Il mondo del rosé è sempre più in fermento. Mentre i consorzi del Bardolino e del Garda Classico proseguono nella raccolta di firme al Vinitaly contro il progetto della Ue, in difesa delle tradizioni vitivinicole italiane si è espresso anche il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, in visita al padiglione Abruzzo. «No al nome dei vitigni per i vini generici, no a pratiche enologiche come la dealcolizzazione, no al rosé fatto con un po' di vino rosso e un po' di bianco. Per noi il rosé è un vino ottenuto da macerazione e non con una miscela di vino bianco e vino rosso. Siamo convinti che la proposta francese del traditional rosé sia da sostenere».
«Il discorso dei controlli è un discorso comunitario obbligatorio - ha spiegato Zaia - e ci permette di raggiungere una qualità che sappiamo poi portare all'estero. Il nostro export vale circa 3 miliardi e 600 milioni di euro e quest'anno cresciamo dell'1,7% in valore. Si esporta sempre meno quantità e sempre più qualità che anche voi in Abruzzo sapete produrre. Il vostro rosé e le medaglie vinte lo dimostrano».
A conferma del valore del rosato abruzzese ricordiamo che il Cerasuolo Doc è risultato vincitore di numerose medaglie al Vinitaly 2009 nella categoria 'Vini tranquilli a denominazione d'origine Vini rosati”: 1 gran medaglia d'oro, 1 medaglia d'oro, 1 medaglia d'argento, 1 medaglia di bronzo e 9 gran menzioni.
E intanto anche l' Abruzzo si schiera in difesa della qualità del rosè, come dimostrano le parole di Mauro Febbo, assessore all'agricoltura della Regione: «l'Abruzzo si oppone con decisione a questa proposta europea. Abbiamo già preso posizione e stiamo verificando le vie legali che l'Italia può seguire per contrastare la direttiva europea».