L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli - ha sostenuto la Coldiretti - è stato fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime come grano, mais e soia. Manovre finanziarie sul cibo che hanno aperto le porte alle grandi speculazioni internazionali che stanno 'giocando” senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi. Per combattere la guerra alle speculazioni sui prodotti essenziali per l'alimentazione, in difesa delle imprese e consumatori, serve - ha affermato la Coldiretti - un accordo tra i Paesi del G8 per una gestione più attenta delle scorte alimentari che possa fronteggiare le situazioni di carenza di prodotto negli scambi internazionali:.depositi da riempire quando il prodotto è abbondante ed i prezzi sono bassi per tenerli pronti invece in caso di carestie, come richiesto dal 'G8 Farmers Meeting” promosso dalla Coldiretti.
Nei paesi ricchi e in quelli poveri i prezzi dei prodotti alimentari derivati sono aumentati nonostante il fatto che - ha sottolineato la Coldiretti - i prezzi del grano siano più che dimezzati rispetto allo scorso anno quando le quotazioni al Chicago Board of Trade (CBOT), punto di riferimento per il commercio delle materie prime agricole., avevano fatto registrare il record storico. Il crollo delle quotazioni insieme agli effetti climatici hanno fatto ridurre le semine di cereali con un nuovo allarme fame tra le popolazioni più povere per il 2009, secondo una analisi della Coldiretti sui dati dell'ultimo rapporto FAO Crop Prospects and Food Situation (Prospettive dei raccolti e situazione alimentare).
Fallito, nei fatti, il modello della globalizzazione senza regole che ha provocato una insostenibile volatilità dei prezzi agricoli per effetto delle speculazioni e della finanziarizzazione del mercato del cibo, bisogna ripartire da zero. Sono anche questi danni causati dall'ubriacatura finanziaria degli ultimi anni che ha provocato una crisi dalla quale - ha sostenuto la Coldiretti - occorre uscire ripartendo dall'economia reale. Un riconoscimento del ruolo strategico del settore agricolo che - ha concluso la Coldiretti - deve tradursi in regole nuove che ne riconoscano la specificità anche nel commercio perché il cibo è un diritto e non è una merce.