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Italian sounding, colpita anche la grappa Scoperta in Germania la “Grappagner”

 
11 marzo 2019 | 15:27

Italian sounding, colpita anche la grappa Scoperta in Germania la “Grappagner”

11 marzo 2019 | 15:27
 

Una grappa prodotta con le vinacce usate per lo champagne. In Veneto? No, in Germania. Si chiama Grappagner ed è stata scoperta dal titolare di una distilleria trevigiana. È l’ennesimo episodio di Italian sounding.

Un nome, Grappagner, che sembra rifarsi a quello di un’azienda di Vazzola (Tv), Castagner, il cui titolare ha scoperto l’esistenza della grappa tedesca su un sito internet. «Da un lato sono piacevolmente sorpreso - è il commento del distillatore trevigiano Roberto Castagner - perché se è stato scelto in maniera intenzionale da far richiamo al marchio Castagner, vuol dire che ho raggiunto una reputazione internazionale maggiore di quanto io stesso immagini. Dall’altro non potrò fare a meno di attivare subito i miei legali e altrettanto faranno quelli di Assodistil, come reazione ad un gesto di vera e propria concorrenza sleale».

(Primo caso di Italian soundingtra le grappe: scoperta la Grappagner)
Roberto Castagner

La notizia arriva a pochi giorni da un’altra scoperta, stavolta in Giappone, dove il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala ha pizzicato un prodotto spacciato per Dop realizzato nientemeno che ha Tokyo.

Fare leva sull’utilizzo di marchi e denominazioni che evocano il vastissimo portafoglio agroalimentare di qualità italiano per promuovere e commercializzare prodotti che con il nostro Paese non hanno nulla a che fare, non è certo un fenomeno nuovo.  Fino ad oggi Assocamerestero, l’associazione dei 78 enti camerali italiani all’estero, ha censito oltre 800 prodotti Italian Sounding (come Parmesan, Mortadela, Sarvecchio anziché “Stravecchio”, ecc…) i quali, nel 2018, avrebbero generato un giro d’affari di oltre 90 miliardi di euro, cioè quasi tre volte il valore delle esportazioni di analoghi prodotti autentici italiani.                                                                 

Per la grappa, però, non ci sono precedenti e il caso di Grappagner non può essere considerato marginale, dato che è proprio la Germania, con il 65% dell’export totale, il primo mercato di destinazione della grappa italiana. «Hanno scelto il mercato giusto - incalza Castagner - un prodotto in ascesa come la grappa e un brand affermato, per di più utilizzando una denominazione evocativa del lusso come champagne: credo ci siano tutti gli estremi per parlare di truffa ai danni dei consumatori su di un prodotto tutelato a livello europeo visto che la Grappa è un’Ig».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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