Il dumping contrattuale continua a minacciare la ristorazione italiana, abbassando salari e tutele, creando concorrenza sleale e mettendo a rischio la reputazione dell'intero settore. Per questo la Fipe (la Federazione italiana pubblici esercizi), in collaborazione con Adapt e con il sostegno dell'Ente bilaterale nazionale del turismo, ha presentato la seconda edizione del "Manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi", un volume che vuole essere un'arma concreta per contrastare questa piaga che si infiltra silenziosa ma pericolosa tra le pieghe del mercato del lavoro.

Basta contratti pirata: Fipe lancia il 2° manuale contro il dumping contrattuale
Il dumping contrattuale cresce in Italia
La nuova edizione arriva a tre anni dalla prima pubblicazione, rispondendo a un fenomeno che non accenna a ridursi, anzi si espande. Il dumping contrattuale cresce, lo si vede dal numero di contratti collettivi nazionali non rappresentativi che circolano nel comparto dei pubblici esercizi, ben 41 in tutto, ma anche dai numeri assoluti dei lavoratori che si ritrovano applicati questi contratti, definiti “pirata” anche dalla giurisprudenza. Eppure, in mezzo a questo mare agitato, il Ccnl sottoscritto dalla Fipe continua a rimanere il contratto di riferimento nel settore, applicato da oltre il 92% delle imprese, a tutela di altrettanti lavoratori, segno di un impegno sul territorio che punta a garantire condizioni di lavoro corrette e trasparenti.
Di cosa parla il manuale anti-dumping della Fipe?
Il manuale non si limita a inquadrare il fenomeno da un punto di vista normativo e sindacale, ma mette a disposizione di imprenditori e lavoratori uno strumento pratico per riconoscere le criticità, evitando di cadere nelle maglie di contratti che promettono risparmi immediati ma che a lungo termine danneggiano l'intero comparto. Attraverso una simulazione su 10 figure professionali, il volume mostra in modo chiaro le differenze retributive e normative che emergono dall'applicazione di alcuni contratti pirata, offrendo così una fotografia utile per chi opera nel settore e per chi ha il compito di monitorare e contrastare questo fenomeno. Uno strumento, insomma, che punta a rafforzare la collaborazione tra corpi intermedi e istituzioni per proteggere chi lavora e chi fa impresa rispettando le regole.

Sul tema è intervenuto Riccardo Orlandi, presidente Aigrim-Fipe e vicepresidente Fipe, che ha dichiarato senza mezzi termini: «Il dumping contrattuale è uno dei mali dei nostri sistemi economici, si vede poco ma c'è e va contrastato. Applicare contratti pirata, non sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi, riduce i salari e le tutele a favore dei lavoratori, un illecito da debellare. Nel settore della ristorazione abbiamo decine di contratti pirata ma per fortuna il nostro di Fipe Confcommercio è applicato da oltre il 92% delle impresse a vantaggio di altrettanti lavoratori: un contratto da rendere ancora più pervasivo per garantire le corrette condizioni di lavoro per tutte le parti».

Riccardo Orlandi, presidente Aigrim-Fipe e vicepresidente Fipe
Parole che mettono in chiaro la linea di Fipe: chi lavora nella ristorazione merita regole giuste, salari adeguati e un contratto che tuteli davvero il lavoro e la dignità delle persone. Un messaggio che diventa ancora più urgente in un momento in cui l'intero comparto affronta sfide complesse, tra cui, in particolare, la carenza di personale qualificato e una competizione che rischia di abbassare la qualità del lavoro in nome di un risparmio che, in realtà, costa caro a tutti.