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Ômina Romana, i bianchi e i rossi delle colline dei Castelli Romani

 
07 febbraio 2019 | 10:28

Ômina Romana, i bianchi e i rossi delle colline dei Castelli Romani

07 febbraio 2019 | 10:28
 

Ottanta ettari di vigneto, per una produzione che può raggiunge i 70 quintali per ettaro, e 150mila bottiglie prodotte nel 2017. Sono i numeri di Ômina Romana, azienda laziale fondata nel 2007 da Anton F. Börner.

Ômina Romana è un progetto nato dalla passione per il vino del suo fondatore, che dopo una lunga esperienza in Germania è approdato a Velletri (Roma), tra le colline vulcaniche dei Castelli Romani affacciate sul Mar Tirreno. «Avrei potuto acquistare in Piemonte o in Toscana, ma tra i grandi del Barolo, del Barbaresco o di Montalcino, sarei stato uno dei tanti. Qui invece mi sento pioniere con un grande progetto sul vino di Roma, destinato al mondo», rivela Börner.

(Ômina Romana, i bianchi e i rossidelle colline dei Castelli Romani)

Dall’anno dell’acquisto nel 2007, il lavoro principale della famiglia Börner, supportata da un qualificato team di professionisti, è stato quello di studiare il miglior modo per valorizzare il territorio e produrre vini di alta qualità. Questo progetto ha tratto le sue basi da una cospicua attività di ricerca scientifica, sia in campo agronomico sia a livello geologico, per l’analisi dei suoli grazie al contributo dell’Università di Geisenheim e della Facoltà di agraria ed enologia di Firenze. Il brand Ômina Romana è stato registrato nel 2012 e le vendite sono iniziate solo un anno dopo, nell’ottobre 2013.

(Ômina Romana, i bianchi e i rossidelle colline dei Castelli Romani)

Il nome dell’Azienda è un omaggio alle origini viticole di questi luoghi, da cui i Romani sono partiti alla conquista del mondo portando con loro la vite e insegnando a coltivarla. In quell’epoca si leggevano nelle stelle e negli eventi atmosferici gli andamenti dei raccolti, da qui il termine latino Ômina, che significa “buoni presagi”, a cui è stato aggiunto “Romana” in omaggio alla storia antica. Anche i nomi dei vini si ispirano alle divinità agresti dell’antica Roma, e per questo oltre alla selezione premium Ars Magna, troviamo al top della gamma il Giano bifronte Janus Geminus I e  Ceres Anesidora I, dea materna della terra e dei raccolti.

Ômina Romana ha una visione che ha ispirato ogni decisione progettuale: creare una nuova realtà vitivinicola che esprima nei suoi prodotti i valori della massima qualità come risultato di passione, rigore e scienza applicata ad un ecosistema in equilibrio e ricco di biodiversità. L’analisi pedologica che la famiglia Börner ha condotto all’inizio del suo progetto viticolo ha permesso di scoprire una vera mappa di terreni, un lavoro che ha portato la “tavolozza di sfumature dei suoli” in superficie, per interpretarla con le uve più adatte.

(Ômina Romana, i bianchi e i rossidelle colline dei Castelli Romani)

L’azienda ha scelto di sperimentare inizialmente 18 varietà di origini diverse, per comprendere il potenziale espresso nelle varie zone del vigneto, ma poi ha deciso di concentrarsi e dedicarsi ai vitigni dimostratisi più promettenti. I nuovi vigneti hanno forma di allevamento a filare con alta densità di impianto: 5.600-6.400 barbatelle per ettaro e le vigne sono state piantate anche seguendo un progetto paesaggistico di eleganza e uniformità. Le produzioni si attestano tra i 40 e 70 quintali per ettaro. La lavorazione in vigna viene fatta con tecnologie e macchine che possano eseguire le operazioni agricole a basso impatto ambientale, per salvaguardare l’integrità dei suoli, la biodiversità attorno alle coltivazioni, gli inerbimenti naturali, la risorsa idrica e la salubrità dell’aria. I vitigni utilizzati sono per il 60% di varietà rosse tra cui: Cabernet sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Cesanese, e il restante 40% di uve bianche quali Chardonnay, Viognier e Bellone.

Per informazioni: www.ominaromana.com

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