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Salone del Mobile, una visita per conoscere l'Italia che funziona

È la vetrina dell'Italia che guarda al futuro a testa alta e con la schiena diritta: è il Salone del Mobile di Milano. Ci sono ancora tre giorni di tempo, fino a domenica 14 , per visitarlo al quartiere fiera di Rho. Un modo per capire come le nostre industrie del design affrontano le sfide del futuro in un settore d'avanguardia.

di Renato Andreolassi
12 aprile 2019 | 15:27
Salone del Mobile, una visita 
per conoscere l'Italia che funziona
Salone del Mobile, una visita 
per conoscere l'Italia che funziona

Salone del Mobile, una visita per conoscere l'Italia che funziona

È la vetrina dell'Italia che guarda al futuro a testa alta e con la schiena diritta: è il Salone del Mobile di Milano. Ci sono ancora tre giorni di tempo, fino a domenica 14 , per visitarlo al quartiere fiera di Rho. Un modo per capire come le nostre industrie del design affrontano le sfide del futuro in un settore d'avanguardia.

di Renato Andreolassi
12 aprile 2019 | 15:27
 

È la vetrina dell'Italia che guarda al futuro a testa alta e con la schiena diritta: è il Salone del Mobile di Milano. Ci sono ancora tre giorni di tempo, fino a domenica 14 , per visitarlo al quartiere fiera di Rho. Un modo per capire come le nostre industrie del design affrontano le sfide del futuro in un settore d'avanguardia.

Come lo è stato il Vinitaly di Verona che con 125mila visitatori e 4.600 cantine ha mostrato l’effervescenza del mondo vitivinicolo. Al Salone ci si va per capire soprattutto le tendenze, i gusti, il mercato delle 186mila imprese italiane dell'industria del mobile che danno lavoro a 130mila addetti e che creano un fatturato di 23 miliardi di euro, il doppio del vino.

(Salone del Mobile, una visita per conoscere l'Italia che funziona)

Una delle più riuscite invenzioni del capitalismo nostrano che non a caso con questa 58° edizione celebra anche i 500 anni della nascita di Leonardo al quale è dedicato anche il manifesto della rassegna: l'''Ingegno'' o il genio come lo è stato l'uomo da Vinci. Un salone da non perdere anche se per arrivarci bisogna armarsi di tanta santa pazienza perché metropolitana, autostrade e parcheggi fin dalle prime ore del mattino viaggiano all'insegna del tutto esaurito.

Il consiglio è di utilizzare comunque i mezzi pubblici: con 2,50 euro si arriva nel cuore del salone, seppur inscatolati come sardine. Ma, da non perdere - in parallelo - è il “Fuorisalone” che ho cercato di fissare in alcune istantanee. In una giornata (sperando nel bel tempo, cosa che non mi è toccata) si possono godere - gratis - le installazioni più originali - impreviste e imprevedibili - partendo da Brera per proseguire nelle vie del distretto diffuso Tortona, Isola, Bovisa e poi sui Navigli, al Parco Sempione, sulle sommità dei grattacieli delle sedi Regionali, all'Università Statale, alla Triennale dove è stato inaugurato il nuovo museo del Design 1946-81 e in piazza Duomo.

(Salone del Mobile, una visita per conoscere l'Italia che funziona)

E appunto nel cuore di Milano vi è l'installazione che ha suscitato più clamore e interesse: la poltrona a forma di donna creata da Gaetano Pesce. Una sagoma enorme di otto metri, un'opera d'arte ispirata alla storica poltrona Up5&6 realizzata 50 anni fa , che vuole - o vorrebbe - raffigurare un corpo femminile infilzato da centinaia di frecce. «Rappresenta - a parere dell'artista - una metafora della violenza sulle donne». Anche questo è il Salone del Mobile dove “si respira sana cultura d'impresa” e qualche provocazione.

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