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Guglielmo IV e la legge della purezza

 
07 febbraio 2009 | 10:00

Guglielmo IV e la legge della purezza

07 febbraio 2009 | 10:00
 

è  con l'anno Mille che inizia la nuova era della birra: la produzione in Nord Europa diventa industriale e in Germania nasce la figura del mastro birraio. Già nel 1376 ad Amburgo i birrai sono 457, divisi nelle due attività 'di mare” (esportatori) e 'di terra” (gli operatori locali), e dal 1200 in Europa è tutto un legiferare intorno alla birra.

 Chiarezza viene fatta con il celebre 'Editto sulla purezza” (il Reinheitsgebot), emanato dal Duca di Baviera Guglielmo IV il giorno 23 aprile del 1516 a Ingolstadt (patria tra l'altro della Herrn Brau, una della fabbriche di birra più apprezzate per le sue specialità). L'editto, che obbliga il birraio ad utilizzare solo acqua, malto d'orzo e luppolo (e lievito, naturalmente), dichiara: «Da questo momento in poi e dovunque, niente deve essere usato od addizionato per produrre birra che non sia orzo, luppolo ed acqua. Chiunque intenzionalmente dissubbidisca a questo decreto sarà severamente punito dalla corte che ha giurisprudenza su di lui e gli verranno confiscati i barili di birra».

Una curiosità: pochi sanno che in realtà Guglielmo IV di Baviera emanò questo decreto (che doveva essere temporaneo) per impedire, solo per quell'anno, l'impiego del frumento che aveva dovuto patire un raccolto disastroso.

A quel tempo la natura dei lieviti era sconosciuta e, quando venne scoperta e capita, si aggiunse il lievito al canone della Reinheitsgebot. La legge sulla purezza ha prevalso in Germania per 476 anni, sino al 1992, anno dell'unificazione economico-commerciale, con la quale l'Europa costrinse la Germania ad adeguarsi alle normative comunitarie, che imposero l'import di qualsiasi tipo di birra. Grazie alla severità con cui è stato fatto rispettare questo editto i tedeschi sono riusciti a imporsi al mondo brassicolo come esempio da seguire e da emulare.

Enrico Rota

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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