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Un milione di pasti bio al giorno nelle mense scolastiche italiane

 
16 febbraio 2009 | 18:30

Un milione di pasti bio al giorno nelle mense scolastiche italiane

16 febbraio 2009 | 18:30
 

Crescono le mense scolastiche biologiche e il numero dei pasti bio serviti quotidianamente a bambini e giovani di tutta Italia. Presente e futuro del catering Bio sono stati al centro dell'annuale convegno promosso dal Consorzio controllo prodotti biologici nell'ambito del Mia di Rimini Fiera. Momento centrale dei lavori, coordinati dal presidente del Consorzio Lino Nori, la presentazione degli attesi dati del Rapporto Bio Bank 2009.

 La capillare rilevazione della banca dati italiana del biologico sulla ristorazione collettiva in Italia nel 2008 ha confermato il trend di crescita degli ultimi anni. Nel 2008 Bio Bank ha rilevato un totale di 791 mense biologiche totali con un aumento del 16% rispetto al periodo precedente. Il podio della ristorazione collettiva bio italiana vede in prima posizione l'Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia e dal Lazio.
A guidare la classifica regionale sono, molto ravvicinate, Emilia Romagna (146 mense) e Lombardia (143) poi Veneto e Toscana (entrambe a 84). A livello geografico al nord si concentrano il 71% delle mense bio, al centro il 20% e tra sud e isole il 9%. I pasti giornalieri complessivi serviti nelle mense bio italiane nel 2008 sfiorano il milione (983.000) con un incremento del 6% sull'anno precedente. Considerando un calendario scolastico di 200 giorni lo scorso anno sono stati serviti 197 milioni di pasti bio. Al primo posto per numero di pasti giornalieri Lombardia (223.000 il 23%), poi Lazio (173.000 il 18%) ed Emilia Romagna (126.000 il 13%).

Dopo i numeri le tematiche sensibili, come quella degli avanzi. «Mediamente gli avanzi vanno dal 5 al 30% per ogni pasto - ha commentato Rosa Maria Bertino di Bio Bank - per ridurli alla fonte sono importanti sia la ricetta che il metodo di cottura e il modo in cui vengono presentati ai bambini. A volte le porzioni sono troppo abbondanti, sicuramente un servizio self service aiuta a ridurre le rimanenze. La presenza della maestra è sempre molto importante, così come l'ambiente e l'atmosfera confortevoli, evitando l'utilizzo di stoviglie usa e getta e puntando sul coinvolgimento delle famiglie. Ma che fine fanno le cose che rimangono? Anche in questo caso ci sono diverse esperienze interessanti per ridurre al massimo ciò che finisce nella spazzatura. La frutta integra viene utilizzata come merenda, in altri casi i bambini possono portare gli avanzi integri a casa oppure vengono consumati dal personale. Gli avanzi non integri vengono invece principalmente destinati alle strutture di accoglienza degli animali abbandonati oppure avviati alla raccolta differenziata».

In decisa crescita anche la soddisfazione degli utenti rispetto al servizio di mensa bio. Secondo i dati presentati a Rimini dall'Associazione consumatori utenti dal 2001/2002 al 2005/2006 il grado di soddisfazione a livello nazionale è cresciuto del 15% raggiungendo il 78,38%. Gli aumenti più significativi nel nord est, nel sud (+21%) e nelle isole (+25%). L'Emilia Romagna, regione da sempre all'avanguardia nella ristorazione collettiva bio, sta per lanciare un concorso di informazione e sensibilizzazione degli alunni delle scuole primarie verso l'agricoltura e l'alimentazione biologica.

 Sotto il profilo normativo, da registrare importanti novità per quanto riguarda la certificazione. «Dal 1° gennaio di quest'anno il regolamento CEE 2092/91 è stato sostituito dal regolamento CE 834/07 - ha spiegato Fabrizio Piva, amministratore unico Ccpb Srl. Il campo di applicazione è stato ampliato comprendendo anche acquacoltura, lieviti, alghe marine e vino. In materia di certificazione il nuovo regolamento ha disciplinato tutti i canali della produzione agroalimentare ma non ha inserito la ristorazione che invece era compresa nel precedente regolamento, lasciando il campo a standard nazionali in vista del 2011, quando la Commissione Ue relazionerà sull'applicazione del regolamento provvedendo a definire le norme dedicate alla ristorazione collettiva prevedendone le modalità di controllo e certificazione in base alle esperienze maturate a livello nazionale».

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