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Locali, possibili chiusure anticipate E per i controlli in campo l'Esercito

Entro mercoledi il premier Giuseppe Conte firmerà un nuovo decreto per contrastare l'epidemia. Si va verso l'obbligo della mascherina anche all'aperto, dal Ministro dell'Interno via libera ai controlli dei militari. Le mascherine all’aperto servirebbero ad evitare i contatti tra ragazzi all’uscita delle scuole e la sera nei luoghi di ritrovo.

 
03 ottobre 2020 | 13:00

Locali, possibili chiusure anticipate E per i controlli in campo l'Esercito

Entro mercoledi il premier Giuseppe Conte firmerà un nuovo decreto per contrastare l'epidemia. Si va verso l'obbligo della mascherina anche all'aperto, dal Ministro dell'Interno via libera ai controlli dei militari. Le mascherine all’aperto servirebbero ad evitare i contatti tra ragazzi all’uscita delle scuole e la sera nei luoghi di ritrovo.

03 ottobre 2020 | 13:00
 

Una nuova stretta sulla movida e sui locali aperti al pubblico (che potrebbero chiudere anticipatamente la sera), l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto e un rafforzamento dei controlli, se necessario anche con l’Esercito. Il Governo si prepara a nuove e più stringenti misure per contrastare il rialzo dei casi di contagio da covid 19, che negli ultimi tre giorni hanno superato abbondantemente i 2mila nuovi casi in più ogni 24 ore. E mentre il ministro dell’Interno, con una circolare, dà il via libera all’utilizzo dei militari dell’Operazione Strade Sicure per il controllo del rispetto delle regole già in vigore, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sta preparando un nuovo Dpcm, che dovrebbe essere firmato entro mercoledì, nel quale verranno introdotte nuove norme, con l’obiettivo di tenere sotto controllo l’epidemia che in altri Paesi dell’Unione è tornata a riaffacciarsi in maniera molto più cruenta.

I ristoranti potrebbero chiudere prima per evitare il rischio contagi - Locali, possibili chiusure anticipate per evitare il rischio dei contagi

I ristoranti potrebbero chiudere prima per evitare il rischio contagi

Sulla scia di quanto è già stato deciso in Campania, in Puglia, Basilicata, e in altre città, come Genova, Piacenza e Bologna (seppure con alcuni distinguo), l’intenzione è quella di estendere l’obbligo dell’uso della mascherina anche all’aperto, mentre si profilano nuove limitazioni in merito alla presenza di persone nei luoghi chiusi e persino per i locali, con la possibilità di imporre chiusure anticipate alle 22 o alle 23, come sta già avvenendo, per esempio, in Spagna e Inghilterra.

Intanto oggi i nuovi contagi sono 2.844 (con 27 morti) - mai così tanti da aprile - a fronte di circa 120mila tamponi eseguiti. Solo in Campania sono stati rilevati 401 nuovi casi nelle ultime 24 ore.

Ma ecco, punto per punto, i provvedimenti al vaglio del Governo, che - ormai è certo - con la pubblicazione del nuovo Dpcm chiederà al Parlamento di prorogare fino al 31 gennaio 2021 lo stato di emergenza nazionale, la cui scadenza è prevista per il 15 ottobre prossimo.

Movida e locali
Allo studio c’è la decisione di far chiudere i locali aperti al pubblico alle 22 o alle 23. Ma anche di limitare gli accessi nei luoghi chiusi a un numero massimo di persone. Una limitazione che - in caso di un numero davvero alto - potrebbe essere esteso alle feste private. Al momento è ancora considerata una misura estrema, che potrebbe però rendersi necessaria  se dovesse aumentare anche il numero dei ricoverati.

Mascherine all’aperto
Per ora è solo un’ipotesi, trapelata dalle parole della sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, che ha detto: «Dobbiamo fare in modo che il sacrificio enorme fatto come Paese dia dei risultati permanenti. Se oggi l’Italia vanta numeri così diversi dal resto d’Europa è perché siamo stati rigorosi. Di fronte a una ripresa molti sindaci e presidenti di Regione stanno andando in questa direzione». Le mascherine all’aperto servirebbero soprattutto ad evitare i contatti tra ragazzi all’uscita delle scuole e la sera nei luoghi di ritrovo. Per far rispettare la norma verrebbero introdotte multe da 500 a 3mila euro, come già succede nel Lazio.

Militari impiegati per i controlli - Locali, possibili chiusure anticipate E per i controlli in campo l'Esercito
Militari impiegati per i controlli

Protezioni e distanza sociale
Le regole non cambieranno, ma il nuovo decreto potrebbe contenere addirittura una stretta, perché l’impennata dei contagi ha fatto scattare l’allarme rosso. Resterà l’obbligo della distanza sociale di un metro e l’invito a igienizzarsi di frequente le mani.

Mezzi pubblici, negozi e discoteche
La capienza di autobus e treni del trasporto pubblico locale non andrà oltre l’80% dei posti a sedere. Nei negozi gli ingressi resteranno contingentati, così come dovranno continuare ad essere ridotti i coperti al ristorante. Le discoteche resteranno chiuse.

Controlli e multe
Il ministero dell’Interno, con una circolare, ha previsto la possibilità di impiegare anche i militari dell’esercito impegnati nell’Operazione Strade Sicure. «Le attività di controllo disposte nell’ambito degli ordinari servizi di prevenzione generale dovranno corrispondere, soprattutto nei contesti territoriali più interessati dalla diffusione del contagio, anche all’esigenza di garantire il rigoroso rispetto delle prescrizioni contenute nelle citate ordinanze regionali e locali - si legge nella nota - Non vi è dubbio, infatti, che in presenza della già rilevata accentuazione della curva epidemiologica, la puntuale osservanza delle disposizioni anti covid corrisponda al perseguimento di obiettivi non solo di profilassi sanitaria, ma anche di più ampia valenza, in quanto suscettibili di apportare benefici diffusi alla risposta dell’intero sistema pubblico alla crisi pandemica».

«Resta inteso - continua la nota - che, nella stessa ottica, potranno essere altresì valutate, in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ulteriori e mirate attività di controllo, sulla base delle concrete situazioni riscontrate in ambito territoriale, da definire con il contributo dei rappresentanti delle Amministrazioni locali interessate. In particolare, tali attività potranno essere modulate in relazione a specifici quadranti territoriali e a determinate fasce orarie, in cui risulti maggiore il rischio di assembramenti, con il consueto concorso di operatori delle polizie locali e con l’eventuale ausilio del personale militare appartenente al dispositivo “Strade Sicure”, nel quadro del pertinente Piano di Impiego».

Locali sicuri, la proposta di Ristoratori Toscani
E mentre si parla di ridurre le aperture serali in bar e ristoranti, i ristoratori della Toscana hanno preparato un documento per migliorare la percezione di sicurezza proprio all’interno dei locali. Una proposta per prevenire quanto sta accadendo in altri Paesi, alle prese con nuove fasi di lockdown. Si tratta di accorgimenti che accompagnano il ristoratore nella sua attività dal momento della prenotazione fino all'uscita del cliente dal ristorante, che il gruppo Ristoratori Toscana ha fatto avere al ministro della Salute Roberto Speranza.

Pasquale Naccari - Locali, possibili chiusure anticipate E per i controlli in campo l'Esercito
Pasquale Naccari

«Questi accorgimenti, che sono il frutto di mesi di lavoro passati nei nostri spazi ad osservare i comportamenti delle persone, le difficoltà dei dipendenti e la situazione sanitaria di tutto il Paese, da valutare con chi di competenza, vorremmo fossero messi a disposizione di tutta la collettività. Per questo chiediamo al ministro un incontro durante il quale presenteremo il nostro documento», spiega Pasquale Naccari, portavoce del gruppo. «Siamo stati i primi - riprende - a chiedere di poter chiudere, prima che ci fosse imposto dalle autorità con l'inizio del lockdown, proprio per la salute dei nostri clienti e di tutta la città. Oggi, come categoria, siamo i primi a chiedere con urgenza un incontro. Prima che sia troppo tardi. Al tempo stesso chiediamo alla collettività di rispettare le regole come lo stiamo facendo noi ristoratori. Perché i nostri ristoranti non sono assolutamente i luoghi del contagio ma sono spazi sicuri e noi ristoratori siamo sottoposti a regolamenti che sono tra i più rigidi in assoluto. Sappiamo benissimo che i focolai non partono dai nostri spazi e che noi siamo tra i pochi a rispettare tutte le norme».

Poi Naccari lancia un appello: «Noi vogliamo fare la nostra parte. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Uniamoci tutti insieme per superare questa fase critica mettendo al centro la salute ma non dimenticando l'importanza che l'economia ha sulla vita delle persone e che potrebbe finire con il condizionare la salute».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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