«L'Amarone è un vino che ha potuto vincere perché ha saputo convincere». Non ha dubbi il presidente del consorzio dei vini di Valpolicella, Luca Sartori, tanto che - in occasione dell'Anteprima dell'annata 2005 di uno dei vini simbolo della moderna enologia italiana - ha confermato la volontà dei produttori veronesi di aumentare sensibilmente il numero di bottiglie messe sul mercato (8milioni e 570mila l'anno scorso). «Pur in un momento di recessione e difficoltà economiche - ha precisato Sartori - la Valpolicella crede talmente nel suo prodotto di eccellenza che rilancia. Ci crede a tal punto che, contro ogni logica e prudente previsione, nel 2008 ha raddoppiato, rispetto al 2005, la quantità di uva messa a riposo per l'appassimento». Il che significa puntare ad almeno 16milioni di bottiglie entro il 2013, poco meno dell'obiettivo dei 20 milioni indicato qualche anno fa dall'ex presidente del Consorzio Emilio Pedron, ma certamente un traguardo più che straordinario in momenti di magra come questi.
All'aumento dell'Amarone sul mercato si arriverà gradualmente e quasi certamente recuperando un anno in più di invecchiamento. Giusto ciò che servirebbe a rendere questo vino più piacevole da subito, senza ricorrere ai taroccamenti di alcuni produttori di Montalcino che hanno come noto preso la scorciatoia dei 'tagli” con altri uvaggi invece di attendere la naturale evoluzione del vino.
In Valpolicella si punta con decisione sull'evoluzione naturale e l'affinamento(in parte già aiutata da selezioni accurate dei cloni, soprattutto di Croatina) e su un più sapiente uso del legno (un po' meno barrique e più botti grandi). Il risultato è già verificabile nell'annata 2005 che per la prima volta presenta forse una più ampia omogeneità di carattere dell'Amarone e, soprattutto, si presta a meno rischi di accuse di 'infanticidio” per la presentazione di vini troppo giovani, con puzze e tannini acerbi, caratteristiche quest'anno più rare che in passato. La piacevolezza è in effetti la caratteristica prevalente del 2005 che nella media si presenta 'quasi” pronto da bere ed elegante. Anche se i 64 vini presentati all'Anteprima continuano a dividersi fra quelli tendenzialmente 'da mangiare” e con sentori di spezie e frutta rossa matura, quasi da Recioto, e quelli invece di stile un po' più moderno ed un po' più asciutti e quasi smagriti), sono francamente pochi i vini per i quali il rinvio di almeno un anno è d'obbligo prima di andare in tavola. In ogni caso, come è nelle regole, un invecchiamento non può che fare bene a tutti gli Amaroni presentati, ma il raggiungimento di una soglia di piacevolezza da subito è comunque quasi raggiunto. Se si spostasse come detto di un anno il minimo di invecchiamento il successo ulteriore di questo vino sarebbe senz'altro garantito.
Un sostegno alle previsioni di nuovi successi dell'Amarone, oltre che dalla domanda del mercato, viene anche da trend di crescita delle cantine: l'area vitata della Doc ha raggiunto i 6022 ettari, il 54% dei quali in collina, i fruttai per l'appassimento sono 395, le aziende vitivinicole di filiera completa (dalla vigna all'imbottigliamento) sono 168, 5 delle quali cantine sociali, e il fatturato è stato di 205 milioni di euro. A ciò si aggiunge una struttura per molti versi unica in Italia per i controlli che ha portato dalla fine dell'estate all'entrata in vigore delle fascette di Stato (4milioni e 400mila quelle già distribuite) che rappresentano la massima espressione di tracciabilità e garanzia. Come dire che anche senza la Docg (che peraltro potrebbe essere un possibile traguardo entro maggio) l'Amarone si presenta come uno dei vini più 'sicuri” per i consumatori.
Riguardo all'annata 2005 va ricordato come il vicepresidente del Consorzio, Daniele Accordini ha insistito sul fatto che per l'evoluzione della stagione produttiva (anomala e difficile, come ha indicato l'agronomo Nicola Bottura), si è avuto un quantitativo di uve dal 20 al 30% inferiore al previsto. Ciò ha consentito una migliore maturazione dei chicchi e quindi un migliore rapporto finale fra acidità, zuccheri, alcol e tannini dopo l'appassimento. Il risultato è un Amarone elegante, di grande bevibilità e piacevolezza e di promettente longevità. Il tutto con i colori da copione (rosso dal rubino al porpora) e profumi fra zenzero, cannella, prugna e ciliegie mature. Un vino che potrebbe equivalere a quello di una grande annata come il '99.
Alberto Lupini
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