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Si chiudono bar, ristoranti e musei? I politici fanno a scarica barile

Fra Governo e Regioni braccio di ferro su chi deve decidere su coprifuoco alle 18, grandi città chiuse, over 70 in casa e blocco agli spostamenti fra le Regioni. Nessuno vuole scontentare i cittadini con nuovi lockdown. Lunedì (o forse martedì) un nuovo Dpcm: fra le ipotesi anche la chiusura di bar, ristoranti, musei e nel weekend dei centri commerciali.

 
31 ottobre 2020 | 10:36

Si chiudono bar, ristoranti e musei? I politici fanno a scarica barile

Fra Governo e Regioni braccio di ferro su chi deve decidere su coprifuoco alle 18, grandi città chiuse, over 70 in casa e blocco agli spostamenti fra le Regioni. Nessuno vuole scontentare i cittadini con nuovi lockdown. Lunedì (o forse martedì) un nuovo Dpcm: fra le ipotesi anche la chiusura di bar, ristoranti, musei e nel weekend dei centri commerciali.

31 ottobre 2020 | 10:36
 

IN AGGIORNAMENTO - Mentre le opposizioni di centro destra si chiamano fuori da ogni coinvolgimento (troppo tardivo dicono) col Governo, è ormai braccio di ferro fra Governo e Regioni sulle misure del nuovo Dpcm, la cui firma potrebbe slittare a martedì visti io contrasti aperti. I governatori hanno chiesto regole nazionali, mentre Conte punta a stabilire 'zone rosse' in base alla diffusione territoriale del virus indicata dall'indice Rt. Anticipo alle 18 del coprifuoco, limitazioni per gli over 70, interruzione della mobilità tra Regioni (salvo ragioni di lavoro) e chiusura di bar, ristoranti e musei e, nel week end, dei centri commerciali le misure sul tavolo. Nessuno vuole in pratica tenere il cerino in mano, ed è uno scarica barile sulla testea dei cittadini mentre il virus corre inarrestabile. Conte illustrerà al Parlamento l'orientamento che intende dare al nuovo Dpcm su cui il governo sta lavorando in questi giorni. Ma - a quanto riporta l'ìANSA - la firma vera e propria del testo potrebbe non arrivare lunedì sera ma martedì. Questo per consentire di risolvere i nodi che ancora sono aperti con le Regioni.

Conte sarebbe d'accordo con le Regioni sulla richiesta di misure più restrittive ma, in base a quanto si apprende da fonti della maggioranza, a differenza di quanto vogliono i governatori, sarebbe orientato a modularle in base alla diffusione territoriale del Covid, più che a varare provvedimenti di carattere nazionale. Fra le restrizioni sul tavolo della riunione in corso a palazzo Chigi tra il premier e le forze che sostengono il governo c'è l'interruzione della mobilità interregionale, fatto salvo ragioni di lavoro, la chiusura dei centri commerciali nei weekend, la chiusura alle 18 di tutte le attività e, pare l'ultima follia, la sospensione del lavoro di bar e ristoranti salvo delivery e asporto nelle zone più critiche per la pandemia. 

Il virus corre inarrestabile I politici fanno a scarica barile


CURVA TERRIFICANTE PER SPERANZA
Proseguirà, intanto, in mattinata alle 9 il confronto tra governo e Regioni, Comuni e Province sulle misure del prossimo Dpcm-anti Covid. Le Regioni in particolare avrebbero chiesto misure uniformi per tutta Italia. "In queste 48 ore - avrebbe detto durante la riunione il ministro Speranza - costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l'ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l'asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento". "La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà". Così il ministro della Salute Roberto Speranza in un colloquio con il Corriere della Sera. "Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore", evidenzia Speranza, secondo il quale c'è ancora troppa gente in giro. Il ministro poi rassicura sulla tenuta delle terapie intensive, e sulla scuola spiega che va difesa il più possibile, ma in un contesto di epidemia "non è intangibile".

LE REGIONI NON VOGLIONO DECIDERE LOCKDOWM LOCALI
Il lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve, in Veneto la maggior parte sono asintomatici e la sanità è assolutamente sotto controllo: lo avrebbe detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, nel corso dell'incontro tra Regioni e Governo. Zaia si sarebbe detto favorevole a misure nazionali, "decidiamole insieme e chi ritiene può aggiungere misure territoriali restrittive. Dobbiamo fare squadra ed essere uniti tra noi e il governo", ma avrebbe sottolineato che l' RT non sempre è paragonabile tra Regioni perché il numero dei tamponi e del contact tracing sono diversi; vanno irrobustite le cure domiciliari.

"Il lockdown è l'unica misura che si è dimostrata efficace: se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti, procediamo. Ma se i tecnici ci dicono che l'unica alternativa è il lockdown, facciamolo a livello nazionale": è questa, secondo quanto si apprende, la posizione espressa dal governatore della Lombardia Attilio Fontana nel corso dell'incontro Regioni-Governo sul dpcm. Fontana ha ribadito che "è necessario che i provvedimenti vengano presi a livello nazionale" e quindi si è detto contrario a un lockdown territoriale, perchè "se fermiamo Milano, si ferma la Lombardia" e "il virus oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo".

Il ministro Boccia ha però chiarito anche perché le restrizioni scatterebbero in automatico: "Il documento dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un Rt (indice di contagiosità, ndr) supera un certo livello .- oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 -, allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico". E sulla scuola "non si deve prendere una decisione univoca ma deve dipendere dal grado di Rt (indice di contagiosità, ndr) in ogni regione", avrebbe detto il ministro degli Affari regionali.

BLOCCATO LO SPOSTAMENTO FRA REGIONI?
Lo spostamento tra Regioni. "Il governo nazionale - avrebbe detto Boccia agli enti locali - è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio". "Le regioni che singolarmente chiudono alcune attività o riducono gli orari in base all'attuazione del piano condiviso sull'andamento epidemiologico devono sapere che saremo al loro fianco con ogni forma di sostegno". Una delle ipotesi prospettata dalle Regioni è quella di limitare gli spostamenti degli over 70 per cercare di ridurre la diffusione del coronavirus: in particolare lo avrebbero chiesto Lombardia, Piemonte e Liguria.

"Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown",  dice il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il quale in una nota sui social suggerisce che bisogna intervenire sulla categoria più fragile, gli anziani definiti dal governatore "non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese". Un tweet che ha fatto immediatamente scoppiare la bufera sui social.

I SINDACI VOGLIONO CHIUDERE I CEHTRI COMMERCIALI NEI WEEK END
I sindaci, d'altro canto, avrebbero chiesto la chiusura dei centri commerciali nei weekend, "perché è in quei giorni che si concentra l'affluenza e chiusura degli sportelli scommesse nelle tabaccherie e nei bar perché è lì che si sposta il flusso di chi trova chiuse le sale scommesse", ha detto il presidente dell'Anci, Antonio Decaro. I sindaci avrebbero chiesto che le chiusure siano pianificate in maniera chiara sulla base del rischio, così come era previsto nel documento del Comitato tecnico scientifico condiviso da Governo e Regioni. In questo modo - avrebbe spiegato il presidente dell'Anci Antonio Decaro - i cittadini sono coinvolti in un percorso trasparente e rispettano le restrizioni: indice Rt sale, scattano le limitazioni, indice Rt scende, si allentano.

Fino ad ora l'ipotesi era quella di Milano e tutta la sua area metropolitana a rischio confinamento. Ma anche Napoli, Torino, Bologna, Genova, Aosta, Bolzano e Roma (e forse additrittura tutto il Lazio). I dati di questo fine settimana saranno fondamentali per capire se e quali decisioni prendere, già a partire da lunedì. Obiettivo frenare la corsa del Covid 19. Sono queste le misure al vaglio del governo. Gli esperti hanno fornito l'interpretazione ragionata della curva epidemiologica alla luce del rapporto dell'Istituto superiore di sanità. Sono stati analizzati dettagliatamente lo scenario attuale, i trend della curva, e le varie situazioni di criticità. Nel provvedimento che entrerà in vigore questa settimana si è deciso di inserire anche la promessa di ristori per le attività commerciali costrette a chiudere o comunque a limitare gli orari. In questo modo il governo ritiene di agevolare gli amministratori locali sulle restrizioni che sono restii a imporre nel timore di gravare ulteriormente sulla capacità economica dei propri territori. Si tratterà di un ulteriore stanziamento che si aggiunge a quelli già previsti nel decreto varato la scorsa settimana dopo aver imposto il divieto di apertura serale al settore della ristorazione.


Milano e l'area metropolitana a rischio lockdown - Le grandi città a rischio chiusura E c'è l'ipotesi dello stop tra Regioni

Milano e l'area metropolitana a rischio lockdown

LA CABINA DI REGIA - Dopo l'incontro del Governo con le Regioni, era prevista ora una nuova capidelegazione, allargata ai ministri più direttamente interessati dalle questioni legate alla gestione della pandemia. Fra gli obiettivi la costituzione di una cabina di regia allargata alle opposizioni. Un'ipotesi a cui le opposizioni del centro-destra hanno però risposto con un secco no perchè il coinvolgimento sarebbe ormai troppo tardivo.

MISURE PER LA SCUOLA - Scuola in presenza fino alla seconda media. Il resto in Dad. Questa, riferiscono fonti di maggioranza, la proposta che sarebbe stata avanzata dal premier Giuseppe Conte sulla scuola.

NESSUN LOCKDOWN A GENOVA - A dirlo e' il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che avverte: "Sicuramente si possono ipotizzare azioni mirate su parti delle citta', ma anche il ministro della Salute Speranza conviene che chiudere uno dei gangli logistici del nord-ovest, con il primo porto d'Italia nel periodo prenatalizio, sarebbe molto complicato". Toti è cauto sulle misure da adottare: "Il coprifuoco alla francese non mi sembra stia funzionando troppo bene" dice, "Conte domenica scorsa ha chiuso metá paese. Mi auguro che ci si confronti su analisi costi benefici e sul metodo prima di prendere altri provvedimenti.

Proprio a inizio settimana era stato fissato un incontro a Milano tra il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Milano Beppe Sala per decidere il da farsi. Il numero dei nuovi casi, ma anche la curva del contagio e l'indice Rt saranno i parametri a cui guardare per capire se le misure restrittive messe in atto finora da Regione Lombardia e dal governo hanno prodotto dei benefici. Decisioni simili potrebbero essere prese anche per altre zone d’Italia, dove ormai l’indice di contagio ha superato i livelli di guardia, facendo paventare nuovi e più restrittivi scenari.


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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