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Nella città delle 99 Cannelle il terremoto ha compromesso la storia

Dopo il conto dei morti, si fanno le stime dei danni: il 100% del patrimonio artistico e culturale dell'Aquila e della zona limitrofa è lesionato o in gravi condizioni. A rischio anche la memoria della città. Non si è salvato praticamente nulla nella città delle 99 Cannelle e delle 55 Chiese

 
08 aprile 2009 | 23:17

Nella città delle 99 Cannelle il terremoto ha compromesso la storia

Dopo il conto dei morti, si fanno le stime dei danni: il 100% del patrimonio artistico e culturale dell'Aquila e della zona limitrofa è lesionato o in gravi condizioni. A rischio anche la memoria della città. Non si è salvato praticamente nulla nella città delle 99 Cannelle e delle 55 Chiese

08 aprile 2009 | 23:17
 

 Purtroppo lo avevamo anticipato da subito. Mentre il conto dei morti sale ad oltre 270, si fanno le prime stime dei danni. Per ora impressionante è quello al patrimonio artistico-culturale. Il 100% del patrimonio dell'Aquila e della zona del cratere è lesionato o in gravi condizioni. Ed è a rischio anche la memoria della città. Non si è salvato praticamente nulla nella città delle 99 Cannelle e famosa per le 55 Chiese. Lo conferma l'architetto Augusto Ciciotti del dipartimento dei Beni culturali d'Abruzzo. Gravissima la situazione delle chiese del capoluogo, da Collemaggio alle Anime Sante, drammatica quella dell'Archivio di Stato che aveva sede nel Palazzo del Governo totalmente crollato.

«Non sappiamo in che condizioni sono i documenti medioevali, libri e quant'altro riguarda la storia dell'Aquila - racconta Ciciotti - ma la stima dei danni complessivi è al momento incalcolabile. E ci vorranno anni per ricostruire». Il danno non riguarda solo monumenti o palazzi storici - non é rimasto in piedi neanche un campanile del cratere - ma anche l'indotto turistico che ha sempre portato un notevole introito all'Aquila e all'aquilano. «Ora non possiamo fare nessun intervento. Ci vorranno mesi per fare un inventario, puntellare gli edifici, fare una lista dei danni, evacuare biblioteche, quadri, statue, cioé i beni mobili culturali e poi mettere in depositi, da individuare perché non sappiamo ancora dove metterli - riprende affranto Ciciotti - Prima va messo tutto in sicurezza per provare a salvare il salvabile. Ci sono riflessi sul tutto il territorio incalcolabili».

L'Aquila ferita, tutto l'aquilano e parte delle provincie limitrofe violentate dalle scosse che continuano a scuotere la terra. Distrutta la torre medicea di S.Stefano di Sessanio, gioiello architettonico del Gran Sasso - in cui sono crollate molte case ricostruite di recente - crollato in pezzi il bellissimo castello-rocca di Ocre, lesionata la chiesa sul tratturale di S.Stefano a S.Pio delle Camere, capolavoro romanico, lesionati o inagibili altri conventi e chiese in Val Peligna e nel pescarese, campanili sbriciolati a Rovere sull'Altopiano delle Rocche.

Pochi i miracoli, poche le strutture che hanno resistito alla furia del terremoto. Proprio a S.Pio delle Camere, paese natale di Franco Marini, nessun danno al triangolare castello fortezza abbarbicato, mentre a pochi chilometri nella frazione di Castelnuovo ci sono stati crolli e vittime. E salva anche la Rocca di Calascio, splendido baluardo mediceo che fu abbandonato assieme al borgo nei secoli scorsi proprio a causa di un sisma.

Le squadre di specialisti e tecnici, arrivati anche da uffici e soprintendenze di altre regioni, hanno cominciato il loro lavoro di ricognizione dei danni al patrimonio artistico dell'Aquila e dell'Abruzzo in seguito al terremoto. Il problema, spiegano al ministero dei Beni culturali, è non ripetere l'errore che si compì con la basilica di Assisi, dopo il terremoto in Umbria, quando tecnici della soprintendenza entrarono nella chiesa e rimasero uccisi sotto le macerie di un nuovo crollo.

«E' una delle nostre priorità - fa notare Giuseppe Proietti, segretario generale del Ministero - quella di fissare gli standard e, di sito in sito, i caratteri dei presidi tecnici, ponteggi, puntelli eccetera, da installare per mettere in sicurezza gli edifici percolanti. Senza questo lavoro non si può cominciare ad operare». Intanto anche una buona notizia: si sono salvati, perché in mostra a Roma, alcuni dei capolavori del Maestro di Fossa, provenienti dalla chiesa di Santa Maria ad Criptas di Fossa, località in provincia dell'Aquila, gravemente danneggiata dal terremoto: lo ha rilevato l'assessore alla Cultura del comune di Roma, Umberto Croppi, oggi alla presentazione dell'esposizione su Beato Angelico, aperta da domani ai Musei Capitolini. Le opere del pittore trecentesco, custodite nella chiesa del XIII secolo considerata il gioiello dell'arte medievale abruzzese, sono attualmente esposte nella grande rassegna dedicata al genio di Giotto, allestita al Vittoriano: "Questa coincidenza fortuita", ha concluso Croppi, ha quindi messo in salvo i capolavori del grande maestro giottesco.

 Proietti spiega invece che all'Aquila, per esempio, si è tentato di entrare nella Fortezza spagnola in cui sono gli uffici delle due soprintendenze e il Museo nazionale, «ma non é stato possibile, perché l'antico ponte di accesso a quattro campate è fortemente danneggiato e all'interno c'é il pericolo appunto di nuovi crolli, dopo quelli avvenuti al terzo piano. Si sta pensando quindi di usare una gru per oltrepassare le mura e, appena possibile, mettere in sicurezza le opere del museo, che resta comunque presidiato». Anche nel palazzo della prefettura, interamente schiacciato sotto il crollo del cupolino barocco di Giovan Battista Contini dell'adiacente chiesa di sant'Agostino, per ora non si può intervenire, ma ci si sta preparando al recupero dei documenti dell'Archvio di stato, che era situato nel palazzo.

 

Fonte: Ansa

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