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Turismo ticinese in calo Canton Grigioni esempio da imitare

 
24 marzo 2009 | 12:48

Turismo ticinese in calo Canton Grigioni esempio da imitare

24 marzo 2009 | 12:48
 

Interessante la lunga dissertazione a firma Libero D'Agostino sulle pagine domenicali del settimanale Il Caffè, che racconta senza mezzi termini il turismo ticinese sempre più in calo. In controtendenza il Canton Grigioni, dove aumentano pernottamenti e presenze

Canton GrigioniCANTON TICINO - Come erano belli i manifesti di Daniele Buzzi (alcuni a nostro avviso bellissimi, meglio di cento fotografie, ndr): colori squillanti, quasi mediterranei, per celebrare il grande successo del turismo ticinese allo stato nascente. In questi colori c'era tutta la freschezza delle nuova industria del tempo libero che si lasciava alle spalle il cantone della fatica dura, terra, emigrazione e miseria. La nuova frontiera era già aperta mezzo secolo prima con la ferrovia del Gottardo e la nuova rete stradale, con la costruzione da Brissago a Lugano dei gran di alberghi dalle facciate monumentali, meta del bel mondo europeo, di scrittori, musicisti, attori di fama. Tra le due guerre e agli inizi degli anni cinquanta sono i cartelli del Buzzi che marcavano in modo colorito e vivace la pimpante immagine del turismo ticinese.

è andata bene fino agli anni Ottanta. Poi inesorabile il declino: oltre 3 milioni di pernottamenti nel 1981, poco più di 2 milioni lo scorso anno. Un calo del 30%. Perché questa emorragia? 'Per promuovere un prodotto bisogna crederci”. è questa la domanda da farsi, lo dice Albert Amstuz ex presidente di Hotellerie Suisse e titolare a Orselina dell'omonimo albergo. Lui ci crede ancora al turismo e in questi anni ha investito parecchio. Ma sono decine ormai gli alberghi che hanno chiuso, alcuni trasformati in residenze di lusso o in bordelli come, ad esempio il Grand Hotel di Locarno, muto testimone di un passato glorioso e che va lentamente in rovina in attesa di un improbabile compratore. Qui si vive nel passato, manca una visione del futuro, bisogna sedersi attorno a un tavolo, privati e Stato, per lavorare a un nuovo concetto di turismo: ecco la ricetta di Behgjet Pacolli grand patron del super 5 stelle Diamont di Vico Morcote.

Si dice che a spiazzare il Ticino turistico, finestra svizzera sul Mediterraneo, siano stati quei mercati emergenti che per mille franchi (euro 750) offrono una settimana in hotel 4 stelle, tutto compreso (anche vino e bevande varie). Ma altre cose frenano il turismo ticinese. Si stenta anche a tradurre un'offerta alternativa, alcune risorse chiave: la produzione vinicola con il Merlot che si è guadagnato una sua fama anche in altri Paesi, l'architettura, gli eventi culturali, gli spettacoli di forte richiamo, la rete di sentieri per escursionisti, la potenzialità di laghi e montagne. Le vie di accesso al cantone e alle località turistiche sono sempre intasate, la gente che va in vacanza vuole arrivarci comodamente, senza fare ore ed ore di colonna.

Fin qui le considerazioni di una contrazione turistica ticinese. Ma balza alla luce il vicino Canton Grigioni, che di crisi turistica non vede nemmeno l'ombra anzi aumentano pernottamenti e presenze. Diversificazione, marketing, collaborazione: sembrano essere queste le parole magiche che permettono al turismo grigionese di veleggiare a gonfie vele. E il turismo continua a essere uno dei principali motori economici. La parola d'ordine dell'Ente turistico grigionese è: rimbocchiamoci le maniche!

Ecco in breve le motivazioni di questo nuovo corso spiegate da Michael Cafush responsabile dell'Ufficio dell'economia e del turismo del Canton Grigioni: «Abbiamo diversificato offerta e proposte per attirare il maggior numero di turisti: non solo sci, montagna ma anche cultura, manifestazioni, congressi. Poca o molta neve, Pasqua alta o bassa importano fino a un certo punto. Se ci si prepara dei piani di riserva si può andare incontro meglio alle esigenze del turismo. Investire sul nome del cantone significa concepire i Grigioni come un insieme di proposte che tocca tutti gli aspetti della quotidianità, dalla lingua alle acque minerali, passando per i mezzi di trasporto, significa investire in immagini chiave che attirano il turista. Per procedere in questo senso abbiamo creato nuove organizzazioni turistiche in varie regioni, che però si presentano in primo luogo non solo come Saint Moritz o Davos, ma come Grigioni nel suo complesso, inoltre lo Stato e l'Ente turistico hanno deciso di lavorare in sinergia con i privati».

Le nostre considerazioni: certamente uno sforzo e un cambiamento di grandissima attenzione e, per questo cantone con la sua lingua romancia e le sue ataviche abitudini, una sferzata di novità. Non si fa cenno nelle dichiarazioni, ma è utile ricordarlo, alla grande valenza delle ferrovie di montagna (tra cui il mitico trenino rosso, bene Unesco) che non sono solo un'attrazione turistica, ma un vero e capillare mezzo di trasporto efficiente in tutto il cantone. Questa ricetta è stata adottata in Italia dall'Alto Adige, e oggi da Bolzano a Merano e in tutta la grande regione alpina il turismo è sempre motore trainante. Da ultimo i prezzi e la gastronomia. Prezzi equi, giusti e in alcune località inferiori alla media europea. E la gastronomia gioca il suo ruolo presentando ai turisti i piatti del territorio nella loro versione originale senza 'taroccamenti”. Canton Grigioni e Alto Adige, la nuova frontiera del turismo: estivo e invernale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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