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Ergonomia e organizzazione del lavoro fattori di successo per l’hotel

 
23 dicembre 2018 | 12:10

Ergonomia e organizzazione del lavoro fattori di successo per l’hotel

23 dicembre 2018 | 12:10
 

L’approccio integrato di ergonomia e organizzazione del lavoro è un mezzo formidabile per incrementare la produttività migliorando nel contempo la qualità del lavoro nell’azienda alberghiera.

Una migliore organizzazione del lavoro, più rispettosa dell’ergonomia, permette di accrescere la flessibilità, di aumentare l’output e la qualità della produzione di servizi, di rispondere alle esigenze dei clienti e di adattarsi all’innovazione metodologica e tecnologica. Un compito o una mansione non si possono pianificare senza fare riferimento al contesto più vasto di “spazio lavorativo fisico” o di organizzazione del lavoro.

(Ergonomia e organizzazione del lavoro fattori di successo per l’hotel)

Gli elementi principali che concorrono, in genere, a formare luoghi e ambienti di lavoro salubri ed efficienti possono essere sintetizzati in:
  • posizione dell’operatore
  • postura
  • spazi liberi
  • distanza e orientamento del piano di lavoro e fasi di lavoro
  • allineamento visuale della zona di lavoro (progettazione front office)
  • altezza del piano di lavoro
  • tutte le sfaccettature della posizione di lavoro
  • lavoro in piedi e in posizione seduta, progettazione dei mobili e delle attrezzature
  • accesso e adattamento, spazi di movimento e spazio di attività (spazi di back-office reparto food & beverage)
  • movimentazione dei materiali (economato-cucina-sala ristorante)
  • layout delle postazioni di lavoro
  • ambiente fisico: illuminazione, rumore, clima, ecc.

In albergo i vari aspetti dell’ambiente di lavoro hanno effetti positivi e negativi su tutte le aree di benessere delle persone e dell’azienda. Idealmente ci si dovrà preoccupare di tenere le variabili ambientali dannose molto al di sotto dei livelli a cui si registrano effetti nocivi per la salute e problemi di performance, per esempio la temperatura troppo bassa o troppo alta, che limita la destrezza, oppure l’effetto della distrazione derivante anche da una postura particolarmente scomoda. I cali di performance possono tradursi in errori e riduzioni di output nei compiti intellettuali e fisici a danno del servizio al cliente vista la simultaneità di erogazione e consumo.

Altri aspetti inerenti agli ambienti di lavoro, buoni o cattivi, sono gli atteggiamenti indotti nella forza lavoro. Lo si vede, per esempio, da opinioni (espresse o sottaciute) del tipo: “Se la direzione ha una considerazione tanto bassa di noi da darci queste condizioni di lavoro, perché dovremmo aderire alle sue richieste?”, molto pericolose in momenti di alta richiesta di servizio. Le conseguenze saranno resistenza al cambiamento, mancanza d’innovazione o di dinamismo, tendenza alla cura anziché alla prevenzione e in genere indisponibilità a dedicare tempo e capacità all’azienda alberghiera oltre lo stretto indispensabile. Gli ambienti di lavoro considerati soggettivamente “buoni” suscitano invece reazioni opposte. Diventa quindi fondamentale avviare la consultazione con tutti i settori organizzativi coinvolti dal management e stabilire procedure partecipative.

Se si sta riprogettando un posto di lavoro già esistente, è il momento di osservare i compiti eseguiti, come si eseguono, chi li esegue, dove, quando e perché. L’osservazione mira a identificare i maggiori problemi ergonomici che interessano l’attività: nel reparto food & beverage di molti alberghi, per esempio, le postazioni e le attrezzature di lavoro sono sottodimensionate e con spazi ridotti rispetto al numero dei coperti.

Quando si lavora al miglioramento dell’attività e del posto di lavoro il compito e le azioni dell’operatore devono essere centrali. Innanzitutto bisogna decidere quali funzioni saranno svolte manualmente e da chi (divisione della funzione) e quali si effettueranno con l’ausilio di specifiche attrezzature o in automatico. In un secondo momento si definisce lo spazio di lavoro in grado di assicurare all’operatore un’adeguata libertà di movimento e la giusta distanza tra sé e la macchina o il piano di lavoro oppure il cliente.

Si deve progettare lo spazio di lavoro alla luce delle esigenze specifiche (distanze, movimenti e visibilità dell’operatore) e vanno disposte le attrezzature in base alle priorità, alla sequenza delle operazioni, alla funzionalità, alla sicurezza o alla comodità. Si decidono infine i livelli d’illuminazione, d’insonorizzazione e le condizioni climatiche.

Nella progettazione degli spazi operativi dell’albergo spesso le soluzioni che a prima vista appaiono ottimali risultano poi irrealizzabili per ragioni tecniche ed economiche, pertanto bisogna trovare spesso delle soluzioni di compromesso, mediando anche nel rispetto dei vincoli della normativa sulla sicurezza del lavoro.

Fonte: Hotel Managers - Organo ufficiale Ada Italia

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