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Vini toscani, il popolo della rete premia il Rosso di Montalcino e il Chianti Docg

di Piera Genta
 
18 febbraio 2019 | 15:00

Vini toscani, il popolo della rete premia il Rosso di Montalcino e il Chianti Docg

di Piera Genta
18 febbraio 2019 | 15:00
 

Rosso di Montalcino e Chianti Docg in cima alle preferenze in rete; bene Brunello e Vernaccia. È emerso dalla ricerca sulla percezione dei vini toscani online presentata ad Anteprime Toscane.

Lo studio, che Fondazione Sistema Toscana ha commissionato a Travel Appeal, startup B2B specializzata in Data Science e Intelligenza Artificiale al servizio della Travel Industry, è stato presentato durante il BuyWine.

(Vini toscani, il popolo della rete premia il Rosso di Montalcino e il Chianti Docg)

Sono 41mila i contenuti online pubblicati nel 2018, mentre gli utenti si trovavano sul territorio: soddisfazione generale molto alta, pari al 95,5% (calcolata sulla base dei contenuti digitali prodotti da oltre 6,5 mila utenti unici). Post e recensioni crescono ad un ritmo molto sostenuto: +57% nell’ultimo anno e tra la fine dell’estate e l’autunno si concentrano i picchi massimi. Il Rosso di Montalcino vince la sfida dei vini preferiti, con un sentiment del 97,1%, mentre tra le 10 denominazioni più citate, il podio se lo aggiudica il Chianti Docg (27%), seguito dal Brunello di Montalcino Docg (13%) e il Bolgheri Doc (9%). Tassi di crescita interessanti per citazioni vengono registrati dalla Vernaccia di San Gimignano Docg (+1200%), dal Chianti Classico Docg (+471%) e dal IGT Toscano (+275%) e l’Orcia Doc (+241%).

(Vini toscani, il popolo della rete premia il Rosso di Montalcino e il Chianti Docg)

Il 78% di post condivisi nei social media ha riguardato immagini corredate di un testo. A Chianti Lovers per il secondo anno consecutivo era presente il Consorzio Tutela Morellino di Scansano che quest’anno festeggia i suoi primi 40 anni. «Fare sistema tra le denominazioni toscane è una scelta vincente», conferma il presidente Rossano Teglielli.

Da segnalare la visita del Console americano, Benjamin V.Wohlauer: «Quest’anno il Consolato festeggia il bicentenario della presenza diplomatica americana a Firenze e quindi è importante ricordare anche il rapporto storico tra i nostri paesi nell’ambito del vino. Il nostro terzo presidente, Thomas Jefferson è stato un grande estimatore dei vini toscani, ha importato tantissimi vini dalla zona Chianti nel ‘700 e da allora il mercato americano è uno dei più importanti per i vini toscani, soprattutto del Chianti».

A fare da madrina alla settima edizione della manifestazione è stata Annie Féolde (Enoteca Pinchiorri - la prima donna ad aver ottenuto tre stelle Michelin non solo in Italia ma nel mondo fuori dalla Francia).Francese di origine, racconta che «in Toscana sono rimasta perché qui ho trovato la mia seconda casa, i profumi delle mie terre d’origine e ho potuto esprimermi senza essere ingabbiata nelle regole della cucina francese. Ho iniziato a cucinare e a fare cucina al servizio del vino. Cucinavo per accompagnare il vino che veniva bevuto con gran gusto».

(Vini toscani, il popolo della rete premia il Rosso di Montalcino e il Chianti Docg)

La XXVI edizione del Chianti Classico Collection, la prima per il presidente Giovanni Manetti, eletto lo scorso agosto, registra il record di aziende presenti ben 197. Settantotto le anteprime da botte dell’annata 2018 e oltre 100 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione.

È stato nominato Ambassador ad honorem del Chianti Classico, per il mercato inglese, Sir Steven Spurrier, consultant editor per Decanter e presidente del Decanter Wine Awards. Valentino Tesi, sommelier della delegazione Ais di Pistoia è il vincitore del primo Master del Chianti Classico, il concorso dedicato alla denominazione organizzato da Ais in collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico. “Amici del Chianti classico” è la nuova comunità di ristoratori selezionati dal Consorzio in base alla loro carta dei vini, un progetto nato da uno screening su alcuni ristoranti scelti tra Firenze, Siena e nel territorio di produzione.

Il premio della prima edizione è andato a Andrea Gori (trattoria “Da Burde”), come miglior carta di Chianti Classico fra i 61 ristoranti inseriti nella neonata community. Fra i programmi futuri Manetti ha confermato il lavoro sulle menzioni geografiche aggiuntive: «Da cinque mesi abbiamo ripreso lo studio, costituito un gruppo di lavoro ad hoc che ha ripreso a studiare questo argomento fondamentale. Del resto ce lo hanno chiesto i soci in almeno due assemblee».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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