Più di un secolo fa nel dolce paesaggio collinare dell’Appennino reggiano prese forma un’azienda agricola modello fortemente voluta dal barone Raimondo Franchetti, fondatore di una delle più fiorenti attività della zona. Sposato con Sara Luisa Rotschild a fine ‘800 trasformò la località in uno dei salotti di incontro dell’aristocrazia illuminata e della borghesia industriale di Reggio Emilia con molte frequentazioni celebri, tra cui i musicisti Puccini, Mascagni e Giordano amici del figlio Alberto, anch’egli musicista. La proprietà passò a Eugenio Terrachini dopo la guerra, nel 1919. L’azienda agricola negli anni fu più volte ammodernata per adeguarsi alle esigenze di una agricoltura in fase di rapido cambiamento. La meccanizzazione della lavorazione dei campi, la costruzione di moderni allevamenti e la trasformazione del vecchio granaio in un moderno mangimificio furono alcuni dei passi adottati dagli eredi, insieme alla creazione in un vecchio fienile di un’acetaia dove oggi oltre 300 barili di legno di diverse dimensioni custodiscono la tradizione, il sapore e il profumo di questo prodotto così strettamente legato alla cultura del territorio reggiano.
Agli inizi del Duemila Umberto Sidoli fa decollare l'agriturismo
Risale ai primi anni Duemila la trasformazione di una parte dell’antica corte in azienda agrituristica ed è l’inizio di una nuova storia. Con Umberto Sidoli, discendente di Eugenio Terrachini e albergatore anche al Posta, il più centrale e storico hotel di Reggio Emilia, l’agriturismo decolla e diventa un punto di riferimento pieno di fascino con la vecchia stalla dalle suggestive volte a botte e colonne in ghisa trasformata in una accogliente ed attrezzata sala convegni. Come nella storia di Cenerentola un colpo di bacchetta magica trasforma un’altra stalla in un simpatico ristorante dove si assaggiano i sapori antichi della cucina reggiana. Le vecchie case dei mezzadri vengono trasformate in otto inaspettate suite in stile rustico dai letti francesi che coniugano charme e comodità. Un’altra stalla ancora è destinata a ospitare mostre ed eventi.
Dal museo agli eventi è il luogo giusto anche per cene romantiche e di famiglia
Il Cavazzone ha assunto anche un ruolo storico-didattico, perché alcuni ambienti sono dedicati ai mestieri che caratterizzarono l’azienda agricola fino alla metà del secolo scorso: il percorso museale che può essere organizzato con durata dai 20 ai 45 minuti porta a scoprire come avveniva la produzione di Parmigiano reggiano, burro e vino, mentre la conservazione dei cibi nella ghiacciaia è testimone di altri momenti della vita quotidiana di un tempo il cui ricordo vive nelle quiete stanze e negli oggetti esposti. Il Cavazzone è spesso scelto come meta di una gita in campagna, di un pranzo domenicale con la famiglia, di una cena romantica o anche per eventi, grazie anche alla bellezza del paesaggio circostante contornato di ondulate colline dagli intensi colori e profumi.
Agriturismo Cavazzone
Via Cavazzone 4 - Viano (Re)
Tel. 0522 858100
www.cavazzone.it