioni. Un vino di grande personalità che si esalta anche abbinato a ricette speziate o come aperitivo. La vendemmia 2018 ne ha prodotte circa 300mila bottiglie. «E questo è solo l’inizio», si è commentato dal Consorzio.

(Brachetto d’Acqui Docg Oggi anche Rosé brut)

Il Brachetto d’Acqui classico, vinificato come spumante dolce, frizzante e passito, si presenta alla vista con un intenso colore rosso rubino o porpora, nel quale spiccano riflessi violacei, tendenti al rosato o al granato chiaro. Il profumo è delicato e aromatico e richiama ai sentori della frutta rossa e della rosa. Si distingue per la dolcezza e il sapore elegante, delicato e morbido. È indicato con i dolci, ma anche con elaborazioni gastronomiche intense a livello aromatico come i mediorientali falafel.

Per informazioni: www.brachettodacqui.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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