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La Scuola Intrecci festeggia un anno Veste internazionale per il futuro

di Mariella Morosi
 
21 dicembre 2018 | 11:31

La Scuola Intrecci festeggia un anno Veste internazionale per il futuro

di Mariella Morosi
21 dicembre 2018 | 11:31
 

Con il convegno “Note a margine” la scuola di Alta Formazione di Sala “Intrecci” di Dominga, Enrica e Marta Cotarella ha festeggiato al Teatro Mancinelli di Orvieto il suo primo compleanno.

Un’occasione per annunciare una nuova dimensione internazionale anche se il cuore della Scuola resterà sempre a Castiglione in Teverina (Vt). L’ ”Intrecci Academy” già tra pochi mesi sarà in India, a Bangalore, e successivamente in Spagna, a Dubai e in altri Paesi. Una piattaforma digitale avrà contenuti didattici in 10 lingue diverse.

(La Scuola Intrecci festeggia un anno Veste internazionale per il futuro)

L’importanza della squadra - essenziale per ogni tipo di impresa - lo è anche per il lavoro di sala perché esso sia svolto al massimo livello, e le risorse umane saranno saranno la sfida del futuro. Su questi due temi si è svolta una tavola rotonda, moderata da Bruno Vespa, a cui hanno partecipato protagonisti di attività professionali e imprenditoriali.

Hanno raccontato le proprie esperienze e i presupposti dei rispettivi successi l'industriale Brunello Cucinelli, dell’omonima griffe del lusso, Stefano Domenicali, ceo della Lamborghini, Giuseppe Palmieri, restaurant manager di Osteria Francescana, Roberto Mancini ct della Nazionale Italiana, Riccardo Agostini ad del gruppo Spaggiari di Parma, Luca Tomassini presidente di Vetrya, Giovanni Scambia direttore del Policlinico Gemelli, Lamberto Tacoli, presidente Associazione Nautica Italiana e a.d. di Perini Navi, Alessandro Pipero dell’omonimo ristorante e delegato alla Comunicazione di "Noi di Sala" e Pablo Marquez consulente gastronomico di Gasma.

(La Scuola Intrecci festeggia un anno Veste internazionale per il futuro)

Per Giuseppe Palmieri dell’Osteria Francescana il successo di uno chef, di un ristorante stellato o di una semplice trattoria passa sempre dalla sala e all'arte dell'accoglienza e l’ingrediente del futuro è il fattore umano, soprattutto nelle piccole medie imprese. «È nelle piccole imprese in provincia - ha detto - che l’Italia rinasce tutti i giorni. Chi fa un prodotto unico, pieno di contenuti, vincerà». Il ruolo del cameriere - che non deve essere vissuto come un’attività di ripiego - è stato esaltato da Alessandro Pipero. «Non basta un arredo elegante per far sentire il cliente a casa propria - ha detto - perché quello che conta veramente è il fattore umano. Il cliente viene per questo, e se può perdonare un piatto sbagliato, non lo fa con un servizio sbagliato.

L’industriale del cachemire Cucinelli, impegnato anche in progetti sociali, ha raccontato di essersi assunto il ruolo di coordinatore della sua squadra, ma di aver scelto di farlo cercando di far lavorare i collaboratori nel bello e facendo guadagnare loro qualcosa in più. «È la stima - ha detto - a generare la creatività».

(La Scuola Intrecci festeggia un anno Veste internazionale per il futuro)

“Intrecci” è stata fondata nel dicembre 2017 per formare personale di sala secondo un progetto innovativo che prevede la permanenza dei giovani aspiranti in un campus dove i ragazzi possono vivere e cominciare da subito a lavorare sul concetto di squadra con un programma didattico elaborato da professionisti, docenti universitari e rappresentati delle categorie utili a formare le giuste professionalità.

Numerose le discipline previste nelle 1.200 ore di corso: sala e l’accoglienza, la sommellerie, l’enologia, scienza dell’alimentazione, economia e gestione d’impresa, due lingue straniere. Ma c’è anche un gruppo di discipline dette “contaminazioni” perché ispirate a mondi paralleli come psicologia, portamento, recitazione, portamento e styling. L’ammissione avviene attraverso un colloquio motivazionale, e viene richiesto un diploma di scuola media superiore e la lingua inglese.

(La Scuola Intrecci festeggia un anno Veste internazionale per il futuro)

Dopo il corso i giovani affrontano uno stage di 980 ore per mettere in pratica l’arte dell’accoglienza acquisita. In futuro - è stato auspicato - il corso potrebbe diventare una laurea triennale. Protagonisti sul palco de teatro Mancinelli insieme agli ospiti i primi 15 giovani usciti dalla scuola. A loro Dominga Cotarella ha rivolto un caloroso ringraziamento perchè - ha detto - «si sono fidati di noi senza avere alcuna garanzia». Al secondo anno, già in corso, ne sono iscritti 25. «Chiunque insegni nella nostra scuola - ha aggiunto - dovrà fare innamorare i nostri ragazzi del loro lavoro».

Dopo il convegno protagonisti e ospiti si sono trasferiti al Palazzo del Capitano per un lunch preparato dallo chef Christian Di Asmara del ristorante Da Panino di Giuseppe Palmieri che prevedeva Millefoglie di pane carasau con mortadella e stracchino, Fusilli al ragu bianco di campagna con salsiccia e funghi, Cotechino con patate di Montese e sontuosi Tortellini alla superpanna. Dolce conclusione a cura di Ciro Scamardella del ristorante Pipero con le tre C, cachi, castagne e cereali, U macaron e Tirami-sciu. Infine panettone firmato Niko Romito. Champagne Pommery e Vini Falesco. Servizio inappuntabile a cura dei giovani diplomati e dei diplomandi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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