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I ristoranti ai tempi dei big data Il business dipende dalla tecnologia

Blockchain, Big data e Dashboard sono tre strumenti tecnologici che, se si sanno utilizzare validamente, contribuiscono ad elevare la prestazione di un ristorante di qualità. La tecnologia del resto non è più una possibilità, ma uno strumento sempre più determinante per il fatturato.

di Vincenzo D’Antonio
25 aprile 2019 | 09:00
I ristoranti ai tempi dei big data
Il business dipende dalla tecnologia
I ristoranti ai tempi dei big data
Il business dipende dalla tecnologia

I ristoranti ai tempi dei big data Il business dipende dalla tecnologia

Blockchain, Big data e Dashboard sono tre strumenti tecnologici che, se si sanno utilizzare validamente, contribuiscono ad elevare la prestazione di un ristorante di qualità. La tecnologia del resto non è più una possibilità, ma uno strumento sempre più determinante per il fatturato.

di Vincenzo D’Antonio
25 aprile 2019 | 09:00
 

Blockchain, Big data e Dashboard sono tre strumenti tecnologici che, se si sanno utilizzare validamente, contribuiscono ad elevare la prestazione di un ristorante di qualità. La tecnologia del resto non è più una possibilità, ma uno strumento sempre più determinante per il fatturato.

Quante volte nel ridotto frasario della nostra infanzia poteva ricorrere, a voler dire che “quanto sto dicendo è assolutamente vero”, un’espressione tipo “è Vangelo”. E magari, in età adolescenziale, a rivendicare la certezza della veridicità di un’affermazione, di diceva: “È Cassazione”. Ecco, senza scomodare ambiti clericali (il Vangelo) ed ambiti laici (la Cassazione), diciamo che nell’orizzonte attuale della tecnologia abilitata da Internet, con occhio lungo sul fenomeno emergente della IoT (Internet of Things), il Vangelo/Cassazione è costituito dalla blockchain.

(I ristoranti ai tempi dei big dataIl business dipende dalla tecnologia)

Nella filiera agroalimentare la disponibilità di informazioni dettagliate sul processo produttivo è cosa che esiste da alcuni decenni. Ma è novità assoluta, resa possibile dalla blockchain, che il flusso delle informazioni sia reso immodificabile in ognuno dei suoi passaggi e sia pertanto reso certo (certificato) passo dopo passo da tutti gli attori della filiera, a beneficio di due valori emergenti di cui la platea dei consumatori, ovvero noi tutti, vuole giovarsi: la tracciabilità e la trasparenza.

Ma attenzione al passo successivo, sorta di commutazione paradigmatica: non solo si tratta di considerare la Blockchain come un sistema evoluto per garantire una rintracciabilità e una certificazione della qualità di un prodotto, di essa quindi enfatizzando i pur encomiabili aspetti burocratici, bensì si tratta di considerarla anche una grande opportunità per tutti gli anelli della filiera agroalimentare, ristoratori di qualità inclusi, ai fini della comunicazione con i clienti.

Ristoratori che devono saper maneggiare abilmente, in maniera disinvolta e con palese genuinità e schiettezza, sia la Food digital identity, grazie alla Blockchain, che la Food digital history, grazie ai Big data. I Big data nel loro essere in buona parte generati dai social media, sono potenzialmente in grado di fornire una grande mole di informazioni su comportamenti e preferenze dei clienti, oggi tutti membri della community always on. Informazioni spesso postate dagli stessi clienti e che sarebbe delittuoso, un vero e proprio “bruciare valore” non saper individuare, valutare e portare a livello di fattore prezioso di conoscenza ai fini del migliore governo del proprio business.

(I ristoranti ai tempi dei big dataIl business dipende dalla tecnologia)

L’aggregazione sapiente di dati che diventano informazioni, di informazioni reperite a basso costo e tempestivamente, che diventano conoscenza, e di conoscenza che diviene supporto a decisioni di pertinenza del management, è l’essenza stessa dei Big data. Orbene, abbiamo il flow informativo costituito dalla Blockchain e abbiamo tutta la dovizia informativa costituita dai Big data. Ecco, e come si fa a rendere il tutto ergonomicamente fruibile, laddove l’ergonomia vuole significare anche facilità di lettura di dati sinottici che fungano da immediati alert? Qui subentra il Dashboard. Dashboard, traduzione letterale: cruscotto. Lo abbiamo già detto anche più di una volta. Ci accingeremmo ad un viaggio in auto consapevoli che l’auto alla guida della quale ci mettiamo, non dispone di cruscotto? Sarebbe possibile?

Ahinoi, la risposta è sì. Sì, sarebbe possibile, ma a fronte di quali e quanti rischi lungo il percorso? La B di Blockchain a rendere certa la tracciabilità e la trasparenza di quanto giunge in tavola. La B di Big data onde migliorare la performance del business mediante la fruibilità della conoscenza che porta ad erogare un servizio sempre migliore ai clienti aggregati nella community always on. La D di Dashboard affinché tutti gli scrigni informativi risultino di agevole ed immediata lettura mediante visualizzazioni sinottiche. Il trinomio virtuoso della ristorazione di qualità esprimibile mediante l’acronimo originale Bbd. Bbd per affrontare ben equipaggiati le sfide che si vivranno nel mondo della ristorazione di qualità nell’imminente terzo decennio del corrente secolo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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