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Da Arlecchino a Pulcinella, le maschere “minacciate” da Halloween

In Italia ogni Regione ha una sua rappresentanza storica. Ma negli ultimi anni il consumismo ha trasformato la voglia di festeggiare degli italiani, che sembrano preferire le macabre celebrazioni del 31 ottobre

di Luca Bassi
 
09 febbraio 2022 | 08:30

Da Arlecchino a Pulcinella, le maschere “minacciate” da Halloween

In Italia ogni Regione ha una sua rappresentanza storica. Ma negli ultimi anni il consumismo ha trasformato la voglia di festeggiare degli italiani, che sembrano preferire le macabre celebrazioni del 31 ottobre

di Luca Bassi
09 febbraio 2022 | 08:30
 

Sono considerate una cosa molto seria le maschere di carnevale in Italia. Un simpatico paradosso per una festa che fa della risata e dello scherzo i suoi mantra principali. Alcune sono nate decenni fa, altre invece sono figlie di mode recenti. Tantissime sono state rese celebri da spettacoli (soprattutto) teatrali e rappresentano personaggi e caratteristiche umane ben precise. Ogni maschera è legata a una città, che custodisce la sua storia gelosamente. Negli ultimi tempi, però, la tendenza sembra essere cambiata, e sempre più italani alle maschere tradizionali sembrano preferire quelle mostruose legate alla festa di Halloween, che ormai da qualche anno ha preso piede in Italia. Riusciranno quindi le maschere italiane a conservare la loro identità? 

Pulcinella Colombina e Arlecchino Da Arlecchino a Pulcinella, le maschere carnevalesche “minacciate” da Halloween

Pulcinella Colombina e Arlecchino


Bergamo, patria di Arlecchino e Brighella

A Bergamo, ad esempio, guai a toccare Arlecchino e Brighella. La prima maschera rappresenta il costume col quale un bambino si è presentato a una festa in maschera a scuola, cucito per l'occasione dalla madre con tanti pezzi di stoffa di colori diversi regalati dagli amici del piccolo. Da qui la nascita del personaggio colorato e sopra le righe che nella commedia dell'arte viene rappresentata come un servo pigro, sempre pronto a costruire raggiri e imbrogli che, sfortunatamente per lui, finiscono sempre male.


Brighella è invece il classico servo furbo, sveglio e sicuro di sé. Il nome non è un caso: Brighella è sempre pronto ad attaccare briga.

A Bergamo guai a toccare Arlecchino  Da Arlecchino a Pulcinella, le maschere carnevalesche “minacciate” da Halloween

Una maschera veneziana ispirata all'Arlecchino


Pantalone e Colombina a Venezia, Meneghino a Milano

Legata sentimentalmente ad Arlecchino c'è Colombina, maschera veneziana considerata dalla tradizione la moglie del bergamasco colorato. Antagonista di questa bella storia d'amore è Pantalone, un ricco mercante un po’ in là con gli anni che non rinuncia a provarci con tutte le donne che incontra. È rappresentato sempre con una borsetta piena di monete ed è famoso per la sua avarizia.


A Milano troviamo invece Meneghino, uomo saggio e di buon senso, dotato di un grande senso dell'umorismo.


Il Piemonte rappresentato da Gianduja, la Liguria da Capitan Spaventa

Poteva il Piemonte, terra di vini e di grandi materie prima, non essere rappresentato da un popolano bonaccione amante del buon cibo e del buon vino? Assolutamente no. Infatti, ecco Gianduja.


Capitan Spaventa, invece, è uno spadaccino innamorato. Molto pieno di sé, non si separa mai dalla spada, e si vanta di essere un abile combattente. Come maschera viene presentato come un vanaglorioso.


Modena e Bologna con Sandrone e Balanzone

Doppia maschera storica anche in Emilia-Romagna. A Modena troviamo Sandrone, un contadino furbo e scaltro ma dalle origini umili. Una delle sue principali caratteristiche? Fingersi colto e intellettuale utilizzando un italiano forbito che, però, non conosce a dovere, finendo per fare delle inevitabili e simpatiche figuracce.


Balanzone è invece bolognese. Rappresenta una figura di rilievo nella società, un medico o un avvocato, che ama usare termini in latino. I suoi discorsi, però, sono prolissi e sconclusionati, spesso privi di senso.


La Toscana di Stenterello e Burlamacco

Il carnevale è qualcosa di sacro in Toscana. Quindi potevano Firenze e Viareggio non avere dei degni rappresentanti? Certo che no. Per questo sono nati Stenterello e Burlamacco: il primo è un fiorentino doc innamorato della vita e sempre di buonumore, nonostante la sfortuna ci metta spesso lo zampino nelle sue faccende quotidiane; il secondo rappresenta la maschera del carnevale di Viareggio, pensato all'inizio del '900 per rendere omaggio al martedì grasso e alla tradizione italiana.


Rugantino e Meo Patacca: le rappresentazioni laziali

Anche il Lazio, e nello specifico Roma, offrono alla tradizione delle maschere di carnevale due personaggi. La più famosa è quella di Rugantino, vestito da gendarme, in verità rappresenta il popolano bonario, amante dei buoni sentimenti e della giustizia, anche se un po’ pigro. A fargli da contraltare Meo Patacca, attaccabrighe, sempre armato di fionda e di coltello. Meo Patacca è la rappresentazione del bullo incline alla rissa e allo scontro.

 
A Napoli l'intramontabile Pulcinella

Pensi al carnevale, pensi a Napoli e pensi a Pulcinella, la maschera tradizionale più antica. Rappresenta un servo, svogliato e con poche abilità, che passa le giornate cercando di capire come fare per evitare di lavorare e, al tempo stesso, guadagnare qualche soldo per sopravvivere. Pulcinella non è però una persona cattiva, piuttosto un ingenuotto che combina parecchi guai ai quali, però, riesce sempre a rimediare.

Pensi a Napoli e pensi a Pulcinella Da Arlecchino a Pulcinella, le maschere carnevalesche “minacciate” da Halloween

Pensi a Napoli e pensi a Pulcinella


Il carnevale per raccontare l'Italia e gli italiani

Per anni queste maschere hanno voluto – scherzosamente ma neanche troppo – raccontare l'Italia e gli italiani. O almeno, una parte di essi. Del resto, una delle caratteristiche principali degli abitanti del Belpaese è di non prendersi mai troppo sul serio. Non esisterebbe l'attaccamento al carnevale col quale abbiamo convissuto per decenni, altrimenti.


Ma il carnevale è ancora oggi una festa tanto sentita e tanto importante? Probabilmente no, anche per colpa di altri eventi che nel corso degli anni in Italia sono stati capaci di soppiantare alcune tradizioni.

 


L'avvento di Halloween

Negli ultimi tempi, ad esempio, abbiamo registrato l'avvento di Halloween, celebrazione che cade nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre in voga in passato solo negli Stati Uniti e in Inghilterra, ma oggi anche in gran parte dell'Europa, Italia compresa. Durante questa notte i bambini - ma spesso anche gli adulti - girano di casa in casa mascherati da creature mostruose per il famoso rito del “dolcetto o scherzetto”: gli abitanti della casa alla quale hanno suonato potranno salvarsi dai terribili scherzi a tinte macabre solo regalando dolcetti ai bambini.

 


Un tempo questa festa era legata al capodanno celtico, “trasportata” negli States dai migranti irlandesi. Da alcuni decenni, invece, ha preso il carattere che conosciamo oggi, influenzata dal consumismo dilagante e perdendo gran parte dei suoi significati principali. 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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