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Crolla il consumo di pane Il settore chiede lo stato di crisi

Negli ultimi anni il consumo in Italia è sceso del 40% con un utilizzo pari a 31 chili pro capite l’anno, un livello largamente inferiore rispetto alla media degli altri Paesi dell’Unione europea. Assipan-Confcommercio e Assopanificatori-Fiesa Confesercenti hanno scritto al ministero dello Sviluppo economico.

03 luglio 2019 | 16:27
Crolla il consumo di pane 
Il settore chiede lo stato di crisi
Crolla il consumo di pane 
Il settore chiede lo stato di crisi

Crolla il consumo di pane Il settore chiede lo stato di crisi

Negli ultimi anni il consumo in Italia è sceso del 40% con un utilizzo pari a 31 chili pro capite l’anno, un livello largamente inferiore rispetto alla media degli altri Paesi dell’Unione europea. Assipan-Confcommercio e Assopanificatori-Fiesa Confesercenti hanno scritto al ministero dello Sviluppo economico.

03 luglio 2019 | 16:27
 

Negli ultimi anni il consumo in Italia è sceso del 40% con un utilizzo pari a 31 chili pro capite l’anno, un livello largamente inferiore rispetto alla media degli altri Paesi dell’Unione europea. Assipan-Confcommercio e Assopanificatori-Fiesa Confesercenti hanno scritto al ministero dello Sviluppo economico.

La tendenza è negativa e prosegue ormai da qualche anno. In Italia si mangia sempre meno pane, addirittura il 40% in meno, rispetto a una decina di anni fa, secondo le associazioni di categoria. Crolla il consumo e il settore ora chiede lo stato di crisi.

Il consumo di pane in Italia è al di sotto della media europea (Crolla il consumo di pane Il settore chiede lo stato di crisi)
Il consumo di pane in Italia è al di sotto della media europea

Dal 2008 ad oggi, fanno sapere Assipan-Confcommercio e Assopanificatori-Fiesa Confesercenti, si contano meno di 3.000 imprese della produzione, meno di 1.000 punti vendita e prezzi del pane costantemente al di sotto dell’indice medio di incremento dei prodotti alimentari a fronte di tariffe per le utenze (acqua, luce, gas) che aumentano a due cifre. Ad aggravare la situazione, poi, la concorrenza sleale della grande distribuzione che utilizza il pane fresco come prodotto civetta e il fenomeno dell’importazione del pane congelato dall’Est Europa.

Sono, dunque, necessarie e urgenti azioni di sostegno alla rivalutazione del “prodotto pane” nell’alimentazione e di valorizzazione della panificazione. Per questo Assipan-Confcommercio e Assopanificatori - Fiesa Confesercenti chiedono il riconoscimento dello stato di crisi del settore e hanno inviato al ministero dello Sviluppo Economico un documento che individua in 10 punti i temi da affrontare e risolvere.

In particolare, le due Associazioni maggiormente rappresentative della panificazione indicano misure di sostegno a favore di imprese e lavoratori che evitino la perdita di posti di lavoro, la costituzione di un tavolo di confronto permanente, azioni per la valorizzazione del pane e dei prodotti da forno, il rafforzamento della lotta all’abusivismo e alla contraffazione, l’istituzione di una Consulta della Panificazione, l’introduzione di modifiche significative per la semplificazione del sistema fiscale, il riconoscimento dell’attività di panificatore come “lavoro usurante”, la tutela dei panifici come luoghi storici della cultura agroalimentare italiana, il contrasto alla vendita sottocosto.

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